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Al ristorante ,da come è scritto il menù dipende la nostra scelta ciò che ordiniamo non è che ciò desideriamo

 

10846-1403522089354Ciò che ordiniamo al ristorante ha poco a che fare con quel che desideriamo: tutto dipende da come è scritto il menu.

Secondo lo studio condotto dai ricercatori della Cornell University di New York su più di 200 menu, analizzati e testati in 300 pasti, sono due le cose che contano: quel che vedi scritto e come lo immagini, ci lasciamo affascinare dalla descrizione dei piatti.

Di sicuro che piatti come  “Pasta al pesto” o “Insalata mista”non riusciranno a stuzzicare il palato. Il primo pensiero sarà “Lo potevo fare anch’ io” e quando ci arriverà in tavola l’aspettativa  sarà così bassa che anche il gusto ne risentirà.

Ma se sul menù leggiamo: piatto del giorno ” Spaghetti di Gragnano, datterini e pesto al profumo di Sicilia” e l’insalata “Croccante con pomodorini di Pachino condita con vinaigrette tiepida” la sensazione cambia completamente. Dati alla mano, basta migliorare la presentazione di un piatto per aumentare le vendite del 30%.

Anche con gli stessi ingredienti, un cliente su dieci giudica la portata meglio descritta più buona ed è anche ben disposto a pagare un po’ di più.
Funzionano i riferimenti geografici, fanno pensare che chi sta in cucina è attento ai dettagli e alla qualità degli ingredienti. Bene anche i nomi esotici, all’estero piace ciò che “fa pensare italiano”.
Vellutato, croccante, fresco, profumato: i riferimenti a tatto, gusto e consistenza solleticano immaginazione e appetito, proprio come le allusioni nostalgiche “della nonna”, “alla vecchia maniera”, “fatto in casa”.

Gli autori della ricerca oltre alla psicologia hanno studiato anche l’ingegneria del menu: le portate posizionate in cima o alla fine della lista vengono scelte in media il 25% in più. L’occhio scorre sulla carta come su un giornale: si inizia in alto a sinistra per finire in basso a destra.

Per far dimenticare ai clienti il conto, gli esperti consigliano delle piccole accortezze: non indicare i prezzi con quattro cifre, due possono bastare. Simboli di euro e dollaro sono da evitare: il cliente al momento dell’ordinazione deve pensare il meno possibile a quanto dovrà spendere.

Secondo i ricercatori, per capire quel che c’è scritto nel menu e non farsi distrarre da aggettivi e piatti del giorno, c’è una sola soluzione: prima di ordinare, meglio non affidarsi alla fantasia, ma al cameriere.