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115949200-9782acc2-bc42-428d-af2a-529a5d494b7bNessuno striscione, pochi cori e tanto rammarico per la sorte del ricercatore italiano Giulio Regeni. Il classico ‘concertone ‘ del 1 maggio è stato interamente dedicato alla memoria di Giulio, un gesto che ha saputo scavalcare ogni barriera politica e ha dimostrato un festival meno ‘caldo’ rispetto al passato.

Gli stessi artisti, intervistati alla fine della kermesse, hanno dichiarato che il concerto del 1° maggio di Roma ha perso la sua vocazione politica, prova ne è stata la mancanza di slogan e di cartelloni che un tempo coloravano piazza San Giovanni fin dalle prime ore dell’alba.

Il festival del giorno d’oggi è più popolare, meno schierato, ma sicuramente un evento irrinunciabile per molti giovani. Alcune persone hanno spiegato che la ragione di questo può essere ricercata nella concomitanza con il festival organizzato a Taranto, forse più politico nelle intenzioni, ma il primo maggio è apparso più ‘cauto’ rispetto a qualche anno fa, meno sentito, anche in termini di pubblico. Gli organizzatori hanno infatti stimato la presenza di 200mila persone fisse e di 800mila persone che hanno raggiunto la piazza nel corso della giornata.

Numeri interessanti, distanti però dai bagni di folla che si registravano nelle edizioni passate. Il concertone è stato in ogni caso dichiaratamente dedicato alla memoria di Giulio Regeni e tanti sono stati gli appelli alla ricerca di verità condotti dagli artisti e dalla gente accorsa per lo spettacolo. Il festival ha quindi reso omaggio anche a due artisti scomparsi troppo presto, l’italiano GianMaria Testa che è stato omaggiato da Raiz degli Almamegretta, dagli Avion Travel e Paolo Rossi e Prince, che è stato celebrato dal conduttore Luca Barbarossa e dagli artisti accorsi per partecipare a un evento storico e immancabile, ma che forse ha perso un po’ del suo smalto originale.

roma1Rumors avevano parlato di un possibile annullamento del concertone di fine anno, che per tradizione accompagna l’arrivo del nuovo anno nella capitale. Tante le varianti che sarebbero entrate in gioco, dal Giubileo alla minaccia di terrorismo, e non da ultima la totale mancanza di fondi da destinare all’evento. Ma Roma e i romani non possono restare senza concerto di fine anno, quindi un accordo è stato trovato e l’evento si farà.

Le parole di Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, sono state eloquenti in merito, in quanto il rappresentante ha ringraziato chi si è impegnato perché il concerto possa avere luogo, dal Commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca al Ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini, fino all’onorevole Michele Ansaldi.

Da vent’anni il concertone di Capodanno è una tappa obbligata per tutti i cittadini romani e anche un punto di riferimento per i turisti che scelgono la capitale per le feste di Natale. L’organizzazione è in fase di trattativa con un paio di gruppi che dovrebbero allietare la serata. Il nome di spicco è quello dei Negramaro, adorati dalla folla, ma per gli amanti del rock puro potrebbe spuntare la novità Litfiba, storica band del panorama nazionale. In entrambi i casi non è ancora stata confermata la presenza.

Il concertone di Capodanno non si propone solo come un importante punto di aggregazione, ma come una possibilità per commercianti e ristoratori di contare su un evento che porterebbe benessere alle attività in questo periodo dell’anno. La richiesta di aiuto ha fatto seguito ad una ‘raccolta fondi’ che ha totalizzato la cifra di 150mila euro, che potrà essere quindi investita nella creazione dell’evento.

Non solo centro per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, perché gli organizzatori hanno deciso di valutare la città anche nelle sue zone più periferiche. La notizia è stata confermata dal prefetto Paolo Tronca e mostra la decisione di coinvolgere i quattro capolinea della metropolitana – Battistini e Anagnina, Rebibbia e Laurentina – nei festeggiamenti di fine anno.

L’evento si chiamerà “Notte di San Silvestro in Periferia” e molte domande sono state inviate da parte di associazioni che intendono parteciparvi. Le richieste saranno quindi valutate in questi giorni, per creare degli spazi di festa anche in zone spesso dimenticate, che meritano di essere rivalutate nella notte dell’ultimo dell’anno per diventare un bel crocevia di aggregazione per i cittadini e i turisti nella capitale.

Madonna

Madonna

Madonna ha aperto le danze con la prima delle sue date italiane, che si terranno tutte e tre nella cornice del Pala Alpitour di Torino. Il concerto è iniziato con ben due ore di ritardo, a causa dei massivi controlli di sicurezza che si sono tenuti all’entrata, ma le due ore di concerto sono state vibranti e nessun incidente di sorta è stato registrato.

La regina del pop mondiale ha aperto lo spettacolo gridando a squarciagola “Torino, are you ready?” e la festa ha avuto inizio. Come sempre Madonna ha incantato il pubblico con costumi di scena incredibilmente raffinati e con scelte di coreografia da urlo. La cantante ha aperto il concerto indossando una mantella rossa di seta circondata da ballerini che facevano aleggiare un tripudio di croci e di ventagli.

La scelta di preferire Torino rispetto a tante altre città d’Italia e di concentrare proprio in questa località tutte e tre le date italiane è forse legata agli esordi della sua carriera, perché proprio in questa città madonna Madonna tenne uno dei suoi primissimi concerti di grido. Era il 4 settembre del 1987, Madonna aveva 29 anni e debuttava con il tour “Who’s That girl”. I 65mila spettatori che al tempo erano giovanissimi ora hanno 40 anni e molti di loro non hanno mai smesso di seguire la carriera musicale di Madonna, scoprendola anno dopo anno nelle sue mutazioni di stile e di look.

Ieri sera gli spettatori erano 11mila, ma 800 persone non si sono presentate anche se avevano acquistato il biglietto. Il tour ‘Rebel Heart Tour’ proseguirà quindi per altre due serate, quando l’afflusso si propone circa uguale. Il numero dei fan che si sono fatti scoraggiare è stato quindi minimo, ma staremo a vedere cosa può accedere in queste tre serate di show. La paura per gli attentati è ancora molto alta, e forse il concerto di Madonna in questo caldo periodo della storia mondiale è un evento dal sapore speciale.

Il rocker Ligabue spegne 25 candeline di attività e le festeggia in grande con un concerto in una location che gli ha dato più soddisfazioni, Campovolo. Il rocker emiliano si prepara, il 19 settembre, ad un concerto che ha già visto venduti 140mila biglietti, il quale celebrerà i dieci anni trascorsi dal precedente concerto tenuto nello stesso luogo, i 25 anni dall’uscita del primo album e i 20 anni del disco forse più conosciuto e adorato dai fans, Buon Compleanno Elvis.

Intervistato sul bilancio della sua attività professionale, Ligabue si rivela contento e in pace con sé stesso. Il rocker non ha, infatti, iniziato la sua carriera musicale da teenager e ha raggiunto il successo solo dopo i trent’anni, un aspetto che gli ha permesso di vivere con consapevolezza la sua grande carriera artistica e di gustarsi un presente che, oggi come venticinque anni fa, gli sta regalando un mare di soddisfazioni.

Per il concertone di Campovolo Ligabue si circonderà di tutti i musicisti con i quali ha suonato nel corso degli anni e suonerà interamente due album che considera i più importanti della sua carriera, il primo e Buon compleanno Elvis. Si tratta di un’occasione ghiotta per i tantissimi fan italiani, che potrebbe bissare il successo del primo concerto di Campovolo e che promette di far rivivere la carriera dell’artista con brani e musiche che sono ormai entrati a fare parte della storia della musica italiana. Equilibrato e un pochino presuntuoso, così il rocker si definisce quando gli viene chiesto come si senta in questo periodo della vita. Venticinque anni sono, in effetti, molti, ma tanto lavoro può ancora essere fatto, quindi pur trattandosi di una carriera ricca, l’occasione per spegnere queste candeline potrebbe essere un traguardo, forse l’inizio di un nuovo periodo professionale denso di soddisfazioni.

concerto-one-direction-milanoAccolti da grida di giubilo e fuochi d’artificio, gli One Direction sono saliti sul palco di San Siro, per la prima di due date sold out. A scaldare i fan ci hanno pensato anche gli australiani . Niall Horan: “Questo è uno degli stadi più belli del mondo: essere qui e’ un sogno” One Direction, La band da 30 milioni di registrazioni vendute tra cd, download e altri supporti musicali, che fattura 50 milioni di euro l’anno, per il soggiorno milanese ha scelto di fare base all’hotel Principe di Savoia in piazza della Repubblica, dove sono rimasti protetti dalle guardie del corpo fino all’arrivo a San Siro.

Per il concerto a Milano, in puro stile Directioners, il capoluogo è stato letteralmente invaso da un fiume di giovanissime fan urlanti. A San Siro tutto era pronto per accogliere gli One Direction e i 5 Seconds Of Summer ma la pioggia sembra voler rovinare la festa, e invece il tempo tiene e alle 19e45  sono saliti sul palco Luke Hemmings, Michael Clifford, Calum Hood e Ashton Irwin, che hanno aperto il primo concerto della loro vita dopo la pubblicazione dell’album di debutto.

Nonostante i 5SOS abbiano già visto folle oceaniche nell’apertura dei concerti dei 1D, sono emozionati, poi finalmente verso le 21 gli One Direction compaiono in cima al palco del WWAT e gli oltre 60 mila esplodono in grida liberatorie mentre “Harry intona Midnight Memories ed è il delirio.

Non si tratta di un concerto come tanti altri infatti a San Siro i 1D stanno registrando il DVD del WWAT, che a dicembre sarà venduto in tutto il mondo. Come i boys si sono preparati per dare il massimo sul palco, anche i fan hanno qualcosa in serbo per loro.

La sorpresa arriva al termine di C’mon C’mon e lascia i 1D senza parole. I 3 anelli di San Siro si trasformano in un immenso tabellone che scrive il messaggio “We’re 1D family” coi colori delle bandiere italiana, irlandese e inglese. Harry, Niall, Zayn, Louis e Liam proseguono la canzone col naso per aria e gli occhi lucidi, i Directioners italiani hanno decisamente dimostrato il proprio affetto per la band nel modo più spettacolare e certamente i 1D non lo dimenticheranno.

La serata è piena di emozioni, partecipare al coro con altri 60 mila fan e gridare “Ti amo” ai propri idoli, che rispondono con lo stesso affetto. Più e più volte Niall ripete “Grazie mille” con un accento perfetto, poi replica ai fan con un “Prego!” Harry si lancia con un “Bellissimi” e un “Ti amo”, ripetuto poi anche su Twitter.

Uno spettacolo pirotecnico: fra luci, stelle filanti e fuochi d’artificio, fino all’apoteosi su ‘Alive’, ‘One Thing’ e ‘Diana’, quando il gruppo e’ stato elevato sopra gli spettatori su di un alto podio mobile ha concluso una serata fantastica ricca di emozioni.

resizerUna bravata o uno scherzo, chi lo sa, quel che è certo è che la ragazza condannata dal tribunale di Roma per aver toccato il sedere a un carabiniere non immaginava che un suo gesto così frivolo avrebbe potuto portare a tante  conseguenze.

La giovane di origini abruzzesi è stata condannata a 20 giorni di carcere per oltraggio a pubblico ufficiale. Assolta, invece, dall’accusa di resistenza.

Il fatto è accaduto durante il concerto del primo maggio del 2012, in piazza San Giovanni,.Il concerto inizia nelle prime ore del pomeriggio, ma si protrae fino a tarda sera, è molto affollato,  verso alle 20, quando si sono verificati i fatti, la manifestazione è già al suo apice e la ragazza,forse  alterata un po’ dall’alcol consumato,tocca il sedere di un carabiniere in servizio scherzando su quanto aveva fatto con gli amici “Ho toccato il sedere di un carabiniere”.

In un clima goliardico e alterato anche da qualche bicchiere di troppo mandato giù da questa ragazza che scherza, il gesto non è gradito dal carabiniere che ha chiesto spiegazioni alla ragazza su quanto aveva appena fatto.  La giovane, però, replica “E allora? Ho toccato il culo a una guardia di merda”.

A quel punto il carabiniere chiede le generalità alla ragazza e a quel punto  ha proceduto all’identificazione e alla querela della giovane palpeggiatrice. Oggi è arrivata la sentenza una condanna a venti giorni di reclusione per oltraggio a pubblico ufficiale, e ovviamente fedina penale sporcata.

MUSICA: HEINEKEN JAMMIN FESTIVALVasco Rossi il 25 giugno parte dallo stadio Olimpico di Roma con il concerto  “Live Kom 014 , poi sarà la volta di San Siro a Milano il 4 luglio, per sette date.
Vasco  rilascia un’intervista a Vanity Fair, che gli dedica la copertina, in cui parla del suo matrimonio, del tour e dell’effetto che gli fanno i commenti sul web.

A 24 anni dalla prima volta che mise piede in uno stadio da protagonista il San Siro di Milano: “A quei tempi, gli stadi li facevano solo gli stranieri, noi italiani suonavamo nelle grandi discoteche o alle feste dell’Unità. Alla fine degli anni Ottanta ricordo che feci 15 mila persone a Reggio Emilia. Pensavo di aver raggiunto il massimo”. Oggi è il primo  rocker d’Italia.

Durante la lunga intervista al mensile Vasco racconta del suo matrimonio con Laura Schmidt, “l’ho fatto per metterla tranquilla, per motivi burocratici, perché bisogna far così. La fede non la porto, ma solo perché ho il terrore degli anelli”, una paura che deriva da un racconto che gli fece il padre: “Mi disse che un tizio si era strappato un dito saltando giù da un camion perché l’anello era rimasto impigliato da qualche parte. Ma, comunque, la fede la porto sempre con me in una borsina, è il mio portafortuna”

Nell’intervista a Vanity Fair sulla politica dice:

“In Italia bisognerebbe cambiare praticamente tutto. Intanto la burocrazia: farraginosa, costosa e inefficiente” e poi la giustizia, con processi troppo lenti, mentre di Renzi dice: “Si muove bene, sa comunicare, ha portato in politica una generazione di giovani. Sono contento che stia cercando di dare una sterzata, anche se ho il dubbio che siamo al punto in cui la macchina va fuori strada comunque”; il problema, comunque, alla fine è che ”la politica o la fai o stai zitto, perché è lo stesso che discutere di calcio davanti alla Tv: non serve a niente, visto che l’allenatore non siamo né io né lei.

E poi meglio cambiar discorso sennò finisco nei guai. Già l’estrema sinistra mi odia” dice spiegando che è così perché non è un militante, ma “un artista libero e indipendente” e ricorda di quando venne a sapere che volevano contestarlo durante la sua partecipazione del 2009 al Concertone del Primo maggio a Roma, una contestazione di cui nessuno si accorse perché erano pochi, il “genere che su internet, siccome c’è l’anonimato, crede di poter scrivere quello che gli pare. Se uno mi incontra non è che mi dice: ‘Mi fai schifo, sei una merda, muori’, però lo scrive”.

Gli insulti che legge , come quando in uno dei commenti a uno dei suoi video su YouTube lesse “Spero che ti venga un ictus vecchio drogato di merda”, frase che lo turbò, almeno per una notte, poi se ne capacitò e rispose, tra sé, in maniera ironica: “Vecchio, be’, non posso certo dire di essere giovane. Drogato lo ero vent’anni fa, se lo ero, perché sono sempre stato un tossico indipendente, nel senso che l’eroina non l’ho mai toccata. Diciamo che ho fatto le mie esperienze, non me ne vanto, ma neanche me ne vergogno. Quanto all’ictus, anch’io spero che mi venga.

114614665-3c611a3b-cd47-44cb-a119-200a83e1d738L’assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti che questo pomeriggio a Palazzo Chigi a Roma ha partecipato alla presentazione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, diretta da Riccardo Muti, in programma a Redipuglia (GO) domenica 6 luglio, evento promosso nell’ambito delle commemorazioni per il Centenario della Grande Guerra ha detto:

“Dal concerto del 6 luglio al Sacrario di Redipuglia ci aspettiamo una grande partecipazione di pubblico, cui far meglio conoscere e comprendere la tragedia di un secolo fa attraverso le emozioni trasmesse dalla musica in un luogo che ricorda la morte e la sofferenza. Sono convinto che le note del Requiem di Verdi e Riccardo Muti siano la scelta ideale per trasmettere un messaggio di pace e di conciliazione e consentire di non dimenticare, specie alle giovani generazioni, una guerra che è percepita come lontana, quasi irreale”.

“Il messaggio che si leverà da Redipuglia – ha aggiunto Torrenti – sarà ulteriormente sottolineato dalla presenza del nostro Capo dello Stato Giorgio Napolitano e da quella di altri Capi di Stato e rappresentanti di Paesi all’epoca in guerra tra loro. Non sarà una commemorazione, ma un momento per insegnare il significato e il valore della pace, che in Europa dura da settant’anni, ma che nel mondo deve ancora affermarsi e consolidarsi”.

“Siamo contenti che la Rai abbia deciso di stare al nostro fianco, perché la diretta su Rai 3 e, successivamente, la replica su Rai 1, darà dimensione anche numerica al concerto, consentendoci di amplificare il ricordo di un avvenimento che ha segnato la storia, in particolare delle nostre terre. Sarà – ha concluso l’assessore regionale – un momento di coesione forte e di ulteriore riunificazione nel cuore di quella Mitteleuropa che 100 anni fu teatro di un conflitto che vide milioni di uomini contro”.

“Una messa di liberazione e di pace che ha l’obiettivo non solo di ricordare morti ed eroi, ma di mandare un attraverso la musica un messaggio di conciliazione postumo ma importante”. Riccardo Muti ha descritto così il prossimo appuntamento organizzato nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della Grande guerra, il concerto in programma a Redipuglia con la ‘Messa da Requiem’ di Verdi il 6 luglio prossimo alle ore 21.