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Melania Rea

Melania Rea

Questa mattina è stato dato l’avvio per un altro processo riguardo l’omicidio di Melania Rea, che aveva visto come colpevole Salvatore Parolisi, condannato all’ergastolo. Secondo quanto emerso da alcune fonti, l’ex marito di Melania Rea dichiarerà la sua verità riguardo l’omicidio, cercando di evitare la condanna con pena massima, sostenendo di essere innocente e di non aver ucciso Melania Rea.

I suoi difensori mirano su alcune perizie inerenti tracce di sangue che dovrebbero scagionare l’uomo riguardo l’omicidio di Melania Rea, morta a seguito di ben 35 coltellate il 18 aprile 2011. L’udienza, iniziata questa mattina, proseguirà il 27 ed il 30 settembre. Salvatore Parolisi desidera essere scarcerato riguardo l’omicidio di Melania Rea ed i suoi legali punteranno sulla richiesta di nuove perizie al fine da allungare la procedura, per poter guadagnare tempo ed accumulare più prove possibili riguardo la sua innocenza.

Il rifiuto sessuale da parte di Melania Rea nei confronti del marito dovrebbe essere il movente dell’omicidio, ma non conviene appieno.

 

Amianto

Amianto

Giorgio Zannera era un padre di famiglia morto all’età di 66 anni probabilmente a causa dell’eccessiva esposizione all’amianto. L’uomo faceva il coibentatore, presso la Save e l’ex Alumix; costretto alla pensione a causa di malattie a carico polmonare dovute all’amianto assimilato durante il lavoro.

Padre di famiglia che lascia i suoi cari con l’amaro in bocca a causa di un tumore piuttosto grave causato dall’amianto. Secondo le dichiarazioni lasciate dal figlio, a Giorgio era già stata riconosciuta una malattia professionale e questo tipo di tumore, sorto da poco tempo, pare sia strettamente correlato all’amianto. Nel caso qualcuno sia responsabile della sua morte, è necessario che paghi.

Giorgio era un padre di famiglia affettuoso, amico fidato per tutti i colleghi e la sua morte ha segnato profondamente la vita della comunità; i famigliari hanno richiesto l’autopsia per conoscere la verità, anche se la certezza che sia stato l’amianto a provocare la morte dell’uomo pare sia scontata.

 

pedofilo

pedofilo

Ci troviamo a Treviso: nonna pedofilo scoperto a giocare con la sua nipotina utilizzando giochi erotici, sostenendo che si trattava solo di gesti d’affetto. L’anziano 78enne avrebbe abusato della piccolina utilizzando giochi erotici sfruttando la fiducia che i genitori riponevano in lui.

Secondo alcune indiscrezioni, il nonno pedofilo avrebbe baciato e toccato nelle parti intime la sua nipotina, di soli 6 anni. Nonostante le denunce pervenute da parte dei genitori e l’imminente divorzio da parte della moglie, il pedofilo ha sempre respinto le accuse riguardo abuso ed utilizzo di giochi erotici.

Tuttavia, grazie alle dichiarazioni rilasciate dalla piccola nei confronti del nonno pedofilo non lasciano alcun dubbio, considerato il fatto che la bambina porti con sé un trauma profondo. La difesa tenta di difendere il proprio accusato di molestia ed utilizzo di giochi erotici, sostenendo che la minore si trovasse in condizioni ambientali non sufficientemente controllate e idonee alla sua crescita.

 

omicidio

Silvia Gobbato: omicidio

Omicidio nei confronti di una 28enne a causa di una serie di coltellate mentre faceva jogging, nessuno conosce il movente. La ragazza stava per diventare avvocato e lavorava come praticante presso un importante studio legale; durante la pausa pranzo, pratica jogging per mantenersi in forma.

È giallo nei confronti di Silvia Gobbato, residente in un paesino della provincia di Udine; pare che l’omicidio sia avvenuto senza apparente motivo. Gli inquirenti stanno indagando sulla sua vita, in modo da poter capire se vi sia qualcuno che possa aver premeditato l’omicidio. Il suo corpo è stato ritrovato da alcune persone di passaggio. Pare che la giovane si trovasse con il figlio del proprietario dello studio quando è avvenuto l’omicidio.

Numerose le coltellate infierite alla ragazza e pare che il suo assassino l’abbia trascinata ai margini di un viottolo, tenendo l’arma del delitto. Non ci sono ancora indagati ufficiali riguardo il suo omicidio, ma si sta lavorando al fine da poterlo scoprire. Pare che Silvia avesse una relazione con Giorgio, figlio del titolare, ma aveva deciso di rompere. Che sia questo il movente dell’omicidio?

 

malasanità

malasanità

Potrebbe esserci un altro caso di malasanità a Chiaravalle, dove una donna di 65 anni è morta poco dopo essere stata dimessa. Accusava dolori alla pancia, ma i medici sostenevano che non avesse nulla di grave.

Aperta un’indagine per malasanità nei confronti di alcuni medici che hanno deciso di dimettere una donna di 65 anni, la quale pare non presentasse condizioni gravi che necessitassero un ricovero. Sono stati i famigliari della donna a denunciare l’ospedale, in modo da poter verificare se si tratti di malasanità, anche se finora gli esami a cui l’anziana è stata sottoposta non mostrano errori da parte dei medici.

Visti gli ultimi risultati l’avvocato della famiglia decide di agire con cautela riguardo l’accusa di malasanità, nonostante l’anziana signora si sia presentata con dolori addominali e febbre ma sia stata comunque dimessa. I medici sostenevano che la donna avesse solo dei calcoli, niente di grave.

Una volta rientrata a casa, la 65enne ha subito peggioramenti che l’hanno condotta alla morte, pertanto il marito ha deciso di esporre una denuncia per malasanità nei confronti dell’istituto, al fine da poter vedere chiaro sulla faccenda.

portway pedofilo e cannibale

portway pedofilo e cannibale

 

Terrore negli Stati Uniti d’America dove si è riconosciuta l’esistenza di Geoffrey Portway pedofilo e cannabile. L’uomo utilizzava una bara perfetta per dei bambini ed una gabbia con delle manette; tramite questi oggetti, torturava numerosi piccoli che avevano attirato le attenzioni dell’uomo.

Portway pedofilo e cannibale aveva trasformato una stanza in una perfetta camera adibita alle torture; qui, sono state scoperte delle fotografie, le quali ritraevano dei bambini probabilmente violentati e soggetti a maltrattamenti. Nonostante vi fossero già abbastanza elementi incriminanti nei confronti di Portway pedofilo e cannibale, l’FBI ha trovato altre attrezzature utilizzate per il bondage,

Secondo quando dichiarato da Portaway, pedofilo e cannibale, le vittime venivano violentate, torturate e cremate, in modo da poter nascondere ogni possibile traccia della loro presenza. L’uomo agiva in uno scantinato, completamente indisturbato. Portaway riconosciuto come pedofilo e cannibale aveva già subito accuse nei confronti del rapimento di un piccolo, ma stavolta rischia di scontare 27 anni di galera.

soldiUna donna trentatreenne di Caravaggio, impiegata alla filiale della Cassa rurale di Treviglio, in provincia di Bergamo, ha prelevato per mesi dai conti correnti dei clienti della banca migliaia di euro, per le proprie spese personali e familiari, fino a quando la direzione dell’istituto di credito non l’ha individuata e denunciata al comando dei carabinieri.

La donna aveva trovato il modo di condurre la bella vita che aveva sempre sognato, ma che non poteva permettersi, essendo una semplice impiegata di un istituto di credito.

Un prestito a breve termine era forse il suo piano, perché almeno all’inizio i soldi li restituiva sempre. Un meccanismo truffaldino, ma che forse le sembrava innocuo.

Poi però la situazione le è sfuggita di mano, o forse il fabbisogno di soldi è diventato troppo grande. Tanto che a un certo punto, i prelievi sono aumentati e non è più riuscita a restituirli.

Il trucco escogitato per mascherare la truffa era quello di sostituire l’indirizzo dei correntisti ai quali far recapitare l’estratto conto con una cassetta postale fittizia.  Questo però ha destato i sospetti di alcuni clienti della banca che sono andati a chiedere i motivi del mancato recapito della documentazione. Messa davanti alle evidenze la donna ha confessato accettando di restituire la refurtiva e di rassegnare le dimissioni.

 

Erika De Nardo è a tutti nota per aver ucciso 12 anni fa sua madre Susanna e il fratellino Gianluca nella sua casa a Novi Ligure.

Uscita da poco dal carcere dopo aver scontato, Erika oggi ventenne cerca di ricostruirsi una vita normale a Brescia, ma dichiara che non è facile, dopo un po’ la riconoscono e le danno il tormento, afferma “non vogliono capire che non sono più quella persona” .

Forse ci vorrà del tempo Erika De Nardo cerca un lavoro, vuole una vita come qualsiasi altra persona della sua età, forse anche l’amore, lei non si nasconde e forse anche questo crea sconcerto e diffidenza nei suoi confronti.