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morti

meccaSi tratta di un vero e proprio massacro, di un evento che purtroppo ha scosso l’Arabia Saudita e tutto il mondo arabo in quanto legato ad un pellegrinaggio compiuto ogni anno da milioni di persone, quello verso la Mecca in occasione del Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio. Il bilancio dei morti sale ora dopo ora e per il momento si assesta sui 717 pellegrini, ma si contano più di 800 feriti a causa della calca che si è formata nella giornata di ieri per raggiungere il luogo fulcro della preghiera musulmana.

Da alcuni giorni, milioni di fedeli sono infatti in Arabia Saudita per il classico Hajj, il pellegrinaggio alla Mecca che viene considerato il più vasto raduno di pellegrini di tutto il mondo. Durante la giornata si é verificato un incidente catastrofico, che ha fatto muovere le folle in modo inconsulto provocando il soffocamento di centinaia di fedeli che stavano assistendo ai rituali.

Le cause della calca non sono ancora state appurate, ma il tutto avrebbe avuto luogo mentre i fedeli si stavano recando alla simbolica cerimonia della lapidazione di satana, che segna il culmine dello stesso pellegrinaggio. Si tratta di una simbolica lapidazione che avviene su un muro e che probabilmente ha visto muoversi centinaia di pellegrini in modo poco ordinato e portare alla nascita della calca, che ha provocato la morte dei musulmani che si trovavano in quell’area specifica.

Le strutture costruite per facilitare il pellegrinaggio erano imponenti, ma forse non sono bastate per evitare che l’incidente avesse luogo. Alcuni testimoni parlano infatti di una ‘fuga‘ di pellegrini che ha fatto confluire molte persone in un’area che non era stata stabilita. Le parole del ministro saudita per la salute, Khaled al-Faleh, sembrano confermare questa tesi, in quanto l’uomo ha affermato che la tragedia è avvenuta perché molti pellegrini si sono mossi senza rispettare le indicazioni degli organizzatori dei riti, creando un cumulo di persone insostenibile per la struttura predisposta.

vaccino influenza decessi

E oggi salgono a sette i decessi sospetti – ieri erano solo tre – in seguito alla somministrazione del vaccino anti-influenzale Fluad. Già da ieri infatti si sospettava una correlazione con due lotti di vaccino Fluad, prontamente bloccati dall’Aifa. La stessa Agenzia del Farmaco sta esaminando 5 casi in particolare, ma piovono le segnalazioni; tra gli altri, l’Asl di Como ha comunicato un decesso di un paziente a cui era stato somministrato il vaccino, e anche a Parma c’è un decesso sospetto – sebbene si tratti di un ultranovantenne, che soffriva di diverse patologie.

E stasera sono giunte le notizie di altre due morti di anziani che si erano vaccinati. Luca Pani, direttore dell’Aifa, dichiara che arrivano segnalazioni anche da altri lotti, anche se le notizie sono da confermare: “Mi aspetto un numero alto di segnalazioni, vista la mediaticità dell’evento”. Non si escludono nemmeno successivi ritiri del medicinale. “L’incremento delle segnalazioni potrebbe essere dovuto alla fobia. Si chiama ‘concordanza temporale sospetta’”, conclude Pani.

La Novartis, da parte sua, afferma che non c’è alcuna contaminazione nei due lotti di vaccino sospesi dall’Aifa: “Successive verifiche di conformita’ dei due lotti di vaccino – spiegano dall’azienda farmaceutica – hanno confermato la rispondenza a tutti gli standard produttivi e qualitativi, senza rilevarne alcuna contaminazione”. Intanto, per sicurezza, la Regione Lazio ha dato disposizione a tutte le Aziende sanitarie locali di sospendere la distribuzione e la somministrazione del vaccino Fluad, senza badare a quali siano i lotti segnalati. Walter Ricciardi, commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità, invita però alla cautela e a non lasciarsi prendere dal panico: “Martedi’ arriveranno i risultati tossicologici, e entro trenta giorni quelli definitivi all’Aifa”. L’Aifa oggi ha affermato di condividere il pensiero della direzione generale Salute della Regione Lombardia, che – dopo avere avuto notizia dall’Asl di Como del decesso di una persona – ha raccomandato comunque la prosecuzione della campagna vaccinale antinfluenzale.

 

vaccino influenza 2014 morti

Uno dei vaccini anti-influenzali è stato bloccato per tre morti sospette. Oggi infatti l’Agenzia del Farmaco ha vietato la vendita due lotti del vaccino antinfluenzale Fluad, a causa del decesso di tre persone alle quali era appena stato somministrato. Un altro paziente si è sentito male. I due lotti sottoposti a divieto sono il «142701» e il «143301». L’Aifa invita i pazienti che abbiano in casa confezioni del vaccino Fluad a verificare il numero di lotto ed eventualmente a contattare il proprio medico. I tre decessi si sono verificati entro le 48 ore dalla somministrazione del vaccino.

 

«In attesa di disporre degli elementi necessari, tra i quali l’esito degli accertamenti sui campioni già prelevati – afferma l’Aifa in una nota ufficiale – per valutare un eventuale nesso di causalità con la somministrazione delle dosi dei due lotti del vaccino, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha disposto, a titolo esclusivamente cautelativo, il divieto di utilizzo di tali lotti».

 

Il vaccino Fluad è «tra i più usati, certo non ci voleva per la campagna vaccinale in corso che, se si diffonde la paura, rischia di bloccarsi», così ha commentato la notizia il segretario nazionale della federazione dei medici di famiglia Fimmg, Giacomo Milillo. «Bisognerà verificare il nesso di causalità, ma di sicuro questo fatto amplificherà i pregiudizi sui vaccini, in una campagna di vaccinazione antinfluenzale che fino a oggi stava andando abbastanza bene. Ora diffonderemo l’informativa dell’Aifa a tutti i medici per individuare i lotti da bloccare».

Milillo però tranquillizza la popolazione, e afferma che i vaccini comunque fanno bene e sono sicuri. Invita alla cautela anche Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano: «La decisione dell’Aifa è cautelativa. Il fatto che si siano verificate delle morti è certamente preoccupante, però bisogna capire chi fossero queste persone, quale età avessero, da quali tipi di patologie fossero affette. Non è detto che ci sia un nesso di causa-effetto fra la somministrazione del vaccino e il decesso. Potrebbe essere solo una casualità».

11e63ebdb7e418293cb1931b97b73bbeIn un incidente stradale in Argentina, nella provincia di Cordoba, a circa 550 chilometri a nord di Buenos Aires sono morti tre parenti di Papa Francesco, due pronipoti e la loro madre.

Secondo le prime informazioni raccolte dal quotidiano argentino Clarin, l’incidente è avvenuto alle 00.30 locali (quando in Italia era notte fonda, le 4.30) vicino alla località di James Craik, sull’autostrada che collega le città di Rosario e Cordoba, due delle principali città dell’interno, mentre la famiglia Bergoglio rientrava da un lungo fine settimana.

L’autovettura su cui viaggiavano le vittime avrebbe urtato un camion che usciva da una stazione di servizio. . L’autista del mezzo pesante è rimasto illeso, mentre Valeria Carmona, 39 anni, e i due figli, Jose, di 2 anni, e Antonio, di soli 8 mesi sono deceduti. I primi due sul colpo, mentre il più piccolo è arrivato in ospedale ancora in vita, ma i medici non hanno potuto fare nulla per salvarlo.

Alla guida dell’auto c’era Emanuel Horacio Bergoglio, di 35 anni, nipote del Santo Padre. L’uomo è ora ricoverato all’ospedale Pasteur de Villa Maria in prognosi riservata. “E’ arrivato all’una delle mattina con traumi multipli, frattura esposta del braccio destro e una lesione epatica, per cui è stato sottoposto a intervento chirurgico. E’ sotto respirazione assistita”, hanno precisato i medici, e ancora non sa di aver perso la moglie e i suoi due bimbi.

image (4)Treviso- Una tragedia causata dal maltempo,  nell’area d’erba di fronte al Molinetto della Croda era in corso “la festa degli uomini” della Pro loco locale con un centinaio di partecipanti.
All’improvviso è arrivata una bomba d’acqua, che dalla collina si è abbattuta a valle coinvolgendo decine di auto e il tendone dove si svolgeva la festa, trascinando tutto verso il torrente Lierza, che già gonfio della piogge che si erano abbattute nella zona montuosa circostante, è esondato.

Sono almeno quattro i morti, tre i dispersi e circa 20 i feriti, di cui quattro in gravi condizioni. I feriti sono stati accompagnati negli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano. Le operazioni di soccorso sono state rese difficili soprattutto dall’impraticabilità della zona.

Sulla zona si sono concentrati oltre 40 carabinieri, fatti arrivare dalle compagnie che hanno operato con difficoltà per i soccorsi. Attivata anche la Protezione civile, con numerosi volontari che hanno collaborato alle ricerche dei dispersi.

L’Arma ha inoltre inviato mezzi con apparecchiature fotoelettriche per illuminare l’area, priva di ogni illuminazione, in maniera da rendere più agevoli le ricerche di chi mancava all’appello e per facilitare le operazioni di soccorso. Molti dei partecipanti alla festa sono stati allontanati con ambulanze, mezzi militari e con auto di amici e parenti che, appresa la notizia, si sono precipitati sul luogo della tragedia.

13270911_guerra-in-libia-in-tempo-reale-tradotto-da-al-jazeera-5E’ guerra a Tripoli. Quasi 100 morti e 400 feriti è il nuovo bilancio di due settimane di scontri nella sola capitale, dove le diverse milizie si contendono il controllo dell’aeroporto internazionale, in una prova di forza che non è solo territoriale e che si dimostra sempre più violenta.

Anche a Bengasi, in Cirenaica, si contano solo oggi almeno 38 morti in scontri tra forze speciali libiche e gruppi armati islamici. L’allarme è sempre più alto, tanto che dopo gli Stati Uniti, che ieri hanno evacuato tutto il personale dell’ambasciata, oggi anche Gran Bretagna, Germania, Olanda , Francia, Belgio, Turchia, Spagna e Malta,Regno Unito hanno invitato i propri concittadini a lasciare la Libia.

L’ambasciata italiana resta “aperta e operativa”, ma il governo ha disposto “da giorni un piano di tutela dei connazionali nelle zone più a rischio”: oltre 100 italiani che ne hanno fatto richiesta sono stati trasferiti fuori dal Paese, ha riferito la Farnesina.

Il sito della Farnesina “Viaggiare sicuri” sconsiglia “tassativamente” di recarsi a Bengasi o in Cirenaica e invita “i connazionali ad evitare temporaneamente viaggi anche nella capitale”. L’ambasciata a Tripoli resta comunque “aperta, operativa e sempre contattabile”.

“La nostra ambasciata – conferma la nota del ministero – continua ad assicurare il massimo impegno a tutela della collettività e degli interessi italiani in Libia”. Dal canto suo, l’Eni ha infatti reso noto che “le attività proseguono regolarmente”, pur monitorando “con attenzione l’evolversi della situazione”.

ebola-afp-gettySecondo gli ultimi dati diffusi dall’Oms da gennaio la malattia ha colpito 759 persone provocando la morte di 467 persone nei tre paesi. Un vertice di emergenza è stato organizzato dall’Oms per stabilire un protocollo comune in tutta l’area. L’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di aprire un centro di coordinamento in Guinea per gestire l’emergenza e ha mandato nella regione circa 150 operatori sanitari per contenere la malattia. Ma, secondo l’organizzazione, è necessario un impegno forte da parte delle istituzioni locali.

Guinea, Sierra Leone e Liberia sono al centro dell’epidemia causata dal virus Ebola. In Guinea da marzo ci sono stati 413 casi e 303 morti. In Sierra Leone 239 casi e 99 morti. In Liberia 107 casi e 65 morti.

La portata attuale dell’epidemia non ha precedenti in termini di distribuzione geografica, persone colpite e decessi. Il virus si manifesta con febbre alta, diarrea, vomito, affaticamento e talvolta emorragie: con un tasso di mortalità del 90 per cento è uno dei più contagiosi e letali per l’essere umano, dato che non sono stati ancora trovati né vaccini, né cure.

Il periodo di incubazione del virus – che varia da due giorni a tre settimane – complica la situazione, rendendo impossibile individuare i nuovi casi quando i sintomi non si sono ancora manifestati. L’infezione si trasmette tra gli esseri umani al contatto con i fluidi corporei, come sangue o secrezioni, anche nel caso di persone defunte.

Secondo quanto riferito dall’Oms,  l’allarme è serio: il nuovo ceppo del virus, infatti, sembra essere il più cattivo degli ultimi anni, tanto da portare la mortalità da sette a nove casi su dieci.

“Abbiamo già avuto a che fare con epidemie di Ebola e siamo stati in grado di fermarle. Questa è una sfida maggiore perché interessa tre paesi e ci sono dei piccoli focolai diffusi. Ma i principi sono gli stessi. Possiamo fermare l’epidemia di Ebola, ma devono essere osservate cinque misure fondamentali”. Le regole da osservare sono state elencate durante la riunione dei ministri della Salute di 11 paesi africani durante un meeting di due giorni ad Accra, in Ghana. Tra le misure, una serie di raccomandazioni ai paesi interessati e la costituzione di un fondo d’urgenza da 7 milioni di euro.

sarajevo-660x330Le poste austriache hanno emesso oggi due francobolli per ricordare l’attentato di Sarajevo, I due francobolli (da 70 e 62 centesimi di euro) sono raccolti in un foglietto e mostrano i ritratti dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie Sofia; sulla sfondo, un disegno che raffigura l’attentato da un giornale dell’epoca.

Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia vennero colpiti a morte con alcuni colpi di pistola sparati da Gavrilo Princip, diciannovenne serbo appartenente alla Giovane Bosnia, gruppo politico che mirava all’unificazione degli slavi del sud. Fu la scintilla che portò alla Prima Guerra Mondiale: un mese dopo, infatti, il 28 luglio, l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia.

L’assassinio di Sarajevo fu organizzato da studenti anarchici fra i 16 e i 20 anni,  oltre a Princip, altri studenti avevano avuto diversi compiti nell’attentato e si erano accordati per suicidarsi una volta portato a termine. Nessuno lo fece, per motivi diversi e un po’ comici. Il mese successivo, l’Austria dichiarò guerra alla Serbia provocando diverse reazioni che avrebbero in seguito causato la Prima Guerra Mondiale.

L’attentato fu opera di un ragazzino fanatico di vent’anni, dai suoi due spari, come conseguenza,ci furono trenta milioni di morti macellati nel più grande conflitto armato cui il mondo avesse mai assistito.

Un giornale dell’epoca così lo descrive: “L’arciduca ereditario Francesco Ferdinando si reca in Bosnia accompagnato dalla sua consorte a presenziare colà le manovre militari e, nel mentre attraversavano la città di Sarajevo in automobile, furono proditoriamente uccisi con rivoltella da un Serbo di nome Princip. Il fatto destò universalmente tristissima impressione, e il pubblico si mise in attesa del conseguente gravissimo castigo con cui l’Austria avrebbe vendicato il delitto e il proprio insulto. Ne seguì il processo, che assodò l’esistenza di una vasta congiura serba contro l’arciduca e contro l’Austria stessa colla complicità del governo Serbo stesso aizzatovi dal contegno della Russia”.

Da quel attentato scaturì un immane tragedia.