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L’Unione Europea ha dato l’ok: Armi ai curdi contro l’Isis in Iraq

Cristiani-in-fuga-dall-Iraq-nel-mirino-di-Isis_h_partbIl Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea ha dato il suo assenso alla decisione, di alcuni Stati membri, di inviare armi ai curdi iracheni.
E’ l’esito della riunione di urgenza che ha segnato il Ferragosto di Bruxelles, con i capi delle diplomazie dei 28 Paesi convocati per fare il punto sulle crisi in Iraq, Libia, Ucraina e Gaza.

Il consiglio dei ministri degli esteri dell’Ue accoglie «con favore» la decisione di alcuni stati membri a consegnare le armi ai curdi iracheni, che combattono l’Isis.

Lo si legge nelle conclusioni sull’Iraq della riunione di Bruxelles. Le risposte alle richieste dei curdi «saranno fatte in accordo alle capacità e leggi nazionali degli Stati membri e col consenso delle autorità nazionali irachene», si legge nelle conclusioni del Consiglio dei ministri degli esteri dei Ventotto.

Gli aiuti militari dovranno dunque essere decisi sulla base delle legislazioni nazionali e di concerto con le autorità di Baghdad. L’Ue valuterà inoltre come prevenire che lo Stato islamico tragga beneficio dalla vendita di petrolio e condanna i sostenitori finanziari dell’Isis, che contravvengono alle risoluzioni dell’Onu.

Londra è pronta, lo avevano già anticipato ai media britannici. David Cameron e il suo vice Nick Clegg avevano concordato di fornire armi direttamente alle forze curde. Lo stesso fa la Francia, che nelle prossime ore invierà “armi sofisticate” ai combattenti curdi. A fine agosto, invece, la data di inizio della Repubblica Ceca, si legge in una nota: “Il ministero degli Esteri ritiene che la fine di agosto sia una data realistica per fornire armi e munizioni” ai curdi che combattono contro gli jihadisti.

L’Unione europea scende così in campo per portare la propria solidarietà ai curdi di Erbil con «un’azione comune coordinata». «Ci auguriamo che il governo in Iraq sia formato nei prossimi giorni, non settimane. Le notizie del passo indietro di Maliki sono positive. Dobbiamo mettere tutta la pressione politica possibile sulla formazione di un nuovo governo a Baghdad, e con loro rafforzare il governo autonomo del Kurdistan», evidenzia il numero uno della Farnesina Federica Mogherini, presidente di turno dell’Ue e grande promotrice del consiglio Esteri straordinario di Ferragosto, assieme al suo omologo francese Laurent Fabius.