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Tamberi contro Schwazer: no alla maglia azzurra

tamberiVenerdì 20 aprile Alex Schwazer termina di scontare la sua pena per essere stato ‘pescato’ positivo ai controlli sul doping. Sono passati tre anni e nove mesi da quando accadde lo scandalo, che ha portato alla sospensione del corridore e anche ad un processo nel quale venne implicata l’ex compagna e pattinatrice della nazionale azzurra Carolina Kostner.

In questi giorni Gianmarco Tamberi, uno degli azzurri più in vista e campione di salto in alto, si è scagliato contro il corridore altoatesino nei suoi canali social, dichiarando che se la nazionale lo accettasse nuovamente fra le sue fila si tratterebbe di una vergogna per l’intero paese. La presa di posizione di Tamberi, forse l’unico che può ambire alla conquista di una medaglia alle prossime olimpiadi di Rio, ha diviso l’opinione pubblica a metà. Da un lato si incontra chi non vuole perdonare Schwazer per la sua scelta di impiegare sostanze dopanti, in quanto si tratta di un cattivo esempio per i giovani e per tutti coloro che desiderano praticare sport a livello amatoriale e soprattutto agonistico.

Dall’altro lato si sono schierate le persone che vogliono dare una seconda chance a Schwazer, non solo per amore della redenzione, ma perché l’ex campione può dimostrare di essere tale anche senza avvelenare il corpo con sostanze dopanti. La rieducazione che è durata quasi quattro anni potrebbe, a detta di questa fetta di popolazione, dimostrare che un campione è tale anche se non usa doping per vincere o migliorare le proprie performance sportive.

In attesa del verdetto, è importante ricordare che Alex Schwazer non è più un ‘ragazzino’ e che quest’anno compie 31 anni. Non si tratta di un’età importante, ma se si considera che le olimpiadi vengono svolte ogni quattro anni, Schwazer arriverebbe all’appuntamento di Tokyo a 35 anni, forse troppi per gareggiare contro sportivi che possono avere anche 15 anni meno di lui.