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ipo ferrariPiazza Affari si tinge di rosso e si prepara ad accogliere il titolo di Maranello. Ecco il debutto delle azioni Ferrari, quotate sul nostro mercato a 43 euro per azione. Si tratta di un evento storico per la finanza italiana e internazionale, perché dopo lo sbarco a Wall Street, tocca ora a Palazzo Mezzanotte esporre l’intera fiammante gamma delle Ferrari.

Si tratta di una decina di modelli, fra i quali è stata esposta anche la nuova e conturbante F12TDF. La cerimonia di avvio degli scambi è stata molto sentita e anche il premier Renzi vi ha partecipato, con un’accoglienza da parte dei vertici del Lingotto, ovvero Sergio Marchionne, l’amministratore delegato Amedeo Felisa, il figlio del fondatore Enzo Ferrari Piero e il presidente di Exor e Fca John Elkann.

La quotazione di Ferrari alla borsa italiana è un test decisamente importante sul futuro del Cavallino e la questione interessa da vicino anche Fca. La quotazione della Ferrari è stata infatti completata e conclusa anche grazie alla sua separazione dal gruppo Fca. Attualmente il gruppo era quotato per il 10% del suo capitale a Wall Street e un altro 10% è nelle mani di Piero Ferrari. Il restante 80% delle quote di capitale è stato quindi distribuito pro quota a tutti gli azionisti del Lingotto e, grazie al patto concluso fra Piero Ferrari e la famiglia Agnelli, il controllo aggiunto spetta alla famiglia e all’erede del fondatore del Cavallino.

Ora il mondo finanziario ed economico è in attesa della valutazione delle due società, che si trovano attualmente a correre separatamente sul mercato. Gli investitori hanno valorizzato Ferrari in modo massivo, associandolo a un brand luxury, e la quotazione ha segnato il suo avvio a 43 euro, in linea con i 48 dollari segnati a Wall Street. Si tratta di un buon segnale, mentre le quote Fca si sono adeguate alla manovra di spin off di Ferrari, scendendo a 8.5 euro.

Secondo gli esperti, lo stacco del Cavallino può portare benefici alla società Fca a causa dell’abbattimento del debito e dei proventi che sono stati acquisiti grazie alla vendita della Ferrari. La manovra si proporne quindi utile e benefica per entrambe le società, in quanto Ferrari correrà da sola e potrà sicuramente farcela visto il suo storico prestigio, mentre Fca sarà impegnata in una corsa unilaterale, ma pulita e ricca dal punto di vista economico e finanziario.

L’incubo dei bancari che non finisce più di movimentare Piazza Affari, al punto che la Consob è spesso chiamata a stoppare ogni eventuale effetto-contagio, non rendendo possibili le negoziazioni di ogni azione che possa avere una volatilità di natura speculativa, accentuata dal fatto che gli investitori seguirebbero un annuncio positivo o negativo. C’è il pericolo che gli investitori speculino al ribasso? La Consob interviene e vieta posizioni di tal tipo su tali titoli che, secondo l’opinione pubblica, attraversano un momento burrascoso.

La sospensione per eccesso di volatilità (una delle regole cardine di Piazza Affari), la chiusura delle negoziazioni o solo delle posizioni allo scoperto ribassiste sono diventate più la regola che l’eccezione e hanno spesso riguardato i bancari. Non ci si stupisce se, pertanto, si finisca col non rilasciare più comunicazioni ufficiali su eventuali operazioni di acquisizione, dato che potrebbero essere ritenute “sensibili” per condizionare il sentiment degli investitori.
E così nessuno sa niente, nessuno conferma nulla.
Gli analisti cercano di incrociare i dati. Si dicono: bene, a quanto sembra anche Banca Santader procede ad un aumento di capitale. Fosse che per caso è diventato il nuovo socio azionario di Banca Mps? Ed invece no, non arriva la tanto sperata conferma.

Certamente, siamo ben lungi dall’immaginare che gli investitori abbiamo deciso, tutti insieme, di comprare le azioni Mps, proprio ora che il clima su questo bancario non è dei più favorevoli. L’unica ipotesi da fare è che vi sia qualcuno interessato a diventare partner azionario o socio di maggioranza di Mps e, visto che non ci è dato sapere chi, le ipotesi sono tra le più fantasiose ed attraversano ogni confine: dalle grandi banche italiane, sino ai fondi di investimento esteri che rompono sempre le uova nel paniere ai mercati. Ricordiamo quando qualche anno fa si parlava degli hedge funds statunitensi? Nel loro mirino, c’erano proprio i bancari italiani. Oggi ci si sposta, oltre gli Usa, sino ai fondi arabi.

Borsa – Dire che si è trattato di un giovedì nero è un eufemismo. La borsa mondiale è letteralmente crollata nella giornata di giovedì, facendo segnare perdite pesanti. Tokyo ha accusato la peggiore perdita degli ultimi due anni, perdendo il 7,32%. Aveva fatto peggio solamente nel marzo 2011, dopo il terremoto e la perdita del 10,55%.

Borsa – l’Europa segue Tokyo in perdita

Sull’onda delle perdite della borsa di Tokyo, l’Europa non fa certo meglio. L’indice Staxx 600 ha perso il 2%, stessa cosa per Francoforte che deve cedere il 2,1%. Parigi perde il 2,07%, mentre Londra il 2,1%. Male anche Piazza Affari, che chiude con l’indice Frse Mib in calo del 3,06%.