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Caso Cucchi, la superperizia rivela: “morì per malnutrizione”

I sei periti incaricati dalla terza Corte d’assise di stabilire la causa del decesso di Stefano Cucchi hanno depositato oggi un documento di 190 pagine nelle quali viene riferito: “Nel caso di Stefano Cucchi i medici del reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini non si sono mai resi conto di essere (e fin dall’inizio) di fronte ad un caso di malnutrizione importante, quindi non si sono curati di monitorare il paziente sotto questo profilo, ne’ hanno chiesto l’intervento di nutrizionisti (o altri specialisti in materia) e, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso”.

 

I periti inoltre hanno precisato che: “Tutti i sanitari del reparto di medicina protetta del Pertini ebbero una condotta colposa, a titolo di imperizia, sia di negligenza quando non di mancata osservanza di disposizioni comportamentali codificate. La sera del 17 ottobre 2009 Stefano Cucchi presentava uno stato di denutrizione importante che, di fronte alla di lui manifesta volontà di digiunare e di astenersi dal cibo, doveva immediatamente allertare i medici curanti. Anche pochi giorni di ulteriore astensione da alimenti e liquidi costituivano rischio concreto di un irreversibile aggravamento delle di lui condizioni. Il pericolo di vita del paziente si rende poi manifesto il 19 ottobre: in questo momento un trattamento terapeutico appropriato avrebbe consentito probabilmente il recupero di Cucchi”.

 

 

Infine i periti ritengono che la causa della morte di Stefano Cucchi sia da ascrivibile al “convergere dei dati anamnestico clinici e delle risultanze anatomopatologiche, va identificata in una sindrome da inanizione”. Per la morte di Stefano Cucchi sono imputati tre agenti della polizia penitenziaria e nove tra medici ed infermieri dell’ospedale Sandro Pertini.