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I belgi twittano foto di gatti per scacciare la tensione

cani e gatti pagano le tasseSappiamo che questi giorni sono stati particolarmente intensi per il popolo belga, chiamato da una sorta di coprifuoco a causa dell’altissima minaccia di terrorismo nel paese. I concerti, le manifestazioni sportive e anche tanti eventi notturni sono stati infatti cancellati nella capitale Bruxelles e nei centri maggiori, a causa di un allarme attentati che mai si era registrato prima d’ora in Europa. Ma come ha vissuto il popolo belga questa esperienza? Con tanto malumore e tanta tristezza, ma anche con un pizzico di ironia, che si è riversata nell’universo del web.

Tante testate giornalistiche riportano infatti immagini di gatti, ripresi in posizioni strampalate e decisamente divertenti. Si è trattato di un modo per sdrammatizzare il divieto della polizia di uscire e di vivere normalmente il fine settimana, che ha però permesso ai cittadini del Belgio e anche di tutto il mondo di farsi un sorriso alla faccia del coprifuoco.

I gatti sono stati fotografati e filmati davvero in tutte le salse e c’è chi non ha mancato di postare anche immagini del gatto con gli stivali del cartone animato Shrek, paladino della giustizia e dello scampato pericolo. I gattini sono stati quindi immortalati in feste a casa di amici, e gli slogan sono stati davvero esilaranti. Dal ‘Keep Calm and Tweet a Cat’, fino alle immagini di gatti arrabbiati e molto scocciati per il coprifuoco, il web si è animato di messaggi che hanno inneggiato alla libertà e criticato la condizione nella quale i belgi hanno dovuto vivere il fine settimana appena trascorso.

Gli hashtag più diffusi sono stati ovviamente #BrusselsLockdown, #Brusselsattack e #BelgianSurrealism, ad indicare l’atmosfera surreale e rarefatta che ha accompagnato la città in questo fine settimana di copertura forzata.

Ad ogni modo, la situazione è tornata sotto controllo e i felini sono quindi diventati un mezzo per veicolare i sentimenti e le paure, così come lo scontento di un popolo che si è visto costretto a cambiare i propri stili di vita in nome di una paura diffusa fra la popolazione.