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Il fatto che una cosa sia naturale non vuol dire per forza che sia salutare. Ad esempio, una lozione per abbronzarsi fai da te fatta con le foglie di fico può portare a delle ustioni anche gravi. E’ successo a Milano e la Direzione generale Sanità della regione ha dichiarato: “Va segnalato che le foglie di Ficus carica (il fico dei nostri giardini), per contatto o sfregamento con la pelle, normalmente sono causa di irritazioni cutanee, ma in soggetti predisposti possono dare origine a grave fotosensibilizzazione e causare ustioni cutanee estremamente gravi.”

Nel corso delle estati capitano questi episodi dettati dall’imprudenza.
E’ un peccato passare dei guai seri solo per avere una bella abbronzatura. Per proteggere la pelle dal sole o per abbronzarsi è sempre bene utilizzare prodotti specifici acquistabili nelle farmacie o nei negozi. E’ bene utilizzare prodotti il più naturali possibile ma che non siano preparati in casa mescolando gli ingredienti a casaccio o utilizzati senza saperne le proprietà.

 

Provi a seguire una dieta per perdere peso ma non riesci a seguirla? Ti senti tentato da dolciumi vari e dalla pasta? Pare che non sia colpa loro! E neanche della poca forza di volontà!

Il recente studio pubblicato sulla rivista “Cell Metabolism” conferma che il motivo per cui non si riesce a portare a termine una dieta risiede nel cervello: quando si ha fame, inizia da parte dei neuroni un fenomeno di auto-cannibalismo. Il fenomeno durante il quale i neuroni cominciano a mangiare pezzi di se stessi è meglio
noto come autofagia e porta il cervello a chiedere ulteriore cibo.

Secondo lo scienziato a capo del progetto, Rajat Singh dell’Albert Einstein College of Medicine (NY), bloccando l’autofagia di questi neuroni cerebrali si potrebbe mettere a punto un trattamento utile nella lotta all’obesità.

Chissà allora che nuovi studi non possano portare alla soluzione del problema per quanti necessitano di poter seguire una dieta per reale bisogno.

L’evoluzione umana, che ha avuto come correlato necessario e imprescindibile l’aumento della massa cerebrale fino ad arrivare all’homo sapiens, sarebbe ora sul punto di interrompersi. Simon Laughlin, professore di Neurobiologia all’università di Cambridge, nel libro «Work Meets Life» afferma che le dimensioni del cervello umano avrebbero raggiunto il loro limite massimo. Le ragioni che lo inducono a sostenere tale ipotesi sono legate all’elevata quantità di energia consumata dalle nostre strutture encefaliche, esattamente come avviene per il cuore.
Nonostante il cervello abbia un peso pari solo al 2% dell’intero corpo umano, riesce infatti ad assorbire circa il 20% delle energie totali prodotte; le cellule della corteccia cerebrale, che svolgono un ruolo fondamentale in tutte le principali funzioni della nostra mente, sono inoltre quelle che richiedono la maggiore quantità di energia. Per ragionamenti deduttivi molto complessi ed articolati, si ha, ad esempio, un dispendio energetico elevatissimo, perchè il cervello deve trovare nuove connessioni fra le informazioni che possiede e che giungono da fonti anche totalmente eterogenee fra loro.

Il consumo di energia rappresenta quindi un limite alla quantità di notizie che possiamo elaborare.

Altro limite importante è rappresentato dalla stessa struttura del cervello.

Nella corteccia cerebrale, che ha uno spessore di soli 2 millimetri, vi sono cellule più piccole del normale, e ciò per ottimizzare lo spazio a disposizione, accogliendone un numero maggiore e garantire così livelli cognitivi sempre più elevati. Allo stato attuale, non vi sono più margini per un ulteriore miniaturizzazione, perchè, con lo spazio a disposizione, se il numero delle cellule dovesse aumentare, il loro funzionamento risulterebbe irrimediabilmente compromesso.

In conclusione, quindi, ci sarebbe un limite anche allo sviluppo della nostra intelligenza: per evolverci ancora dovremmo consumare troppa energia ed aumentare notevolmente le dimensioni del cranio.

Sembra così chiudersi in modo definitivo la nostra evoluzione, l’idea, cioè, di essere ancora una specie destinata a migliorare, almeno per ciò che concerne la rapidità e la lucidità di pensiero. Simon Laughlin sostiene addirittura che se la condizione degli esseri umani dovesse cambiare radicalmente e l’uomo dovesse affrontare, per esempio, una drastica riduzione delle riserve alimentari, il cervello andrebbe incontro ad un’inevitabile involuzione, perchè l’energia prodotta verrebbe convogliata verso altre funzioni più essenziali.

L’uomo, perciò, non è destinato a divenire come Superman, ma corre il rischio di ritornare ad assomigliare all’uomo di Neanderthal.

 

Soffri d’ansia, vedi tutto negativo e sei colto da cattivi pensieri? La colpa è il difetto di comunicazione che c’è fra alcune regioni del cervello, in particolare nell’emisfero destro. O almeno questa è la risposta data dallo studio effettuato da ricercatori italiani e pubblicata sulla rivista dell’Universita’ di Cambridge,Psychological Medicine.

La ricerca ha confrontato due gruppi di pazienti: il primo era composto da soggetti che soffrono d’ansia, il secondo da soggetti “sani”. E’ stato riscontrato che effettivamente nei soggetti del primo gruppo la parte dell’emisfero destro non consente una diffusione regolare del coefficiente che permette la diffusione dell’acqua. Questo porta al già citato difetto di comunicazione che avviene proprio nell’area del cervello destinata all’elaborazione di stimoli sociali ed emotivi. Quest’alterazione porta a non riuscire ad avere l’adeguato controllo di questi ultimi.

Chissà che questa ricerca non possa essere un primo passo verso la soluzione di questo problema che affligge il 2-3 % della popolazione.

Massimo Triggiani, presidente della Società Italiana Immunologia e Allergia Clinica, dichiara: «Ogni stagione ha le sue peculiari forme di allergia, e anche l’estate ha le sue. In estate è elevato il rischio di punture di imenotteri (api, vespe, calabroni) per il maggior tempo trascorso all’aperto e per la maggiore superficie corporea scoperta. L’ingestione di frutta ‘esotica’, poi, a causa della cross-reattività con il latex, può determinare reazioni anafilattiche, così come l’ingestione di pesce e frutti di mare crudi, sia per allergie specifiche per questi alimenti, che per infestazione da parassita anisakis. E bisognerebbe anche fare attenzione alla frutta secca o a quella con il nocciolo come pesche, albicocche e ciliegie».

Prudenza e sicurezza sono dunque le parole d’ordine per chi già soffre di queste patologie: è bene partire ben equipaggiati, con tutti i medicinali utili prescritti dal proprio medico e mai affidarsi al caso. Il proteggersi dai raggi dannosi del sole, dalle punture degli insetti e il prestare attenzione al cibo, sono però consigli validi per tutti. Così potremmo goderci l’estate!

L’Energy Drink è davvero poi così Energy? L’obiettivo di queste bevande energetiche è quello di dare la carica in tutte quelle situazioni che richiedono un forte impegno sia fisico che mentale. Il loro prezzo è molto accessibile, si trovano facilmente nei supermercati e sono diventati di moda.

A consumarli maggiormente sono i giovani di età compresa tra i 20 e i 35 anni. Ma chi li consuma sa esattamente cosa sta bevendo? Il Ministero della Gioventù insieme ad Assobibe (l’associazione dei produttori di categoria) sta avviando una campagna di sensibilizzazione insieme : è possibile consultare questo sito Infoenergydrink.it per essere più informati.

E’ importante sapere che questi drink contengono sostanze che potrebbero essere dannose: anidride carbonica, eccitanti (come la caffeina) e antiossidanti. E’ bene quindi che il loro consumo sia moderato e responsabile.

I rischi aumentano se una bevanda contenente caffeina si mischia all’alcol. Facciamo attenzione perciò, non vanno bevuti solo perché la moda lo prevede.

Sappiamo tutti che dormire bene è d’obbligo per poter affrontare preparati la giornata. Ed è altrettanto noto che perdere sonno può incidere sul metabolismo, portando ad un aumento di peso. Dai ricercatori dell’Università di Standford arriva però una novità: dormire male può influenzare negativamente anche la memoria.

Pare che interrompere il sonno vada ad interferire con alcune funzioni celebrali. E’ proprio nelle ore di sonno profondo che il nostro cervello rielabora quanto accaduto nel corso della giornata e decide cosa è da memorizzare e cosa invece no. Quindi, i continui risvegli influenzano negativamente l’efficacia della nostra memoria!

Questo è quanto dichiara Luis de Lecea, l’uomo a capo del team che ha condotto la ricerca: “La continuità del sonno è uno dei principali fattori interessati da diverse condizioni patologiche che colpiscono la memoria, tra cui l’Alzheimer e altri deficit cognitivi legati all’età. Indipendentemente dalla quantità totale di sonno o dall’intensità, i nostri studi portano a concludere che un’unità minima di sonno ininterrotto è cruciale per il consolidamento della memoria.”

Ecco un motivo in più per dare importanza ad un sano riposo!

 

Come possiamo proteggere il nostro cuore e rimanere giovane? Mangiando frutti di bosco, o almeno questa è la risposta dei ricercatori dell’Università di Parma, pubblicata sul British Journal of Nutrition. L’alto contenuto di ferro e la forte presenza di antiossidanti flavonoidi in fragoline, lamponi, more e mirtilli proteggono il nostro cuore, prevengono tumori e numerose infezioni gastrointestinali oltre a rallentare l’invecchiamento della memoria.

Ma pare che non siano soltanto questi i “poteri” dei frutti di bosco. I ricercatori consigliano di mangiare giornalmente una buona porzione di questi frutti poiché ottimo aiuto per il mantenimento della linea e del buon umore.

In Italia però, contrariamente a quanto avviene in Polonia e Germania, non costituiscono un alimento così tanto consumato. Forse perché non si trovano con facilità e quando ci si riesce il loro costo è un po’ elevato.

Riusciremo noi italiani ad utilizzare questi benefici alimenti non soltanto per dolci e crostate?