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one-direction-zayn-jawaad-malik-zayn-malik-Favim.com-332489Zayn Malik, uno dei componenti degli One Direction, twitta due semplici parole #FreePalestine, un hashtag che in pochissimi minuti ha scatenato un putiferio. In poche ore, ha ricevuto migliaia di risposte, moltissime di sostegno ma anche centinaia di insulto dai suoi 13 milioni di follower.

Molti gli attestati di stima, con oltre 146mila retweet e aggiunto ai preferiti più di 148mila volte, ma ben presto è stato evidente che non tutti erano d’accordo con la sua opinione sul conflitto che si sta consumando tra Israele e Hamas. Una fan ha scritto: “voi avete fan anche in #Israele”; molti i messaggi di tutt’altro tenore dove hanno invitato la popstar ad “uccidersi”.

Moltissimi, infatti, i tweet che contengono esplicite minacce di morte nei confronti di Zayn Malik, parole dure e anche pericolose, che vengono non solo da un pubblico generale ma anche da directioner convinti, che pochi tweet prima sostenevano gli One Direction e il lavoro di Zayn all’interno della band.

C’è chi come @stav_benshushan chiede alla popstar di cancellare il tweet (“@zaynmalik please, Delete the Tweet!”) ricordandogli – attraverso un hashtag – che ha moltissimi fan in Israele (#ZaynYouHaveFansInIsrael); e c’è chi cerca di spiegare il proprio punto di vista sulla situazione agli altri follower di Malik: “Hamas a terrorist organization! They are trying to destroy Israel”.

Qualcuno lo attacca dicendo “sostieni il terrorismo” (“you support terrorism!!!!”) mentre un altro utente, Michael, gli dà direttamente del “terrorista” e @fadooooshy scrive senza mezzi termini “addio, ti odio” (“bye, i hate you”).
Dopo i primi tweet di minaccia con frasi come “lascia che ti uccida” e “vatti ad ammazzare”, sulla lunga lista dei commenti, con quasi 200 mila retweet, è iniziata una vera e propria diatriba tra i fan sulla questione arabo-israeliana, tra chi difende il popolo palestinese, chi quello d’Israele

Michael Jackson.Sono passati cinque anni da quando è morto Michael Jackson, ma la sua carriera è più viva che mai, il re del pop’, che con la sua voce ha estasiato e continua a incantare milioni di persone.

Per onorare la memoria di Michael Jackson dopo cinque anni, il Presidente e Amministratore Delegato di Epic Records L.A. Reid  , Timbaland, Darkchild, Stargate e J-Roc.con alcuni produttori ha ripescato otto brani inediti dall’archivio del re del pop per pubblicarli in un album .

Xscape” svetta ancora nelle classifiche degli album nel mondo,  il duetto “Love Never Felt So Good” con Justin Timberlak è bellissimo e diventerà sicuramente uno dei tormentoni di quest’estate, i fan hanno ancora voglia di Michael Jackson.

Proprio il mese scorso, il cantante è “tornato in vita” ai Billboard Music Awards, svoltisi a Las Vegas lo scorso maggio, sotto forma di ologramma, a cinque anni da quel tragico 25 giugno 2009  il mito del re del pop è più vivo che mai dalle classifiche  piene di suoi cd ai ricordi dei fan, amici e parenti.
Michael Jackson è il primo artista al mondo ad aver conquistato la top 10 della classifica Hot 100 di Billboard in cinque decenni diversi: una leggenda che fa storia.

Dopo aver iniziato la carriera artistica a soli cinque anni e aver formato il gruppo Jackson Five insieme ai suoi fratelli, la sua carriera è stata tutto un crescendo segnando straordinari record in campo musicale, tra cui quello per l’album più venduto della storia della musica, “Thriller”, tra i 66 e i 110 milioni di copie, che nel 1984 vinse ben otto Grammy Awards.

Biagio-AntonacciPaolo Antonacci, padre del cantautore Biagio, è morto all’età di 79 anni dopo lunga malattia.

Paolo Antonacci era presidente della Ageha, un’associazione di Rozzano un comune in provincia di Milano, che si prende cura di ragazzi disabili, negli anni scorsi ha ricoperto la carica di assessore ai servizi sociali, per questo l’amministrazione di Rozzano ha voluto fare pubblicamente le sue condoglianze alla famiglia Antonacci.” L’Amministrazione Comunale di Rozzano si unisce con profondo cordoglio al dolore dei familiari per la scomparsa di Paolo Antonacci, uomo di grande qualità umana ed intellettuale. Con Paolo Antonacci scompare una persona conosciuta e stimata per il suo impegno sociale e civile. Negli anni ’80 è stato assessore ai servizi sociali del Comune di Rozzano e successivamente presidente dell’associazione Ageha di Rozzano. Un uomo riservato ma sempre pronto al dialogo e al confronto, alla ricerca del bene per la sua città, che amava e a cui si è dedicato con generosità ed energie”.

Biagio  ha scritto delle parole molto dolci per suo padre sulla sua pagina facebook “Vorrei poterti ripetere all’infinito grazie ….. Perché grazie a te ho preso la vita come era giusto prenderla. Te ne vai nei giorni di gloria e di festa …. In silenzio….come amavi fare le cose. Spero che la forza sospenda l’eterno dolore//che la vita abbia un senso più forte / E che l’amore sia anche questa assenza. Canterò più forte. Con infinito onore. Ciao Papà……B.”

Il grande dolore ha colpito oltre al cantautore anche il fratello Graziano e la moglie Onella.

Il 24 maggio inizia il suo tour “Palco Antonacci”, la prima serata è quella di Bari poi il 31 maggio a San Siro Milano

jacqueline_kennedy_jewelry_collectionJacqueline Kennedy, donna stupenda icona di stile ed eleganza ci lasciava 20anni fa. Ha vissuto una vita sempre in prima fila di sè diceva: “Per quanto riguarda il mio aspetto fisico, sono alta un metro e sessanta, ho i capelli castani, il volto squadrato e gli occhi così disgraziatamente distanti l’uno dall’altro che mi ci vogliono tre settimane per riuscire a trovare un paio d’occhiali che si adattano al mio naso. Il mio viso non ha niente d’eccezionale, ma se mi vesto come si deve posso sembrare snella”.

Jacqueline Bouvier, nasce a NewYork il 29 luglio 1929 da una famiglia dell’alta società americana. Nel 1951 si laurea in Belle Arti, prosegue poi gli studi alla Sorbona. La permanenza in Francia le regale il gusto per il bello e il raffinato donandole quella regale eleganza che la caratterizzeranno per tutta la vita.

Al ritorno in America inizia una collaborazione con il prestigioso Washington Time-Herald. Incomincia a intervistare persone celebri, ed è così che incontra John F.Kennedy, suo futuro marito.

E’ un colpo di fulmine, si sposano e il promettente senatore democratico si candida alle presidenziali del 1960.

Attraversa l’America in lungo e in largo sempre accompagnato da Jacqueline incinta, in una campagna elettorale combattutissima l’8 novembre John Kennedy viene eletto 35° Presidente degli Stati Uniti d’America e Jacqueline  è First Lady, la più giovane ad entrare alla Casa Bianca.

L’eleganza e la classe  dei suoi abiti segnano un’epoca, nasce lo stile “Jackie” ammirato in tutto il mondo tanto da far dire al marito John, intervenendo ad una conferenza, nel viaggio europeo della coppia presidenziale: ” Sì, sono il signore che ha accompagnato Jacqueline Kennedy a Parigi”.

IL 22 novembre 1963 John F.Kennedy muore tra le braccia della moglie in un attentato, Jackie ancora con gli abiti sporchi di sangue, dichiarerà di volere che il mondo intero veda cosa è stato fatto a suo marito. La dignità con cui segue la bara, il coraggio con cui tiene per mano i figli, susciteranno un’ammirazione senza eguali, tanto che il London Evening Standard scriverà che “Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà”.

Jacqueline distrutta si ritira a vita privata, dopo l’omicidio di Robert Kennedy lascia l’America. Dopo qualche mese sposa il miliardario greco Aristotele Onassis, il matrimonio non è molto felice e Jackie passa la maggior parte del suo tempo a viaggiare e a fare shopping.

Si trasferisce nuovamente negli Stati Uniti quando rimane nuovamente  vedova , si ritira definitivamente dalla vita pubblica e  gli ultimi anni li dedica al suo primo amore: il giornalismo.

Jacqueline Kennedy Onassis muore di tumore la sera del 19 maggio 1994 a New York a soli 64 anni.“E’ morta come aveva sperato: circondata dai familiari, dagli amici, dai libri, la gente e le cose che amava, nel modo e nei termini da lei voluti”. In quella stanza traboccante di affetti, il suo ultimo pensiero , ha dichiarato suo figlio John John alla folla in attesa sull’ uscio di casa,”  è stato di gratitudine per voi e per il Paese”.

 

LWren-Scott

Sono stati insieme 13 anni fino al momento che L’Wren Scott si è suicidata senza lasciare spiegazioni.

Sembra che la sua casa di moda non navigasse in buone acque.

Ora per Mick Jagger sta iniziando un brutto periodo perché non riesce a sopravvivere al dolore lasciato dalla sua compagna.

Il frontman dei Rolling Stones ha lasciato un messaggio su facebook: “Sto facendo molta fatica per capire quale motivo ha spinto la mia compagna a suicidarsi. Insieme abbiamo passato molti bei momenti rendendo bella la nostra vita. Non la dimenticherò mai”.

L’Wren Scott si è impiccata stringendosi al collo una sciarpa e una cravatta nella sua casa di New York, mentre Jagger si trovava in Australia con gli Stones in vista della tournéè.

zuzzurro-gaspareZuzzurro ci ha lasciato, e a darne l’annuncio è il compagno di una vita: Garspare, ovvero Nino Formicola.

Il duo Zuzzurro e Gaspare non esisterà più: a darne la notizia è stato Nino Formicola, in arte Gaspare, che per una vita ha affiancato Zuzzurro. Già, perchè Zuzzurro non ce l’ha fatta ed è morto ieri sera all’Istituto Tumori di Milano.

Zuzzurro si è spento all’età di 67 anni: a febbraio aveva scoperto di avere un tumore al polmone. Nonostante ciò, il comico non ha mai smesso di lavorare e di impegnarsi nella sua professione: a metà ottobre avrebbe debuttato con il nuovo spettacolo “Non c’è più il futuro di una volta 2.0” al fianco del suo compagno professionale storico, ovvero Gaspare.

Ed è proprio Gaspare a dare l’annuncio su Facebook: il duo comico Zuzzurro e Gaspare non c’è più. Ciao Commissario!

 

Amianto

Amianto

Giorgio Zannera era un padre di famiglia morto all’età di 66 anni probabilmente a causa dell’eccessiva esposizione all’amianto. L’uomo faceva il coibentatore, presso la Save e l’ex Alumix; costretto alla pensione a causa di malattie a carico polmonare dovute all’amianto assimilato durante il lavoro.

Padre di famiglia che lascia i suoi cari con l’amaro in bocca a causa di un tumore piuttosto grave causato dall’amianto. Secondo le dichiarazioni lasciate dal figlio, a Giorgio era già stata riconosciuta una malattia professionale e questo tipo di tumore, sorto da poco tempo, pare sia strettamente correlato all’amianto. Nel caso qualcuno sia responsabile della sua morte, è necessario che paghi.

Giorgio era un padre di famiglia affettuoso, amico fidato per tutti i colleghi e la sua morte ha segnato profondamente la vita della comunità; i famigliari hanno richiesto l’autopsia per conoscere la verità, anche se la certezza che sia stato l’amianto a provocare la morte dell’uomo pare sia scontata.

lady diana Non c’è pace per Lady Diana. Dopo due inchieste, migliaia di documenti e testimonianze, il giallo sulla morte della principessa Diana e di Dodi al Fayed continua.

Era il 31 agosto 1997 quando Dodi al Fayed e la principessa Diana si erano ritirati nella loro suite all’ultimo piano dell’Hotel Ritz di Parigi. Di lì a poco al Fayed avrebbe noleggiato una Mercedes guidata da un addetto dell’albergo, Henri Paul, ubriaco secondo i testimoni, per raggiungere la sua abitazione. L’auto si sarebbe schiantata a grande velocità sotto il tunnel dell’Alma, per sfuggire all’inseguimento dei paparazzi. Questa almeno la ricostruzione ufficiale.

A risollevare dubbi su quanto accadde quella notte è proprio Scotland Yard, che sta valutando in questi giorni la rilevanza e attendibilità di nuove informazioni ricevute dai suoceri di un ex soldato inglese attraverso la Royal Military Police e includerebbero l’ipotesi che la Principessa, Dodi e l’autista siano stati uccisi da un membro dell’esercito britannico. Nelle informazioni si parlerebbe anche del “diario segreto” di Diana.

Scotland Yard sta valutando seriamente queste nuove informazioni ed è possibile che apra una nuova inchiesta.

Secondo il Daily Mirror, nel presunto assassinio sarebbero coinvolte le Sas, forze speciali britanniche. La Casa Reale non commenta, mentre Mohammed al Fayed, miliardario proprietario dei magazzini Harrod’s e padre di Dodi, si rallegra perché da sempre convinto assertore della tesi del complotto. Per lui l’incidente sarebbe stato orchestrato dai servizi segreti britannici, su istruzioni della Famiglia Reale e l’inchiesta ufficiale, che dà la colpa alla negligenza dell’autista e ai paparazzi, non sarebbe che una farsa.

Su quanto avvenne quella notte sono state costruite decine di teorie. Resta da vedere se le nuove informazioni in possesso di Scotland Yard saranno in grado di svelare una volta per tutte la verità.