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MALAYSIA-ECONOMY-AVIATIONUn Boeing 777-200ER di linea della compagnia Malaysia Airlines è precipitato vicino al confine tra Ucraina e Russia. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Interfax “è stato abbattuto da un missile terra aria”.
Su Twitter la compagnia aerea ha scritto di “aver perso” i contatti con il volo MH17 che viaggiava da Amsterdam a Kuala Lumpur, precisando che l’ultima posizione registrata era nello spazio aereo ucraino.

A bordo c’erano 280 passeggeri e 15 membri dell’equipaggio. Tutti sarebbero rimasti uccisi, stando a una fonte raggiunta dall’agenzia russa Itar-Tass.
Il volo Mh17 è scomparso dai radar a 80 chilometri da Donetsk nei pressi del villaggio di Grabovo nel distretto di Shakhtarsk, in piena zona di combattimenti. Un consigliere del ministero dell’Interno ucraino, citato dall’Interfax, ha detto che l’aereo della Malaysia Airlines è stato abbattuto da un missile Buk di fabbricazione russa.
Il Buk ha una gittata massima di 30 km e una quota massima di tangenza di 14.000 metri: il volo è scomparso dai radar quando si trovava a quota 10.000 metri. Secondo quanto scrive Reuters, che cita una fonte russa, il velivolo era entrato nello spazio aereo russo senza il permesso.

“Non siamo stati noi”, ha detto ai giornalisti a New York l’inviato russo all’Onu, Vitaly Churkin. La stessa affermazione arriva anche da Kiev: “Le forze armate dell’Ucraina non hanno intrapreso azioni contro nessun obbiettivo aereo”, ha spiegato il presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko.

Secondo una fonte del ministero della difesa ucraina, i separatisti avrebbero colpito per l’errore l’aereo della Malaysia Airlines nel tentativo di centrare un aereo da trasporto ucraino che gli era stato segnalato dalle forze di difesa anti aerea russe. Non lontano era in volo un Iliushin 76, con viveri per soldati di Kiev. Ma i separatisti filorussi negano con forza il loro coinvolgimento affermando di non essere in possesso di strumenti di difesa anti-aerea in grado di colpire obiettivi a un’altezza di 10mila metri.
Intanto l’unità di crisi della Farnesina è in contatto con la rete diplomatica consolare per verificare l’eventuale presenza di italiani a bordo

w1-300x200Dopo la flebile speranza di una tregua morta sul nascere, continua la guerra nella striscia di Gaza. In nove giorni i raid dell’aviazione israeliana hanno ucciso oltre 210 palestinesi.

Tra le vittime 24 donne e 39 tra bambini e adolescenti fino a 16 anni, mentre i feriti sono più di 1.500. Le ultime vittime dei raid sono 4 bambini uccisi da un missile israeliano che ha colpito questo pomeriggio il porto di Gaza.

I piccoli sono stati colpiti mentre si trovavano su una spiaggia lungo una strada costiera e altre sette persone, tra cui adulti e bambini, altri 5 bimbi sono rimasti feriti e si sono rifugiati fra le braccia dei giornalisti, alloggiati in un albergo nelle vicinanze.

Uno si teneva il ventre ed urlava di dolore. Un altro aveva una ferita alla testa. Tutti sono stati caricati su ambulanze che li hanno portati a sirene spiegate all’ospedale Shifa dove un dirigente di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha accusato Israele di essersi macchiato “di un orrendo crimine di guerra” di cui, ha avvertito, “ne pagherà il prezzo”.

Secondo il racconto di testimoni, l’attacco è stato sferrato da due navi israeliane. Un altro bimbo di tre anni è morto insieme ad altre 5 persone in un raid sferrato sulla città di Khan Younis, nella zona meridionale della Striscia.

A Gaza è in vigore il cessare il fuoco umanitario mentre al Cairo si negozia sulla possibile tregua. Nella Striscia di Gaza il cessate il fuoco umanitario proposto dall’Onu è entrato in vigore alle 10 locali e durerà per 5 ore,scade alle 15.

In un orrore infinito di una guerra incomprensibile ciò che più sconvolge è la morte di tanti bambini, non importa se israeliani o palestinesi, Bambini, vittime innocenti e increduli. Una mattanza che ha raggiunto ritmi inaccettabili. Una strage di innocenti.

La Corea del Nord questa mattina si è resa protagonista di un gesto provocatorio a livello mondiale, lanciando il razzo-missile e messo in orbita un satellite, completando per la prima volta nella sua storia un’operazione del genere con successo – come ammesso anche dallo statunitense North American Aerospace Defense Command (Norad) – a sostegno della leadership del giovane Kim Jong-un ed in onore di suo padre Kim Jong-un, morto un anno fa. La Corea del Nord ha ignorato le lamentele e le proteste sorte all’interno della comunità internazionale, innescando le reazioni della Casa Bianca che, annunciando “azioni appropriate”, ha dichiarato che si tratta di un atto “altamente provocatorio che minaccia la sicurezza dell’intera regione e viola le risoluzioni dell’Onu”. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha condannato tale gesto, affermando che quest’azione ha “violato la risoluzione 1874 attraverso un atto tanto più deplorevole perché sfida la chiamata unificata e forte della comunità internazionale e per le conseguenze che l’atto provocatorio può avere su pace e stabilità”. Dure parole sono state pronunciate anche dalla Corea del Sud e dal Giappone hanno espresso una dura condanna su un atto inaccettabile.

Anche la Cina, ultimo grande alleato di Pyongyang, ha criticato l’iniziativa della Corea del Nord affermando che “deve rispettare le risoluzioni Onu che vietano l’uso di strumenti balistici”. Da parte sua Pyongyang ha replicato alle proteste internazionali invitando alla calma e “ventila l’ipotesi di un test nucleare”.