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Francesco Guccini: “con Ultima Thule dico addio alla musica”

Francesco Guccini ha pubblicato il 27 novembre “Ultima Thule“, album che, secondo le dichiarazioni dello stesso cantautore, chiuderà una carriera lunga 45 anni.

L’originale titolo di questo album (Otto tracce registrate tra uno studio e la sua cascina) pubblicato su etichetta Emi Music , fa riferimento a Thule, isola greca divenuta leggendaria.

Guccini,  presenta il suo ultimo lavoro in un circolo reduci e combattenti di Milano (uno di quei posti fuori dal tempo e dalla movida)  e spiega così la scelta del titolo: «Mi piaceva quest’espressione, quest’idea di un ultimo punto d’approdo verso un misterioso Nord. Mi piaceva l’immagine che ho scelto per la copertina, il veliero tra i ghiacci: non mi trovate il perfetto tipo fisico dell’ariano

Poi confessa «nel 1972, al tempo di “Radici”: non vedevo un futuro da cantautore» e ricorda di quando sosteneva che salire sul palco a sessant’anni sarebbe stato ridicolo.

Ed invece, Guccini, il microfono al chiodo, ha deciso d’appenderlo a 72 anni suonati.  «Nessuno si suiciderà per il mio addio alle scene» dice sorridendo.

Basta canzoni per il Maestrone di Pavana, cantautore simbolo di almeno 3 generazioni, che commenta  «Il mio è un mestiere destinato a esaurirsi: presto esisteranno solo i cantautori di condominio che scrivono le canzoni per il caseggiato. Mi hanno detto che con le prenotazioni, che chissà perché si ostinano a chiamare “preorder”, ero primo nelle classifiche di scaricamento: ho domandato con quante copie e mi hanno risposto “centocinquanta”. Ho chiesto di non dirmi più niente».

A chi gli domanda cosa farà ora, risponde: «Leggo. Mi alzo la mattina verso le dieci, dieci e mezza, e leggo. Poi pranzo e guardo i telegiornali e leggo. Ceno e poi leggo». Poi confessa che si dedicherà alla scrittura, magari ad un giallo con  Loriano Macchiavelli. In fondo, « gli da più voglia scrivere romanzi e altre cose. È più comodo, lo fai a casa, senza andare nella sala di registrazione (che sono luoghi claustrofobici e tristi)».