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isLa piaga delle persone che si stanno unendo ai gruppi armati dell’Is in questi mesi è davvero intensa. Si tratta di un fenomeno incontrollabile, che vede ragazzi e ragazze italiani e francesi partire dalla propria casa senza avvisare nessuno e arruolarsi spontaneamente fra le fila dei combattenti, lasciando sola la propria famiglia e i cari, che spesso sono completamente ignari delle scelte compiute. La Francia si è mobilitata con una campagna video nazionale per affrontare il problema, dove gli stessi genitori dei figli arruolati raccontano le loro toccanti testimonianze di fronte alla nazione. Toccherà anche all’Italia prendere una decisione di questo tipo?

Nel frattempo fa discutere la notizia del fermo, avvenuto due settimane fa, di una minorenne italiana ma residente in Francia, della quale non è stata diffusa l’identità. Si tratta di una ragazza fermata nella provincia meridionale di Adana, una regione che si trova vicino al confine con la Siria. La ragazza si trova attualmente in stato di fermo e la notizia è stata emanata dall’Ansa e confermata dalla Farnesina. Secondo fonti ufficiali, la ragazza non sarebbe assieme ai genitori e questi non si troverebbero in Siria, quindi sembra che la ragazza sia partita volontariamente per arruolarsi nell’esercito dell’Is.

Le ragioni per credere questo sono molteplici, in quanto l’area di Adana è una regione tattica per chi sceglie di oltrepassare illegalmente la frontiera turco-siriana e unirsi agli eserciti dei combattenti. Le notizie finora trapelate interessano quindi la presenza della ragazza e la Farnesina sta cercando di ricostruire la sua storia e la sua presenza in luogo, vista anche la sua età minore. Si tratta di un lavoro speciale, che si collega strettamente con gli 81 foreign fighters che finora hanno lasciato il nostro paese per unirsi al califfato e combattere al suo fianco in terra siriana.

E’ iniziato il processo Ruby bis, che vede imputati Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede. I pm Pietro Forno e  Antonio Sangermano afferma fermamente che gli imputati sapevano che Ruby era minorenne. Lo stesso pm afferma che Ruby, nei precedenti processi, ha sempre detto il falso e nell’ultima udienza ha nuovamente affermato di aver preso soldi da Berlusconi, ma senza sesso in cambio.

«Emilio Fede e Lele Mora, non diciamo compari, perché é un termine dispregiativo, ma definiamoli sodali che saggiavano la gradevolezza delle ragazze…”, questo dicono i pm, definendoli “compari”. Il loro compito , insieme alla Minetti, era quello di osservare le ragazze in modo tale da inserirle poi nelle serate ad Arcore e, quindi, presentarle a Berlusconi.

«Il bunga bunga non è il parto della torbida mente degli inquirenti, ma un contesto dell’ attività di prostituzione” ed aggiungono che senza dubbio ad Arcore gli eventi organizzati avevano una valenza prostitutiva.

Per quanto riguarda Nicole Minetti, affermano che «Nicole Minetti non ebbe solo un ruolo di “intermediazione”, ma partecipò alle feste di Arcore “compiendo anche atti sessuali retribuiti. Partecipava alle tre fasi delle cene (individuare, reclutare e remunerare le ragazze) , svolgendo un fondamentale ruolo nella corresponsione di corrispettivi economici alle partecipanti alle serate».

Infine i pm ci tengono a sottolineare che la loro non è una forma di persecuzione nei confronti di Berlusconi, ma un atto dovuto, in seguito alla segnalazione di un reato che vedeva una minorenne che ” girava per le strade di Milano con pacchi di denaro, che frequentava alberghi di lusso, che viveva con una prostituta e andava a casa di un uomo ricco e potente da cui diceva di ricevere denaro…”.