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Selvaggia Lucarelli a Francesca Pascale “L’hai preso mezzo acciaccato”

Selvaggia Lucarelli scrive una lettera a Francesca Pascale, fidanzata di Silvio Berlusconi.

Selvaggia Lucarelli

Sulle colonne di Libero, Selvaggia Lucarelli da ampio sfogo alla sua sincerità scrivendo una lettera a Francesca Pascale, fidanzata di Silvio Berlusconi, dai toni scherzosi ma anche decisamente provocatori. Ecco il testo della lettera:

Cara Francesca Pascale, ci sono un po’ di cose che vorrei dirti da tempo. So già cosa starai pensando: un’altra che ce l’ha con me. E invece no Francesca, la faccenda sorprenderà te almeno quanto me. Mi sei simpatica. Irragionevolmente simpatica. Ci sono cose che accadono senza logiche accertate: il taglio di capelli di Alfio Marchini, la Lombardi in politica, l’autocombustione. Ecco, l’affetto che provo per te appartiene a quel mondo lì. Ed è per questo che ti scrivo: per esprimerti tutta la mia solidarietà. La mia vicinanza.

Per tenderti una mano, perché ti guardo mentre sorridi sulle copertine patinate dai giornali e penso che la tua vita debba essere veramente una rottura di balle siderale. Credo che nemmeno le estati di Elisabetta Canalis nella villa di George sul lago di Como con le mogli babbione dei boss hollywoodiani, siano state così catastroficamente pallose. Penso che se fossi in te, rimpiangerei il calippo e Telecafone e le vasche il sabato pomeriggio a Fuorigrotta. Intanto il fidanzato tuo Francesca. Papi.

Diciamoci la verità, non t’ha detto benissimo: te lo sei preso che organizzava maratone di burlesque fino all’alba e charter per Villa Certosa ammassando nelle cappelliere tutte le veline delle ultime 24 stagioni, e tu te lo ritrovi nella fase monacale, pure mezzo acciaccato. Un giorno c’ha il malore e Alfano gli deve portare un bicchiere d’acqua (che poi non ne ha rovesciato un goccio, tant’ è che secondo tutto il pdl unanime è stato pure l’unico incarico portato a termine da Angelino in modo decente). Un giorno c’è la storia del dito nell’occhio, che non si capisce se,come si mormora, gliel’abbia messo la Biancofiore quando ha saputo che s’era fidanzato con te , fatto sta che l’hai dovuto accudire in ospedale come una partoriente. Un giorno s’addormenta in pubblico come il nonnetto che ha portato i nipotini al cinema a vedere L’era glaciale. Insomma, una tragedia, Francesca.

Per non parlare poi di questa vocazione politica che ha ritrovato lo slancio e l’ardore di un tempo. Te lo sei preso che aveva appeso l’imu al chiodo, che faceva pediluvi tiepidi nelle acque del Kenya, che giocava a racchettoni con la Gregoraci. Potevate girare il mondo e tu accompagnarlo nelle sue allegre scorribande mandando cartoline sconce alla Boccassini, e invece nulla. Gli è rivenuta la scimmia della politica. La scimmia del “Senza di me qui non si combina niente” , che Francè, diciamocelo, sembra una di quelle casalinghe petulanti che prima si lamentano di dover fare tutto loro, allora mettono il mocho in mano al marito e quando quello inizia a lavare, si alzano piccate dal divano dicendo “Lascia fare a me che tanto te non sei capace”.

Poi c’è questa cosa che siccome lui ha una certa età, e tu a 28 anni ti ritrovi a fare la first lady, ti tocca girare agghindata come Jacqueline Kennedy vestita da Enzo Miccio con un buono spesa da Fratelli Marotta- la più esclussiva-boutique di Fuorigrotta. Lascia perdere i pellicciotti, i tailleur panna, il fondotinta a strati color Magnum Double chocolat e il sopracciglio a cappelletto da divisioni in colonna. Vestiti come una ragazza, Francè. Vestiti come la Satta, buttati su twitter, metti pure qualche autoscatto da bimbaminkia con lo smalto kiko appena asciugato e fregatene. Vai allo stadio e fai la ola per chi ti pare, che tanto quelli mica l’hanno capito che non applaudivi il Milan ma gli addominali di Boateng. Ti sono vicina Francesca, perché ne devi sopportare tante.

Le olgettine che ti detestano perché da quando Ruby ha smagnetizzato il bancomat a tutte c’è il pericolo che qualcuna debba andare a lavorare mentre tu entri da Prada e se ti gira ti porti a casa i vestiti direttamente sui manichini, senza neppure farli smontare. Ti detesta la Minetti, che ti mozzerebbe il dito con l’ascia di Shining pur di avere lei, quel brillocco da sei etti. E poi devi sopportare la Santanchè a cena, la faccia di dell’Utri in penombra sul videocitofono, Barbara con la saudade, le zaffate di lacca Cielo alto di Marina. Ma anche l’imitazione della Raffaele e le guardie del corpo che ormai t’accompagnano pure se devi cambiare il salvaslip con le ali in bagno. E infine, quei mesti giretti in centro col cane Dudù,. Che fattelo dire Francè, manco il cane che ti sei presa è da ventottenne.

Quello è il tipico cane bianco peloso che comincia a abbaiare davanti alla porta della padrona per avvertirti che la vecchia sul tuo pianerottolo è da due giorni morta schiattata in salotto. Che poi io te lo devo dire,a mica mia. Tu stai sbagliando tutto. A Silvio le sciure non piacciono. A lui piaceva la Francesca del Calippo. A lui sono sempre piaciute donne che parevano appena scese dal cubo dell’Amnesia, mica dalle scale della Triennale. Guarda Veronica, quando ha cominciato a mettersi i lupetti e a leggere libri di flosofia, che fine ha fatto.

Scappa Francè. Dammi retta. Meglio Fuorigrotta di Arcore. Meglio una carta di credito che ti dà transazione negata, che una gioventù negata.