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naomi-campbell-presenta-the-faceForse l’età sta rendendo più dolce e più disponibile la Venere Nera Naomi Campbell, famosa per la sua innata bellezza ma anche per il suo caratterino dirompente. Ieri mattina la Venere era infatti attesa per le ore 10.00 presso uno store Yamamay di Milano, per presentare al grande pubblico la collezione di biancheria disegnata da lei stessa in collaborazione con il marchio.

Tanta, anzi tantissima la folla che si era accalcata sotto le porte del negozio per attendere la Campbell e guadagnarsi una foto ricordo o una stretta di mano. La modella è però arrivata in grande ritardo, due ore per cause ancora da comprendere, e tanti sono stati i fan che se ne sono andati, stufi di aspettare vista soprattutto l’uggiosa giornata milanese.

Quando la Venere Nera ha fatto il suo arrivo le cose sono però cambiate, perché con passo felino ha attraversato il red carpet organizzato apposta per lei all’interno del negozio e ha chiesto sinceramente scusa a tutte le persone per il ritardo che aveva accumulato. Tutto perdonato e una presenza che si è divisa fra foto e strette di mano, per una presentazione di linea alla fine dei conti ben riuscita.

Il grande afflusso di folla ricorda l’arrivo che qualche mese fa ha coinvolto le super top model Kate Moss e Cara Delevingne, rappresentanti del brand Mango. In quell’occasione Milano sembrava letteralmente ‘scoppiare’ tanto era stato l’afflusso di persone concentrate nello store per attendere le due modelle.

Le griffe di moda e anche i brand più popolari hanno quindi trovato l’arma giusta per fare breccia nel cuore dei consumatori, ovvero scegliere testimonial di successo, che oltre ad interpretare e vestire i capi disegnano una capsule collection in edizione limitata. La collezione si propone infatti ambita e sa muovere le folle, o farle aspettare ore davanti ad un negozio in attesa di un selfie o di una semplice stretta di mano.

Spoglio delle primarie amministrative del centrosinistra a MilanoSi sono concluse ieri le primarie del Partito Democratico a Milano, incoronando Giuseppe Sala vincitore assoluto. Con il 42% dei voti, il commissario della recente Expo si è infatti aggiudicato la possibilità di correre a primo cittadino della metropoli meneghina, sbaragliando la concorrenza e dimostrando che a conti fatti lui era e resterà il candidato più forte al titolo.

Giuseppe Sala ha 58 anni e oltre ad essere stato commissario ad Expo ha ricoperto molti incarichi come manager nel corso della sua carriera professionale. A giugno sarà quindi lui a rappresentare il Pd nella sfida alla poltrona di primo cittadino, che si propone già molto ‘calda’ alla luce delle scelte che verranno fatte anche dagli altri partiti. Nel frattempo Sala si gode la vittoria, che è apparsa decisamente importante, perché il manager ha staccato di dieci punti percentuali Francesca Balzani, mentre Pierfrancesco Majorino si è fermato al 23 per cento, il quarto è Antonio Iannetta con lo 0,7%.

Uomo di Renzi, Giuseppe Sala ha ricevuto la telefonata del premier prima che iniziasse lo spoglio delle schede elettorali delle primarie, mentre dopo la vittoria numerosi sono stati i tweet arrivati dagli esponenti del Partito democratico che gli hanno augurato di poter sedere presto sulla poltrona di primo cittadino e portare avanti la città con successo, come ha fatto finora con le sue aziende e con il grande progetto Expo.

Anche il sindaco uscente Giuliano Pisapia ha dichiarato la sua felicità per il risultato ottenuto. Anche se il suo favore era per Francesca Balzani, arrivata seconda, Pisapia non ha nascosto la sua felicità per la continuità di partito, di idee e di personalità sulle quali il comune di Milano potrà contare se Sala sarà eletto primo cittadino. Il sindaco uscente ha quindi affermato che sosterrà Sala in ogni punto della sua campagna elettorale e nella corsa alla poltrona, per donare continuità al lavoro finora svolto e rafforzare la presenza del Pd nella città di Milano.

il declino di yahooTempi duri per il motore di ricerca Yahoo, soprattutto dopo la conferma che la società Alphabet che detiene Google è la ditta più potente e ricca dell’intero pianeta. Se Google sale Yahoo però scende, e questo fatto è stato registrato dalla perdita di oltre quattro miliardi di dollari registrata nel corso del 2015. La forza lavoro del gruppo dovrà quindi essere tagliata del 15% stando a quanto annunciato dallo stesso Yahoo in una nota, il che equivale a 1700 posti di lavoro in meno nell’assetto del gruppo.

L’amministratore delegato Marissa Meyer ha dichiarato che Yahoo valuterà le sue opzioni, anzi, metterà in piedi un aggressivo piano strategico con l’obiettivo di tagliare in primis le spese operative di ben 400 milioni di dollari entro la fine del 2016, il che si traduce nella chiusura di alcune delle filiali storiche del motore di ricerca. Ecco quindi arrivare la notizia che la sede Yahoo di Milano chiuderà i battenti, ma non si tratta dell’unica sede Yahoo bloccata, perché i vertici hanno deciso di abbassare le saracinesche anche a Dubai, a Madrid, a Città del Messico e a Buenos Aires.

L’anno registrato per la compagnia di Sunnyvale è quindi negativo sotto ogni punto di vista, perché oltre alle chiusure e ai tagli di personale, Yahoo si appresta anche a chiudere i suoi conti con bilanci inesorabilmente in rosso. Il netto utile per azione è stato infatti di 0.13 cent, in linea con quanto prospettato dagli analisti, che da tempo tengono ‘sotto controllo’ la società.

Anche se i ricavi sono saliti dell’1.6%, assestandosi a 1.27 miliardi di dollari contro i previsti 1.19 miliardi di dollari, i titoli stanno risentendo dell’instabilità e si rivelano poco mossi in termini globali. Si tratta quindi di una situazione di stallo, che chiederà di poter essere letta dopo che i tagli di spesa e personale verranno attuati al fine di snellire la società e di renderla più competitiva agli occhi del mercato degli investitori.

milano smogTv, giornali e web non parlano d’altro, perché il blocco del traffico che in questi giorni sta interessando la città di Milano ha dipinto uno scenario decisamente fuori dal comune. Si tratta di manovre speciali, che hanno indotto il blocco del traffico obbligatorio per ovviare al problema spinoso delle polveri sottili, al massimo dell’allerta già da molti giorni. La manovra si è inoltre imposta di fare buon viso a cattivo gioco, in un periodo in cui la nebbia è ricomparsa sulla Madonnina dopo tanti anni di assenza.

Il web e la tv si stanno quindi popolando di immagini di una Milano semideserta, dove gli unici veicoli che possono circolare sono i mezzi pubblici e ovviamente quelli degli agenti della polizia, preposti a controllare che le norme vengano rispettate dai cittadini e anche dai viaggiatori che si trovano in città. Luoghi iper affollati, soprattutto sotto le feste, come Corso Buenos Aires o la zona di San Siro si sono ritrovate in poche ore deserte, con pedoni in mezzo alla strada e una fitta coltre di nebbia a disegnare un paesaggio dai tratti lunari.

Dalle 10.00 alle 16.00 non potranno circolare in questi tre giorni i mezzi privati a Milano e negli 11 paesi del suo hinterland. Si tratta di una manovra doverosa, che purtroppo si è mutata in un caso politico perché sembra che l’intervento del governo sia stato nullo in merito. Nel frattempo le città stanno andando avanti e forse hanno insegnato ai cittadini che la comodità di avere un’automobile è grande, e che qualche sacrificio di piccola entità può aiutare la collettività a guadagnarci in salute e anche in termini di spesa mensile. Il biglietto unico a 1.50 euro è stata infatti premiata come manovra utile e ha permesso ai milanesi di spostarsi e di impiegare i mezzi senza aggiungere spese importanti al budget di fine anno.

milano città smartTre giorni di blocco totale a Milano, perché lo smog è salito a livelli stellari e chiede di essere fermato con l’aiuto di tutti i cittadini. Si tratta di una situazione grave, legata alla mancanza di pioggia, all’alta pressione e all’umidità, che in questi giorni stanno interessando la metropoli di Milano e anche molti dei paesi del suo hinterland. Il sindaco Pisapia ha chiesto di fermare i motori dal 28 dicembre al 30 dicembre, e nessun veicolo privato, che si tratti di auto o di moto, potrà circolare dalle 10.00 del mattino alle 16.00 del pomeriggio in città.

Anche i comuni limitrofi hanno aderito alle misure antismog stabilite dal comune, quali Pavia, Cinisello e Sesto S. Giovanni, mentre Bergamo prenderà una decisione stamane su che piano adottare per abbassare lo smog. La manovra si propone quindi massiva e invita i cittadini a servirsi dei mezzi pubblici per cercare di abbattere il livello delle polveri sottili, che in città si rivela preoccupante. A tal fine è stato prorogato il bonus che permette di viaggiare tutto il giorno con i mezzi pubblici al costo di 1.50 euro.

Da 28 giorni la metropoli sta sforando i livelli di Pm10 massimi e la situazione non accenna certo a migliorare, viste le previsioni miti che sono state proposte per la fine dell’anno. Ecco arrivare una richiesta di collaborazione da parte dei cittadini, ma anche di aiuto da parte del governo e dell’Unione europea, perché il problema si propone ciclico e sta creando non pochi disagi alla popolazione, che si vede chiamata a organizzare le giornate in modo diverso, soprattutto in un periodo così particolare come quello prefestivo.

Se da un lato la richiesta di scegliere i mezzi pubblici può essere attuata al mattino e alla sera per chi si sposta per lavoro, tutto diventa più difficile in previsione degli spostamenti diurni e le associazioni dei commercianti sono insorte, in quanto il periodo di Natale si propone come un’ancora di salvataggio per molti esercizi, soprattutto alla luce delle vendite effettuate durante il corso dell’anno.

milano_scala_disavanzo_contributo_sociAlle 18.00 di lunedì 7 dicembre si è alzato il sipario della Scala di Milano sulla Giovanna D’Arco di Giuseppe Verdi, opera tornata in scena dopo ben 150 anni di assenza dal Piermarini. Si è trattato dell’appuntamento lirico più atteso della stagione, di un evento che ha condotto tanti estimatori dell’opera a spostarsi nella città meneghina per assistere a un capolavoro che mancava da tempo dalle scene e che si è proposto di dare il via in grande stile alla stagione d’opera e balletto del più importante teatro lirico italiano.

La Giovanna D’Arco alla Scala ha potuto godere di un’organizzazione a dir poco stellare, che ha visto alla regia Moshe Leiser e Patrice Caurier, alle scene Christian Fenouillat e ai costumi il genio di Agostino Cavalca. Grande assente annunciato il baritono Carlos Alvarez, sostituito però da Devid Cecconi al fianco dei protagonisti designati Francesco Meli e Anna Netrebko.

La prima della Scala si è quindi proposta poco mondana e decisamente blindata, vista l’annunciata presenza del presidente del consiglio Renzi e di molti rappresentanti del governo, di grandi direttori d’opera accorsi per assistere alla prima e di politici come l’ambasciatrice di Francia in Italia Catherine Colonna e il governatore della Regione di Salisburgo Wilfried Herslover. Tra le voci fuori coro era attesa quella di Patti Smith, musicista poliedrica da sempre affascinata dall’opera italiana e l’attrice Margareth Madé.

Il sindaco Giuliano Pisapia, partecipe alla serata, aveva dichiarato in una nota nei giorni scorsi la scelta di adottare misure di controllo specifiche, vista l’importanza dell’evento. La serata ha visto quindi la presenza di metal detector posizionati all’ingresso del Piermarini e la presenza di forze dell’ordine, impegnate a garantire elevati livelli di sicurezza passiva ed attiva nel teatro e nelle immediate vicinanze.

paninariI paninari di tutto il paese si sono riuniti ieri, domenica 22 novembre, per ricordare con un pizzico di nostalgia e con tanto divertimento un’epoca che ha fatto storia, e che è rimasta intatta nei cuori dei fedelissimi. Alla stazione di Santa Babila, in pieno centro nella metropoli meneghina, si sono infatti dati appuntamento tanti uomini e donne che hanno vissuto gli anni ’80 seguendo questo filone di stile e di cultura.

I paninari, immortalati da programmi goderecci come Drive In, amavano vestire con jeans colorati, ricchi di toppe pop e indossare magliette iconiche, felpe e maglioncini rigorosamente di marche scelte. Fra le molte è d’obbligo ricordare la Best Company, ma anche la Moncler per quanto riguarda gli immancabili piumini e i bomber, passando per Cockpit e Schott. E poi ancora fibbie immense targate El Charro, moto d’epoca che avevano un aspetto decisamente futurista e accessori di stile quali le orecchie di peluche e i mitici occhiali da sole Ray Ban a goccia.

Immancabili gli accessori, che forse più dei capi hanno segnato un’epoca. Dagli zainetti e portafogli a strap rigorosamente Invicta, fino alle Timberland che venivano indossate con pantaloni con il risvolto, i paninari avevano ben chiaro il loro look e anche il loro stile di vita. Tante foto li ritraggono infatti davanti al Burghy, prima catena di fast food importata, che ha aperto le porte alla nascita dei McDonalds e dei Burger King del nostro presente.

Milano ha quindi vissuto un pomeriggio di vero Amarcord, anche perché i paninari che hanno partecipato all’evento sembrano avere trattato con i guanti i loro capi cult e li hanno sfoggiati in un pomeriggio nebbioso, ma rallegrato da un tripudio pop di colori veicolati dal loro stile. Non c’è che dire, l’onda paninara è tornata, che sia l’inizio di un nuovo trend?

renziIeri il premier Matteo Renzi si è recato a Milano per parlare del futuro dell’area Expo di Rho-Pero alla luce della recente chiusura dell’Expo. Genomica, nutrizione, ricerca, cibo e ed eccellenze italiane sono stati i temi al centro della conferenza, i quali diventeranno i punti di riferimento nella creazione del progetto Human Technopole Italy 2040, un progetto che ha il sapore di una sfida e che si è guadagnato l’attenzione e i copiosi finanziamenti del governo grazie alla sua eccellenza ed unicità.

Renzi è quindi salito sul palco del Piccolo Teatro di Milano, dove è stato presentato il progetto di riqualificazione che interesserà l’area dove si è tenuta l’esposizione universale. Si tratta di un progetto utile e ambizioso, che sorgerà dove c’erano i padiglioni delle diverse nazioni e che verterà sui temi della ricerca, della sostenibilità, del cibo e della genomica. 1600 saranno i ricercatori impiegati nella struttura e lo stato si è impegnato a finanziare l’area con un esborso di 150 milioni euro in dieci anni. Si tratta di cifre importanti, che lo stato desidera mettere al servizio della ricerca e della rivalutazione di un polo che può diventare un’eccellenza nazionale e internazionale nel settore dell’high tech e della ricerca alimentare.

Dopo essersi recato a pranzo con il Ceo di Apple Tim Cook nel ristorante di Cracco a Milano, il premier ha quindi partecipato al convegno illustrando quali sono stati i successi di Expo e sottolineando come la manifestazione possa essere considerata positiva e ben riuscita sotto ogni punto di vita. Expo ha saputo tenere alto il nome del paese, in quanto è stato organizzato alla perfezione e ha saputo vincere periodi problematici quali gli scontri di Milano nei giorni della sua apertura, affrontati con intelligenza e lungimiranza dalle cariche politiche, in particolare dal sindaco di Milano Pisapia.

L’area di Rho si prepara ad accogliere un progetto che, secondo le parole del premier, sarà il ‘the best’, ovvero il migliore che l’Italia abbia mai avuto nel settore ella ricerca e che si propone di diventare una piccola Silicon Valley alle porte della metropoli Milano.