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omicidio

082226657-de1821c5-d0a9-4afd-bcd0-342da3863768Ha fatto scalpore l’omicidio dei due coniugi Frank e Giovanna Serramondi, avvenuto a Brescia nella pizzeria da Frank, dislocata nel problematico quartiere di Mandolossa. La ragione va innanzitutto ricercata nel cruento omicidio, che ha visto freddati i coniugi con colpi di fucile a canne mozze e che inizialmente è stato imputato al degrado e alla nota condizione di spaccio che si verifica in questo quartiere periferico di Brescia.

Gli inquirenti stanno però indagando e hanno quasi totalmente escluso che l’assalto sia avvenuto per ragioni di rapina, rivolgendo piuttosto le loro attenzioni ai problemi economici della coppia e del fratello di lui, titolare effettivo della pizzeria. Sembrerebbe spuntare, quindi, l’ipotesi dell’usura, visto che alla fine dell’anno scorso il bilancio della pizzeria era stato chiuso con un passivo di ben 150 mila euro, non risanati nel primo trimestre di quest’anno. L’usura e i prestiti non pagati potrebbero quindi diventare i veri moventi di questo terribile omicidio che ha scosso la caldissima estate bresciana.

La data dei funerali è stata fissata al 17 agosto e ora a parlare è il figlio della coppia attraverso un comunicato lanciato sul social Facebook. Si tratta di un appello che chiede alle persone di non organizzare cortei o manifestazioni politiche davanti alla pizzeria, fatto che era successo le sere scorse con lo schieramento di un gruppo di Forza Nuova che manifestava in nome della riqualificazione del quartiere cittadino. Il ragazzo ha chiesto che ogni manifestazione non sia strumentalizzata politicamente, per rispettare la memoria dei genitori che sono mancati in modo così terribile e inaspettato.

roberta-ragusaRoberta Ragusa: la donna, scomparsa a Gello nel gennaio del 2012 a 45 anni, che sembra si sia volatilizzata, rimane un mistero.
Agli inquirenti continuano ad arrivare lettere anonime, segnalazioni, sensitivi, tra le ultime c’è quella arrivata all’indirizzo del settimanale «Giallo», Cairo Editore, è firmata solo Tony. E indica una nuova pista per ritrovare le spoglie di Roberta Ragusa.

Secondo questo fantomatico Tony, le spoglie di Roberta Ragusa potrebbero essere state abbandonate nell’ex deposito militare di Titignano, all’interno delle cisterne che un tempo contenevano le scorte di carburante. Anche questo posto,è stato passato al setaccio dai carabinieri di Pisa, così come hanno fatto per il cimitero di Orzignano in particolare la botola dell’ossario, sempre su segnalazioni.
Una ricerca che purtroppo non ha dato nessun risultato così come le tante battute a tappeto svolte dalla protezione civile,volontari, cercatori di funghi.
A tutt’oggi il marito Antonio Logli è unico indagato. L’accusa per l’elettricista è di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Roberta è scomparsa dal gennaio 2012 senza dare alcuna notizia ai due figli Daniele e Alessia. E’ possibile che una madre non cerchi i propri figli? Il Procuratore non è di questo avviso.
“La vita di Roberta è sospesa tra ricerche e indagini, tra silenzi e dichiarazioni – ha affermato Elisa Pozza Tasca, presidente dell’associazione Penelope, che in tutta Italia si occupa di persone scomparse – chi dimentica, cancella e noi non dimentichiamo”.

Nessuno può dimenticare quella giovane mamma sparita in una fredda notte da Gello di San Giuliano, alle porte di Pisa: con sè non ha portato nulla, né un cappotto, né la borsa con soldi e documenti, né un cellulare, né, tantomeno, i suoi beni più preziosi, due ragazzi che adorava, Daniele, oggi sedicenne, liceale al classico, e Alessia, undici anni compiuti senza la mamma. L’ultimo a vederla in quella gelida notte è il marito Antonio Logli, 49 anni, elettricista che continua impassibile la sua storia d’amore con Sara Calzolaio, una relazione che dura da ben dieci anni.

pantaniLa riapertura dell’inchiesta grazie all’ostinazione della mamma del Pirata che mai ha creduto alla tesi dell’overdose. Una perizia medica voluta dalla famiglia e i troppi elementi mai considerati con la giusta attenzione convincono i pm ad avviare un’indagine bis.

Non suicidio involontario ma omicidio: è quanto sostiene un esposto della famiglia di Marco Pantani che ha spinto la Procura di Rimini, la stessa che aveva condotto le indagini dopo la morte del Pirata il 14 febbraio 2004 nel residence riminese ‘Le Rose’, ad avviare una nuova inchiesta.

Le conclusioni di allora, morte accidentale per overdose di cocaina, sono sempre state contestate dalla famiglia, che non ha mai smesso di chiedere nuove indagini. “La svolta tanto attesa  è maturata negli ultimi nove mesi: l’avvocato Antonio De Rensis, per conto dei Pantani, ha accumulato una serie impressionanti di contraddizioni e anomalie, studiando i faldoni sia delle indagini, sia quelli relativi al processo.

Non solo, il salto di qualità è arrivato con fondamentali indagini difensive (risentendo diversi testimoni chiave dell’epoca) e avvalendosi di una perizia medico-legale eseguita dal professor Francesco Maria Avato (lo stesso che ha contribuito a far riaprire dopo 23 anni il caso Bergamini, il calciatore ‘suicidato’)”.

L’avvocato ha recuperato e letto 3mila atti depositati negli scantinati della Procura di Rimini e 2mila della Corte d’appello di Bologna e la settimana scorsa ha presentato l’esposto a Rimini, competente sul caso, chiedendo di riaprire il caso per “omicidio e alterazione del cadavere e dei luoghi”.

“Vedendo i video girati durante le indagini si capisce subito che si è indagato in un’unica direzione, sin dall’inizio, e che sono stati considerati solo gli elementi che corroboravano la tesi dell’overdose e trascurati gli altri”.

Oggi emerge una serie incredibile di errori: le indagini lampo, l’autopsia sbagliata, i rilievi male eseguiti, e poi ingenuità e illogicità ovunque

1Raffaele Sollecito oggi ha conseguito la laurea specialistica in Ingegneria Informatica nell’Università di Verona, con tesi sul traffico generato dalla notizia sui social network, in particolare nel caso dell’omicidio Meredith che lo vede coinvolto in prima persona.
il giovane condannato con Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, ha discusso una tesi riguardante l’analisi dei social network nell’ambito della quale ha esaminato anche i flussi sul web di innocentisti e colpevolisti sul suo caso.

La tesi è stata scritta interamente in inglese ma è stata discussa in italiano

Sollecito, a cui la Corte d’assise d’Appello di Firenze ha imposto il divieto di espatrio, si è sempre detto innocente. Quando venne arrestato subito dopo l’omicidio di Meredith, stava per laurearsi all’università di Perugia, cosa che poi ha fatto nel febbraio del 2008 in carcere.

Raffaele si era poi iscritto alla facoltà di Verona. Stamattina alla discussione hanno partecipato tutti i suoi familiari, il suo avvocato Luca Maori, e i consulenti informatici che lo hanno seguito in questi anni di processi.

Condannato insieme alla Knox in primo grado, fu poi assolto in appello. La sentenza venne successivamente annullata dalla Cassazione, e si aprì a Firenze un nuovo processo alla fine del quale i due giovani furono nuovamente condannati dalla Corte d’assise d’Appello.
Sentenza impugnata dalle difese in Cassazione che dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi. Sollecito, come la Knox, si è sempre proclamato estraneo al delitto.

anna-maria-franzoni-arresti-domiciliariAnnamaria Franzoni oggi è stata ammessa  alla detenzione domiciliare dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna, accogliendo l’istanza della difesa.

Il collegio preseduto da  Francesco Maisto,  ha così sciolto la riserva dopo l’udienza di martedì, dove era stata discussa la perizia psichiatrica del prof. Augusto Balloni, che aveva escluso il rischio di recidiva di figlicidio per la donna.

“Una tale costellazione di eventi non è più riscontrabile”, aveva dichiarato, infatti, Balloni ritenendo anche che Annamaria Franzoni possa essere “risocializzata” attraverso la psicoterapia e un percorso coi servizi sociali: due strumenti che possono contenere la pericolosità sociale che ancora sussiste. Lo stesso Balloni, parlando con i giornalisti, aveva auspicato che la donna, che da alcuni mesi è stata ammessa al lavoro esterno, “possa trovare tranquillità a Ripoli , la frazione dell’Appennino bolognese dove vivono il marito e i due figli, . Spero – ha aggiunto – che venga dimenticata. Sarebbe per lei il più grosso regalo. Se fosse lasciata tranquilla e orientata verso una dimenticanza, ne gioverebbe”.

Franzoni sta scontando una condanna a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele, avvenuto a  Cogne nel 2002, dopo sei anni di carcere la Franzoni andrà ai domiciliari, ma non potrà tornare a Cogne dove fu commesso l’omicidio per espresso divieto dei giudici.

“Siamo felici. Sono momenti di fibrillazione, speravo in questa decisione” è stato il primo commento di Paola Savio, avvocato di Annamaria Franzoni. “Si, ho sentito Annamaria. È felice”, ha ribadito il legale.

29454482Fa l’amore con la moglie poi la sgozza, e l’accoltella infine si accanisce sulle sue creature e le taglia la gola mentre dormono. Poi come niente fosse va al bar a vedere la partita con gli amici, ride e si diverte emozionandosi quando l’Italia segna, come è concepibile tutto ciò? E’ agghiacciante.
Carlo Lissi, impiegato 31enne ha ammesso, dopo un lungo interrogatorio, di aver ucciso la moglie Maria Cristina Omes, 38 anni, e i figli Giulia (5 anni) e Gabriele (20 mesi).

Quando si è reso conto che tutte le bugie non reggevano più, verso le 4 del mattino Carlo Lissi è crollato: si è preso la testa fra le mani e nella caserma dei carabinieri di Abbiate Grasso ha mormorato: “Voglio il massimo della pena”.
E’ agghiacciante la dinamica del triplice omicidio. Verso le 23 dopo aver messo i bambini a letto, e  avuto un rapporto intimo con la moglie, il Lissi  è andato in cucina, ha preso un coltello e mentre la donna stava guardando la televisione l’ha colpita alle spalle, mentre continuava a colpirla con il coltello lei gli ha chiesto “perchè?”, lui per tutta risposta l’ha colpita con un pugno e l’ha finita.

Poi è salito nella stanza dei bambini e ha tagliato la gola prima a Giulia poi nella camera matrimoniale ha ucciso anche il piccolo Gabriele recidendogli la gola. Verso le 23e30 è uscito di casa e si è recato al bar a vedere la partita, lungo il tragitto ha buttato il coltello in un tombino.

L’uomo ha raccontato che la furia omicida e’ stata scatenata dalla sua passione non corrisposta per una collega, Lissi aveva fatto della avances, “anche esplicite”, alla donna che pero’ non aveva mostrato alcun interesse.

Secondo il generale Maurizio Stefanizzi, comandante provinciale dei carabinieri, “quel che si può pensare è che nella sua testa con questi omicidi e questa messinscena si potesse liberare dai vincoli familiari con la moglie e con figli e avrebbe potuto ritornare a essere solo e dedicare la sua vita ad altre persone. Questa forse è stata la sua visione delle cose”.

brittany-murphyBrittany Murphy venne trovata morta il 20 dicembre 2009. A distanza di 4 anni, nuovi esami riaprono il caso: l’attrice è stata uccisa?

Brittany Murphy è stata uccisa? La tremenda verità sta venendo a galla: l’attrice venne ritrovata morta alla fine del 2009. Il padre dell’attrice, Angelo, non ha mai creduto alla diagnosi del coroner. Quest’ultimo informò che Brittany era deceduta a causa di una polmonite mai curata, e dell’anemia.

A distanza di 4 anni, però, la tesi del coroner potrebbe subire una netta modifica: Angelo, padre di Brittany, non si è mai arreso all’idea che la figlia fosse morta per una banale polmonite. Dopo aver fatto analizzare i capelli di Brittany, sono emersi dati che dimostrerebbero una situazione differente: la Murphy potrebbe essere stata avvelenata. Poco prima di morire, infatti, l’attrice accusava i disturbi tipici dell’avvelenamento: mal di testa, crampi, polmonite. Inoltre, 5 mesi dopo la sua scomparsa, anche il marito di Brittany morì in circostanza misteriose: cosa si nasconde dietro la loro morte?

Il padre di Brittany Murphy, dopo questa conferma, è intenzionato a scoprire la verità!

 

Omicidio di Massimiliano Spelta e Carolina Paiano

Omicidio di Massimiliano Spelta e Carolina Paiano

L’omicidio in via Muratori risalente all’anno scorso che vedeva protagonisti Massimiliano Spelta e Carolina Paiano ha finalmente trovato i colpevoli. La notizia è stata comunicata dalla Polizia di Stato ed i nomi degli assassini saranno comunicati entro poche ore, anche se i responsabili dell’omicidio pare siano due italiani.

L’11 settembre 2012 gli assassini accusati di omicidio uccisero Massimiliano Spelta di soli 43 anni e sua moglie Carolina Paiano, di 21 anni, a causa di problemi inerenti la droga. Fortunatamente, la piccola di due anni non si è fatta nulla e non è stata vittima dell’omicidio. Secondo alcune fonti, i colpevoli avrebbero detto alcune frasi in italiano nel corso della sparatoria; le indagini hanno ritrovato quasi 50 grammi di droga nella casa della coppia vittima d’omicidio.

Secondo gli inquirenti si tratta di un omicidio legato al traffico di droga, presumendo che l’imprenditore e la sua consorte fossero finiti nel giro, visti i numerosi viaggi.