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carne_rossa-l-carnitinaLa recente notizia diffusa dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità nei confronti della pericolosità della carne rossa ha abbassato i consumi con effetto immediato, diminuendoli in una settimana del 20%. Si tratta di un effetto che ci si doveva aspettare, in quanto la notizia diramata ha avuto un effetto bomba, e ora le persone sono decisamente influenzate da quello che è stato divulgato nelle ultime ore. Come spesso accade, si può trattare di un effetto transitorio, in quanto la notizia è fresca e le menti sono ovviamente suggestionabili dai dati diffusi.

Ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha cercato di placare gli animi in una conferenza tenutasi all’Expo, affermando che anche lei assume carne rossa fresca perché le serve per acquisire energia e anche per il contenuto di ferro, come le è stato consigliato dal medico di fiducia. Il ministro ha inoltre affermato che sta allattando i suoi due gemelli e che quindi il suo nutrimento è il loro nutrimento. Ciò che conta è variare il più possibile l’alimentazione, affidarsi alla bontà della dieta mediterranea e comprendere per bene quali sono le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Salute sull’argomento carne rossa.

Dopo le dichiarazioni, il nostro paese è come uscito da una bolla di sapone, in quanto da tempo i medici e i nutrizionisti sottolineano che il consumo di carne massivo è dannoso per l’organismo, ma ora che a dichiararlo è stata l’OMS tutta l’Italia vuole crederci, e cerca quindi di moderare il consumo di carne giornaliero. La dieta bilanciata si basa anche su questo, ma secondo il ministro della Salute i titoli dei rotocalchi sono stati troppo allarmanti e hanno indotto le persone a fare delle scelte di petto che si sono tradotte in un calo dei consumi registrato negli ultimi giorni.

L’effetto può sicuramente scemare con il tempo, ma serve un’opera di buona informazione, che sappia elevare le caratteristiche delle carne sotto una luce positiva, sottolineando l’importanza di sceglierla fresca e allevata in Italia e mettendo al corrente le persone sui rischi che alcune tipologie di alimenti presentano se consumati in modo troppo frequente. Questa condotta può scongiurare la crisi di un settore che in Italia si propone vario e ben radicato, e rendere il concetto di dieta quotidiana chiaro e veritiero al popolo italiano.

renziLa notizia dei tagli alla sanità annunciati dal governo Renzi ha suscitato un enorme scalpore fra i cittadini, ma anche fra i medici che lavorano in Italia, preoccupati delle conseguenze che la manovra potrebbe apportare al rapporto fra medico e paziente. Il premier Renzi ha quindi aperto al dialogo, prospettando la possibilità di modifiche che andrebbero ad allentare la stretta sui cosiddetti esami ‘superflui’ che sono entrati nel paniere del ministro della Salute Lorenzin.

Il premier ha ribadito che sulla sanità lo Stato non sta tagliando, ma ridistribuendo in modo equo ed intelligente le risorse disponibili in nome di una sanità migliore. La polemica era nata con l’annuncio della preparazione di un provvedimento che andrà a tradursi in un decreto che interessa l’appropriatezza delle prestazioni medico-sanitarie e che si propone di evitare gli esami e le visite considerati inutili e particolarmente dispendiosi per lo Stato. In totale si tratta di 208 prestazioni che sono finite sotto osservazione, di esami che interessano diverse sfere della sanità, ma che probabilmente non andranno ad interessare le prestazioni basilari e i pazienti che non hanno la possibilità di permettersi le cure mediche per ragioni legate al reddito.

La notizia è stata forse mal interpretata? Oppure il governo non è stato chiaro sulle sue intenzioni? Secondo le dichiarazioni del ministro, gli esami che non saranno più ‘passati’ dallo Stato sono di molte tipologie, ma interesserebbero soprattutto i casi di ripetizione nel corso del tempo. Se, ad esempio, un paziente chiede di effettuare una radiografia molto costosa e riceve un esito negativo, non potrà ripeterla a spese dello Stato per un limite di tempo massimo stabilito. La manovra intende quindi limitare un costo che ammonta a circa 13miliardi di euro, ridistribuendo questi soldi nell’ammodernamento della sanità ed evitando di passare esami e prestazioni che possono essere considerati poco utili per i pazienti.

L’apertura al dialogo di Renzi si propone quindi come una manovra positiva per fare chiarezza su questa decisione, che seppure in fase embrionale sta già muovendo numerose critiche e innescando tante paure da parte dei cittadini italiani.

videogame saluteI videogiochi sono spesso considerati dei prodotti dedicati agli adolescenti o agli eterni bambinoni, che spendono ore ed ore del loro tempo davanti ad una console. Non la pensano così alcune associazioni mondiali, che li impiegano per curare traumi e migliorare la salute mentale delle persone. E’ il caso dell’associazione americana Operation Supply Drops, che impiega i giochi virtuali per curare i problemi psicologici dei veterani di guerra e il Centre for Brain Health di Dallas che li impiega per migliorare le condizioni delle persone autistiche.

Si tratta di videogiochi che ‘fanno bene’ e che vengono sempre più analizzati dagli esperti e impiegati anche in campo non ludico per migliorare le condizioni di persone che hanno subito traumi oppure soffrono di speciali patologie. L’idea di far giocare ai videogiochi i veterani di guerra è balenata, infatti, a un ex reduce, che ha compreso le potenzialità positive di questi giochi e si è occupato di fondare la società no profit Operation Supply Drops, la quale si occupa di collaborare con i produttori di software per riuscire ad inviare gratuitamente al fronte i giochi ai soldati, per riempire i tempi morti, e di impiegarli al loro ritorno per favorire una migliore integrazione sociale. Il potere dei videogiochi, anche dei più semplici e di intrattenimento non si basa, infatti, sul puro piacere di giocare, ma anche sulla grande community che c’è dietro e sulla possibilità di farsi amici tra gli appassionati di questo settore del divertimento.

Anche in Italia i videogiochi vengono impiegati da molte strutture per migliorare le condizioni dei pazienti, come ad esempio accade con Relive, un videogioco interamente nato e sviluppato a Bologna che si occupa di sensibilizzare chi ci gioca sulla rianimazione cardiopolmonare. Esempi positivi, quindi, che leggono i videogame da una prospettiva diversa, sana e socialmente utile.

bere è saluteBere è fondamentale per mantenere un alto livello di salute e di benessere, soprattuto in estate quando le scorte idriche diminuiscono e la sudorazione ‘ruba’ tanti sali minerali preziosi all’organismo. Una bella iniziativa si è proposta di educare le persone alla cultura del bere l’acqua durante la giornata, un’abitudine che può davvero migliorare lo stato di benessere personale e scongiurare l’insorgenza di determinate patologie.

Il progetto si chiama “Bere è salute” ed è stato portato avanti dall’associazione Farmacieunite. Si tratta di una campagna di sensibilizzazione per una corretta assunzione quotidiana di acqua, che ha avuto il suo culmine nella giornata del 15 luglio, dove presso le farmacie aderenti era possibile ritirare gratuitamente una brochure informativa, una bottiglietta di acqua e una bustina di sali minerali.

La campagna di sensibilizzazione si è imposta l’obiettivo di informare la popolazione sull’importanza del bere acqua fresca ogni giorno, almeno due litri e di cercare di ‘far bere’ anche i soggetti che naturalmente non ne sentono il bisogno, come i bambini e le persone anziane.

Due litri di acqua al giorno è il minimo che le persone devono bere, soprattutto in estate quando il corpo richiede quantità di sali minerali e di acqua più elevati per funzionare al meglio. L’associazione si è dichiarata soddisfatta dei risultati ottenuti, in quanto la campagna mirava non solo a sensibilizzare le persone sull’importanza del bere, ma anche sulla valutazione di una risorsa vitale e preziosissima. Senza acqua non si vive e senza acqua non è possibile mantenere un buono stato di salute, quindi la popolazione deve cercare di comprendere la sua importanza, di valorizzarla e di consumarla con tanta continuità, soprattutto in questi giorni così caldi e afosi.

E nel mentre Napolitano lascia il suo posto al quirinale e tutti i politici stanno preparando le loro migliori armi per decidere chi sarà il prossimo capo di stato italiano, ecco che arrivano le prime decisioni per un’Italia migliore: un altro taglio alla sanità per risparmiare qualche altro buon miliardo da spendere altrove.

Tutta una questione di contratti, che ha fatto scattare la clausola necessaria per imporre un taglio decisivo ai fondi sanitari nazionali. Ancora meno denaro quindi da investire per la nostra salute, considerando che sono stati apportati già inizialmente dei tagli per il settore. Ovvio che i rappresentanti di questo settore, così indispensabile tra i servizi pubblici, non sono del tutto felici: ASL ed ospedali si ritroveranno a ridimensionare ancora di più il loro organico, i posti letto e i mezzi di trasporto. Con un ritorno che potete facilmente immaginare, vista la quantità minore di mezzi e quindi il maggiore tempo impiegato per ogni emergenza che ha bisogno d’un’autoambulanza. Stessa cosa per i posti letto: se sono di meno, si rischia di portare un eventuale paziente in lungo ed in largo per l’Italia con le consuete critiche nel caso di pazienti gravi che ci “rimettono” le penne.

A buon’intesa però intervengono altre fonti d’informazione che comunicano che attualmente si possono risparmiare diversi miliardi senza toccare la sanità. E’ anche bene dire che 119 miliardi vengono investiti nell’Asl, incluse anche naturalmente le spese di trasporto e le spese dell’organico totale. Escono poi dati su costi e rimborsi a varie aziende non meglio specificate, con quasi 4 miliardi di denaro trasferito. 902 milioni per i costi della singola ed unica politica italiana. 800 per le consulenze esterne. Cifre che, per un italiano medio, sono immense: ne basterebbe uno di milione per sistemarlo a vita.

Ma alla fine nulla di tutti quei conti non si riesce a capire con trasparenza se vi è o meno uno spreco. L’attacco finisce perciò sulla Sanità, con una frecciatina abbastanza pungente: quali saranno le conseguenze di questo gesto? Si sprecherà di meno o, pur di continuare a sprecare, la pagheranno gli onesti lavoratori?

visite mediche onlineMolte, moltissime delle visite mediche che oggi si tengono face-to-face, faccia a faccia con il medico, presto potrebbero essere esclusivamente online. Si risparmierebbe tempo e denaro, sia per il paziente sia per il medico. A spiegarci questo epocale cambiamento è Daniel Martich della University of Pittsburgh Medical Center: “Questo numero (100 milioni di visite online all’anno, ndr) può sembrare alto, ma non lo è se si pensa che solo negli Stati Uniti in un anno si fanno 600 milioni di visite, e metà potrebbe essere fatta via web”.

La rivoluzione è apprezzata dagli stessi pazienti, soprattutto dai più giovani che si trovano più a loro agio con la tecnologia: il 55% degli statunitensi preferirebbe mandare una foto di un problema alla pelle piuttosto che recarsi di persona da un dermatologo, magari dopo lunghe attese, invece il 43% delle persone con pacemaker o defibrillatori desidera avere dei check in da remoto, online. Quando si tratta in effetti di controlli di routine o di problemi che potrebbero essere risolti con una semplice videochat, perché intasare il sistema sanitario e rallentare tutta la filiera?

Bruno Gridelli, direttore dell’Ismett di Palermo, in merito ha detto che “c’è una vera esplosione della tecnologia in campo medico. Ma per approfittarne deve essere “distruttiva”, e modificare il modo in cui lavoriamo”. La tecnologia ormai fa sempre più parte della vita dei medici, anche di quelli di famiglia: esami consultabili online, prenotazioni, ricetta dematerializzata, e presto anche esami online. Anche i social media potrebbero presto essere importanti per i medici e i pazienti: ”Il 90% delle persone crede alle informazioni condivise sui social – racconta Martich – e il 60% dei medici pensa che questi strumenti migliorino le cure”. In effetti va anche considerato il ruolo che i siti web, più o meno specializzati, stanno assumendo in questi ultimi anni: chi, vittima di una qualsiasi patologia, non si è andato prima ad informare sul web?

Sembrerebbe proprio che, come emerso da un’indagine, il cellulare faccia male alla salute.

E per la prima volta viene messa su una causa contro il Ministero della Salute sul tema dei cellulari. A rivolgersi al TAR è stata l’associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog A.P.P.L.E, con lo scopo di far partire una campagna sui reali effetti che ha un telefono cellulare sulla nostra salute.

Un team di 31 scienziati provenienti da 14 paesi diversi ha classificato i telefoni cellulari come 2B, ossia possibilmente cancerogeni.

Inoltre da questa indagine è emerso anche che un uso per 2000 ore in dieci anni aumenta di 6 volte il rischio di un tumore (30 minuti di telefonate al giorno)

La richiesta è semplice: inserire all’interno della confezione del cellulare o cordless, un foglio sui reali effetti negativi che potrebbe avere un uso eccessivo di questi dispositivi.

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Tom Hanks

Tom Hanks

Tom Hanks, attore di 57 anni amato dalla maggior parte del pubblico internazionale ha scoperto di soffrire di diabete di tipo 2. E’ stato lo stesso attore a diffondere la notizia durante il programma David Letterman Show, mentre presentava la sua nuova pellicola cinematografica.

Tom Hanks ha interpretato ruoli molto importanti nel corso della sua carriera lavorativa, tra questi ricordiamo Forrest Gump ed una frase celebre del film che ha spopolato nel mondo: “La vita non è altro che una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita“. Ebbene, pare che Tom Hanks dovrà rinunciare a questi cioccolatini d’ora in avanti!

Il medico di Tom Hanks sostiene che l’attore presenta livelli di glucosio alti dall’età di 36 anni ed ora si è prestato il diabete di tipo 2, che può essere tranquillamente controllato e gestito. Tom Hanks sarà presto sul grande schermo con il film “Captain Phillips – Attacco in mare aperto“.