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unioni civili

barilla-gayFra polemiche e dure contrapposizioni, l’Italia ha votato la fiducia ad una legge che l’Europa e il mondo intero chiedevano a gran voce. Anche nel nostro paese le persone dello stesso sesso che intendono sposarsi potranno farlo. E’ infatti arrivato il riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali e finalmente anche l’Italia si allinea alla legislatura dei paesi civilizzati. Si tratta di una pagina storica secondo le parole del premier Matteo Renzi, che ha chiesto una legge veloce e chiara, anche se consapevole che nella cattolica Italia i problemi sarebbero stati molti. La legge è però passata con larga maggioranza e ora le coppie omosessuali potranno sposarsi, al pari delle coppie etero.

Subbuglio nel mondo cattolico e veleni dal centro destra più conservatore, con il leader della Lega Matteo Salvini che ha invitato i sindaci che non vogliono sposare le coppie omosessuali ad invocare l’obiezione di coscienza. Il premier è però stato chiaro e in una fresca intervista a Radio Capital ha dichiarato che i sindaci non possono fare a meno di sposare chi lo chiede, perché si tratta della legge e la legge deve essere rispettata da tutti, dai politici, dai magistrati e quindi dagli spessi amministratori dei comuni. Al massimo i sindaci che ‘non son d’accordo’ potranno delegare altri rappresentanti del comune a sposare i cittadini, ma non potranno mai rifiutarsi di fare questa delega, altrimenti andranno contro la legge, commettendo un reato punibile penalmente.

La Camera ha quindi votato la fiducia con 369 voti a favore e 193 contrari, approvando separatamente le leggi di riferimento con 372 voti positivi e 99 contrari. Il Pd ha votato compatto, con il supporto di alcune forze di sinistra, mentre il movimento 5 stelle ha deciso di astenersi. Il governo Renzi si è però dimostrato forte di una maggioranza solida, che gli ha permesso di chiudere la votazione con esiti positivi e di allineare l’Italia alle richieste che erano state fatte ben sei anni fa dall’Unione Europea e 13 anni dopo i PACS francesi.

papa matrimoni‘L’ingerenza della chiesa cattolica sulle scelte del governo italiano non è corretta e il papa non deve immischiarsi delle cose del governo’. Queste sono state le parole pronunciate da papa Francesco durante il ritorno a bordo del volo Ciudad Juarez Roma allo stato del Vaticano dopo il viaggio che ha toccato il Messico e il Chiapas.

Il pontefice ha riposto ad una lunga intervista che ha toccato anche temi spinosi come le unioni civili. Papa Francesco ha quindi dichiarato di aver detto ai suoi vescovi che ‘Il Papa è per tutti e non può mettersi in politica”, ricordando con queste parole il discorso tenuto in occasione della Conferenza episcopale italiana nel maggio 2013. Durante il viaggio papa Francesco ha infatti risposto alle domande di molti giornalisti, approfittando delle ore di volo per mettere in piedi una vera e propria conferenza stampa.

Quella del pontefice è una posizione chiara, del resto ampiamente ribadita nei mesi scorsi, quando il tema delle unioni civili non era così forte e sentito come in questi giorni, quando il governo italiano sta votando e rivotando per mettere in piedi una legge che l’Europa e il mondo intero chiedono a gran voce.

In tema di politica estera, il papa non ha inoltre mancato di affondare una stoccata al candidato per la Casa Bianca repubblicano Donald Trump, che in questi giorni lo aveva accusato di essere un papa molto politico. Bergoglio ha quindi affermato che chi costruisce muri e non ponti non può affermare di essere un vero cristiano. Si tratta di parole forti, relative alla volontà del partito repubblicano di fermare gli immigrati che continuamente si muovono dal Messico verso gli Stati Uniti per cercare una vita e un futuro migliori.

anticipazioni-beautiful-negli-usa-in-onda-il-matrimonio-di-steffy-e-liamL’Italia è stata scossa qualche giorno fa dalla notizia della commissione di giudici di bloccare la trascrizione dei matrimoni gay conseguiti all’estero, nel nostro paese. Si è trattato di un episodio di cronaca controverso, che ha visto fare luce sulla figura del giudice Carlo Deodato, personalità fervente cattolica vicina a Comunione e Liberazione. Alla domanda se un’unica persona, portavoce di una corrente, potesse bloccare un sistema che viene chiesto a gran voce da tutta Europa è seguita oggi la dichiarazione del ministro della giustizia Orlando, che con le sue parole ha sottolineato il vuoto legislativo sull’argomento e ribadito la necessità di colmarlo con una legge giusta e moderna.

Secondo Orlandi il ddl Cirinnà (che interessa le unioni civili) non sta andando avanti in tempi veloci perché le anime sono divise nel mondo politico e non si è ancora affrontata seriamente la questione. Tanto fumo e poco arrosto insomma, ma nel frattempo i giudici del Consiglio di Stato non si sono fatti scrupolo di bloccare la trascrizione dei matrimoni gay conseguiti all’estero, siglando un punto a favore di chi, nel nostro paese, di unioni omosessuali non vuole proprio sentir parlare.

Non si tratta di un semplice obbligo morale, ma di un obbligo giuridico al quale l’Italia deve rispondere, secondo quanto richiesto dalla Corte di Strasburgo il 21 luglio 2015. L’interrogazione ha chiaramente affermato che l’assetto normativo del nostro paese non tutela i diritti di una parte dei cittadini italiani. Orlando ha quindi affermato che ritiene giusto affrontare il tema e che la sentenza della Corte europea richiede che ci si muova in fretta, ma al contempo ritiene ragionevole ricercare un consenso ampio all’interno del governo. Il percorso, secondo il ministro, deve passare dal riconoscimento delle unioni civili per approdare al matrimonio, come è stato fatto anche in Francia, per dare tempo alle persone di esprimersi su questo controverso argomento, che come pochi sa dividere il mondo politico e l’opinione pubblica intera.

renziL’Italia era già stata bacchettata dall’Europa in quanto priva di una legge chiara e moderna sulle unioni civili. La necessità di varare una legge in merito era quindi indispensabile e sembra che in queste ore anche il nostro paese stia facendo il grande passo in questa direzione. Ieri il premier Renzi è stato intervistato dalla rete radiofonica Rtl 105 network, e ha espresso il suo punto di vista sulla questione.

Secondo il premier, le unioni civili sono un argomento che da sempre divide l’Italia, tanto che siamo l’unico paese in Europa a non avere una legge chiara in merito. La posizione del Partito Democratico si basa quindi sulla discussione di questa agognata legge, per arrivare al Senato e quindi alla sua promulgazione in tempi brevi. Il premier si augura che l’incartamento relativo alla legge possa arrivare in mattinata e quindi essere discusso nelle prossime ore dal governo.

Renzi ha affermato che la legge si deve fare e non può più essere in assoluto rimandata, ma frena sulla possibile adozione da parte delle coppie omosessuali. Si tratta di un argomento spinoso, sul quale non si può decidere in tempi brevi, perché necessita di discussioni parlamentari approfondite. La posizione del suo partito si rivela infatti incompleta e mancante, perché il 95% degli esponenti del Partito Democratico non presenta attualmente una posizione omogenea sul tema. Il premier si è quindi augurato di poter discutere questo controverso argomento senza toni da ‘furore ideologico’ e di trovare un punto di intesa su una legge che l’Europa intera chiede a gran voce, per rendere il paese moderno e il linea con la sua legislatura.

A Rtl il premier ha anche parlato dei problemi economici dello Stato, confermando gli 80 euro in busta paga anche per il 2016 e sul tema pensioni ha affermato di collaborare con l’INPS per trovare una soluzione che coinvolga tutti i diretti interessati e che possa portare le soglie della pensione ai livelli europei, ovvero in un margine che si staglia fra i 1.000 e i 3.000 euro mensili.

francesca-pascale-e-silvio-berlusconiFrancesca Pascale grande attivista politica, militante in Forza Italia da anni in un intervista al Corriere del Mezzogiorno parla del suo impegno in campo  e delle sue battaglie che poco si conciliano con alcuni principi del centro destra, tipo il concetto di famiglia tradizionale.

A sorpresa a fidanzata di Silvio Berlusconi dichiara di essere favorevole alle unioni gay :“Lo dico da cristiana, da cattolica, da donna che vive nella condizione di coppia di fatto: sì alle unioni civili, sì al rispetto per la libertà individuale”.

“Cristo ha detto: ama il prossimo tuo come te stesso – ha aggiunto – Non ha insegnato a fare differenza tra gay ed etero. Ecco, mi piacerebbe se il centrodestra aprisse i suoi orizzonti e affermasse: siamo liberali fino in fondo e non soltanto quando ci interessa o quando ci fa comodo. Va bene rispettare ciò che dice la Chiesa, ma la Chiesa deve rispettare anche la libertà di uno stato laico e non confessionale, altrimenti si sconfina nella discriminazione di chi non è cattolico”.

Ha deciso di dichiarare guerra all’area cattolica? “No, al bigottismo ipocrita. Forza Italia è formata da tante anime: anche quella liberale, rappresentata dallo stesso presidente Berlusconi. E per la paura di spaventare la Chiesa si fa finta di non vedere e non sentire. Si parla tanto di Europa per i problemi economici. E’ giusto e capisco, data la situazione di crisi. Ma sui diritti sociali, quando pensiamo di avvicinarci al resto delle nazioni europee? La libertà, per il nostro partito, è il valore principale. Ma questo principio deve essere rispettato fino in fondo”.
“Io parlo della mia condizione, ma non soffro se lo Stato non vuole riconoscermela. Anche perché – ha aggiunto Pascale – non ne sento il bisogno. Ho scelto io, liberamente, di convivere con un uomo divorziato e mi sta bene così. Certo, mi spiace quando, trovandomi in chiesa, il prete mi guarda dall’alto in basso e punta contro di me il suo indice accusatore per farmi capire che rappresento in quel caso il peccato. Non è quello che cerco dalla Chiesa, non intravedo, in questo atteggiamento, la parola di Dio”.