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baraniTristezza e sdegno accompagnano in queste ore le aule del Senato. La vicenda risale alla settimana scorsa, quando i senatori verdiniani Barani e D’Anna avevano mimato una fellatio contro la rappresentante dei 5 Stelle Barbara Lezzi, in dolce attesa di 5 mesi.

Si è trattato di uno dei capitoli più tristi e volgari della politica italiana, di un gesto becero e sessista che fortunatamente è stato punito con una pena che poteva essere anche di portata maggiore: 5 giorni di sospensione al capogruppo e al portavoce verdiniani per atti osceni e per comportamento non consono, con effetto immediato.

Il presidente del senato Grasso aveva raccolto il consiglio di presidenza di Palazzo Madama in una tre ore di discussioni e ha quindi valutato il comportamento dei due senatori condannandoli alla sospensione, un’azione che raramente viene applicata (purtroppo) fra i banchi del Senato e della Camera. Bisogna averla combinata grossa e questa volta la goccia ha fatto traboccare il vaso, perché il gesto, al di la della volgarità, è parso sintomatico del clima becero e irrispettoso che si respira fra i banchi dei palazzi che rappresentano la politica italiana in tutto il mondo.

I verdiniani hanno avuto lo spudorato il coraggio di difendersi, anche se le telecamere hanno documentato il gesto e sono pronte a riproporlo all’infinito, ma forse chiedere scusa è troppo difficile, quindi cinque giorni sono il minimo che il presidente poteva affibbiare a questi uomini irrispettosi della presenza delle donne fra il parlamento italiano.

I gesti hanno minato la credibilità delle istituzioni secondo il presidente del senato Grasso. La presidenza ha scelto inoltre di bloccare la sanzione nei confronti della censura al capogruppo dei cinque stelle Gianluca Castaldi, che ha chiesto la possibilità di far riunire il gruppo per valutare gli episodi accaduti durante la seduta del 1° ottobre.

sparatoria canada

E’ notizia di pochi minuti fa: c’è massima allerta in Canada, per la precisione nel Parlamento, a Ottawa, dopo che nell’edificio si sono uditi alcuni spari. Era in quel momento in corso una riunione politica tra personaggi di alto livello. Un soldato di guardia, che si trovava vicino al monumento al milite ignoto, è rimasto ferito. Sono stati circa 20 i colpi di arma da fuoco, stando al racconto di alcuni testimoni. A sparare sarebbe stato un uomo con i capelli lunghi e il volto coperto, con un fucile.

Secondo quanto si legge e secondo quanto è stato riferito da un parlamentare al Toronto Star, l’uomo che ha sparato sarebbe stato ucciso in una colluttazione a fuoco, mentre per la tv di Stato la caccia all’uomo responsabile di ciò sarebbe ancora in corso. Intanto, la polizia canadese ha isolato completamente la zona nei pressi del Parlamento, allontanando le persone dicendo che c’è un uomo armato nell’area. Così la zona tra il Monumento ai Caduti e il Parlamento è stata sgomberata, come riporta il The Globe and Mail su Twitter. La polizia sta svolgendo una perquisizione attenta di tutti gli edifici in zona; il soldato colpito è stato portato in ospedale, ma nulla si sa sulle sue condizioni di salute.

Il premier canadese Stephen Harper ha lasciato il Parlamento. Proprio ieri in Canada era stata proclamata l’allerta antiterrorismo. Ieri infatti è deceduto uno dei due soldati investiti lunedì da un giovane convertito all’Islam a Saint-Jean-sur Richelieu. Il rischio, secondo le Autorità, è che «individui o gruppi dentro il Canada hanno l’intenzione e le capacità di commettere atti di terrorismo». Il sospetto jihadista colpevole dell’omicidio era il 25enne Martin Couture-Rouleau, fermato per breve tempo a luglio scorso, poi ucciso anche lui in un’operazione di polizia in seguito all’attentato. Non è ancora chiaro se ci sia un collegamento tra i due attentati.

Grillofarage-300x225Il leader del Movimento 5 stelle a Strasburgo debutta alla riunione del gruppo Efdd a fianco del leader Ukip, e subito dichiara guerra a Renzi.

Al Parlamento Europeo Grillo ha detto che non vuole parlare con Renzi, ma dialogare direttamente con la Cancelliera tedesca Merkel e il Presidente designato della Commissione Europea Jean Claude Juncker”.

Alla domanda se è  pronto per l’Europa di Matteo Renzi, la risposta di Grillo è lapidaria e ricorda il famigerato incontro in diretta streaming:

“Qui siamo nell’Europa, nel mondo. Dobbiamo cambiare il mondo. Abbiamo una visione meravigliosa e lei mi viene con un passato remoto che non ha più assolutamente nessun tipo di interesse, almeno da parte mia”.
Nel suo intervento al gruppo Efdd, Europe of Freedom and Direct Democracy, di cui fanno parte il M5s e l’Ukip di Nigel Farage, Grillo attacca pesantemente l’europa e l’Italia:

“L’inno alla gioia? Usato da Hitler e dai più grandi killer della storia”.”Soldi all’Italia? L’Europa non li dia più perché finiscono nelle regioni dove ci sono le mafie”

“Io sono venuto qui a guardare i conti e a dire di non dare più i soldi all’Italia perché scompaiono in tre regioni: Sicilia, Calabria e Campania. Dove ci sono la mafia, la `ndrangheta e la camorra”.

Grillo attacca il neo presidente del Parlamento europeo: Schulz è venuto in Italia a fare campagna elettorale con i soldi pubblici, nostri, contro di me. Ha detto che sono un venticello che passa. Io sono un venticello che passa? Stai attento Schulz perché io ora sono qua con altri diciassette”

Sul leader dell’Ukip dice il leader del M5s : “Amo le persone come Farage, perché è uno che si emoziona . Ci siamo trovati subito. Noi abbiamo cambiato la politica in Italia, lui la vuole cambiare a Londra”.

“Se mi va male in Italia , ha aggiunto rivolgendosi al leader degli euroscettici , vengo a stare da te a Londra, preparati”.

pietro-naj-oleari_schulz_20120111_01smlL’Europa ricomincia oggi da Strasburgo, con la prima riunione della nuova assemblea eletta con il voto di maggio e con il primo atto dei neo-eletti: il voto per scegliere il Presidente del Parlamento, una procedura  guidata dal presidente ad interim Gianni Pittella.

Il tedesco Martin Schulz, appartenente alla Spd e quindi al Partito socialista europeo, è stato confermato alla prima votazione presidente del Parlamento europeo. Schulz ha ottenuto 409 voti su 751 grazie all’accordo di coalizione con il Ppe e i liberali.

Gli eurodeputati del gruppo euroscettico di Nigel Farage  hanno dato il via alle proteste, si sono alzati in piedi e hanno voltato le spalle all’orchestra Filarmonica di Strasburgo mentre questa suonava l’Inno alla Gioia di Beethoven, al centro dell’emiciclo dell’Europarlamento, durante l’inaugurazione della sua ottava legislatura.

Gli eurodeputati che hanno dato le spalle all’inno europeo erano circa una quindicina, dei 48 che conta il gruppo euroscettico Efdd ,Europa della libertà e della democrazia diretta, tra i quali anche i 17 eletti dell’M5S, che non hanno partecipato alla protesta e che oggi dovrebbero avere il supporto di Peppe Grillo.

Oggi, per la prima volta nella storia dell’emiciclo, c’è l’entrata di esponenti neonazisti provenienti dalla Grecia (Alba Dorata) e dalla Germania. Attesa  per le mosse di Marine Le Pen, la leader del Front National che, nonostante il successo conseguito in Francia, non è riuscita nella formazione di un gruppo politico insieme agli xenofobi olandesi del Pvv e alla pattuglia dei leghisti.

Per l’Italia è un momento  molto atteso e  importante, perché segna  l’inizio del semestre di presidenza italiano del Consiglio Ue. La giornata di mercoledì, a Strasburgo, sarà dedicata proprio alla presentazione dei programmi della presidenza italiana: il Presidente del Consiglio Matteo Renzi discuterà con gli eurodeputati le priorità del semestre italiano dopo le valutazioni della presidenza uscente greca.

o-BARBARA-SPINELLI-facebook«Cari tutti, cari elet­tori, cari can­di­dati e garanti della Lista “L’Altra Europa con Tsipras”, 

Ho molto medi­tato quel che dovevo fare, in con­si­de­ra­zione della domanda sem­pre più insi­stente che veniva dagli elet­tori e da un gran numero di can­di­dati, e ritorno sulle mie deci­sioni: accet­terò l’elezione al Par­la­mento euro­peo, dove andrò nel gruppo GUE-Sinistra Europea, ripro­met­ten­domi di garan­tire la fedeltà al primo mani­fe­sto della Lista ita­liana «L’Altra Europa con Tsi­pras» e ai 10 punti di programma che abbiamo pro­po­sto agli elet­tori. Sin dalla con­fe­renza stampa del 26 mag­gio avevo lasciato in sospeso la mia deci­sione: e non solo per­ché sor­presa dalla quan­tità di pre­fe­renze ma anche in con­si­de­ra­zione del fatto che la situa­zione politico-elettorale stava preci­pi­to­sa­mente cambiando. 

La linea mae­stra alla quale intendo atte­nermi è di ope­rare nel Par­lamento euro­peo – e anche nella comu­ni­ca­zione scritta, come rap­presen­tante degli elet­tori euro­pei – per una poli­tica di lotta vera all’ideologia dell’austerità e della cosid­detta «pre­ca­rietà espan­siva», alla cor­ru­zione e alle minacce mafiose in Ita­lia; per i diritti dei cit­ta­dini; per la rea­liz­za­zione di un’Europa fede­rale dotata di poteri auten­tici e demo­cra­tici: quell’Europa che sinora, gestita dai soli governi in un mici­diale equi­li­brio di forze tra potenti e impo­tenti, è man­cata ai suoi com­piti. Il Par­la­mento in cui intendo entrare dovrà, su spinta della nostra Lista e delle pres­sioni che essa eser­ci­terà in Europa e in Ita­lia, essere costi­tuente. Dovrà lot­tare acca­ni­ta­mente con­tro lo svuotamento delle demo­cra­zie e delle nostre Costi­tu­zioni, a comin­ciare da quelle ita­liane e dal vuoto demo­cra­tico che si è creato in un’Unione che non merita, oggi, il nome che ha. 

Mi ha con­vinto a cam­biare opi­nione anche la let­tera di Ale­xis Tsi­pras. La domanda che mi rivolge di accet­tare il risul­tato delle ele­zioni è per me deci­siva e – ne sono certa – lo sarà per la Lista nel suo complesso. Alle innu­me­re­voli sol­le­ci­ta­zioni rice­vute dall’interno (garanti, elet­tori, comi­tati, can­di­dati) si aggiun­gono infine sol­le­ci­ta­zioni dall’esterno (depu­tati del GUE e non solo). 

So che molti sono delusi: il pro­po­sito espresso all’inizio di non andare al Par­la­mento euro­peo sarebbe disat­teso, e que­sto equi­var­rebbe a una sorta di tra­di­mento. Non sento tut­ta­via di aver tra­dito una promessa. I patti si per­fe­zio­nano per volontà di almeno due parti e gli elet­tori il patto non l’hanno accet­tato, accor­dan­domi oltre 78.000 prefe­renze. Mi sono resa conto, il giorno in cui abbiamo cono­sciuto i risul­tati, che sono vera­mente molti coloro che mi hanno scelto neppure sapendo quel che avevo annun­ciato: anche loro si sen­ti­rebbero tra­diti se non tenessi conto della loro volontà. Inol­tre, come garante della Lista, ho il dovere di pro­teg­gerla: le logi­che di parte non pos­sono com­pro­met­terne la natura ori­gi­na­ria. Pro­prio le divi­sioni iden­ti­ta­rie che si sono create sul mio nome mi indu­cono a pen­sare che la mia pre­senza a Bru­xel­les garan­ti­rebbe al meglio la voca­zione, che va asso­lu­ta­mente sal­va­guar­data, del pro­getto – inclu­sivo, sopra le parti – che si sta costruendo. 

Per quanto riguarda la scelta che sono chia­mata uffi­cial­mente a compiere, annun­cio che essa sarà in favore del Col­le­gio Cen­tro: è il mio col­le­gio natu­rale, la mia città è Roma. È qui che ho rice­vuto il mag­gior numero di voti. A Sud non ero capo­li­sta ma seconda dopo Ermanno Rea, e da molti ver­rei per­ce­pita come «para­ca­du­tata» dall’alto. Mi assumo l’intera respon­sa­bi­lità di quest’opzione, che mi pare la più giu­sta, nella piena con­sa­pe­vo­lezza dei prezzi e dei sacrifici che essa comporterà. 

La mia più grande gra­ti­tu­dine va a Marco Fur­faro per la gene­ro­sità che ha messo nella cam­pa­gna e che spero dedi­cherà ancora all’avventura Tsi­pras. Sono certa che i tanti elet­tori di SEL, bat­tu­tisi con forza per la nostra Lista, appro­ve­ranno e comun­que accet­te­ranno una scelta che è stata molto sof­ferta, visti i costi che saranno sop­por­tati dal can­di­dato del Cen­tro desi­gnato come il primo dei non eletti. Conto non solo sulla loro fedeltà alla Lista ma sulla loro partecipazione immu­tata al pro­getto ini­ziale, che ha come pro­spet­tiva un’aggregazione di forze (di sini­stra, di delusi dalla pre­sente democra­zia rap­pre­sen­ta­tiva, di emi­grati nell’astensione) alter­na­tiva all’odierno centro-sinistra e alle grandi intese. 

Augu­rando a tutti voi e noi il pro­se­gui­mento di una bat­ta­glia uni­ta­ria e inclu­siva al mas­simo, vi saluto con grande affetto e gratitudine».