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Gli italiani imprudenti sul web…

Gli italiani che navigano su Internet sono poco attenti e pochissimo prudenti. Secondo un’indagine condotta dalla multinazionale CPP Italia, specializzata nella sicurezza dei dati personali, a causa della leggerezza con cui di solito ci si rapporta ai vari account web con cui quotidianamente ci troviamo ad avere a che fare, il 16% degli utenti italiani ha subito almeno una volta una violazione.

Vediamo più nel dettaglio quali sono i punti di maggiore vulnerabilità dell’utente medio italiano.

Il 30% degli intervistati ha denunciato un uso fraudolento del proprio account di posta elettronica, di Messenger o di altre web chat e del proprio account di social network. Il 2% ha dichiarato di aver subito, in seguito alla violazione, un danno economico limitato a 100 euro, mentre per 3 intervistati su 100 i danni si sono mantenuti entro i 1000 euro; solo l’1% del campione ha dichiarato di essere incorso in un danno economico pari a 5000 euro.

La principale ragione che spiega queste violazioni è, appunto, a volte l’imprudenza.

Il 42% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di non modificare mai la password di accesso ai servizi di email o di home banking, a meno che la procedura di accesso non lo richieda, mentre l’11%  la modifica almeno una volta all’anno e un 17% di utenti molto prudenti la modifica una volta al mese. Il cambiamento frequente della password è una delle strategie che può metterci al sicuro da violazioni e da possibili truffe, che tuttavia, per garantire un’effettiva sicurezza, deve essere combinata ad un altro accorgimento importante, quello di utilizzare password diverse per ogni tipo di accesso. Qualora qualcuno dovesse entrare in possesso della nostra unica password, potrebbe accedere con grande facilità a tutti i nostri account Internet, oppure, cosa ancora più grave, arrivare addirittura al furto di identità, un tipo di illecito la cui incidenza si sta allargando a macchia d’olio nel nostro Paese e che può avere conseguenze veramente gravi per chi lo subisce. Chi si impossessa della nostra identità può, ad esempio, richiedere un finanziamento a nostro nome, lasciando ovviamente a noi l’onere di versare automaticamente ogni mese una rata di rimborso; per chi è vittima di un tale tipo di frode è molto difficile dimostrare di essere estraneo ai fatti e ottenere il rimborso delle somme eventualmente versate.

Anche quando l’utente è molto prudente e cambia periodicamente le password d’accesso dei suoi account, tende spesso a sceglierle troppo semplici o facilmente intuibili. Molte persone, infatti, scelgono come password il proprio nome, il nome del fidanzato, del marito, del proprio cane o del figlio, quindi password molto semplici e facili da indovinare. Quasi mai si scelgono password più complesse, composte cioè da lettere, numeri e simboli, e quasi mai la password è un segreto che conserviamo gelosamente: il 31% degli intervistati ammette infatti di aver rivelato la password al coniuge o ai figli e oltre il 75% del campione ammette di aver dimenticato almeno una volta una password importante.

 

Vista l’estensione dei servizi web, proteggersi da violazioni e frodi è senza dubbio una priorità per il navigatore del web, e come sempre l’informazione e la prevenzione sono i metodi migliori.