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E finalmente la tragedia sembra aver così fine: sulla Norman Atlantic non c’è più nessuno ma mancano da recuperare dieci persone. Ma chi sono? Sembra infatti che ci sono sì dieci dispersi, ma non risultano affatto sulla lista dei passeggeri. Su questo punto si batte la pista di qualche intrusione clandestina volontaria o involontaria, da parte dell’equipaggio: sono stati immessi a bordo appositamente o sono entrati furtivamente sulla Norman?

Le statistiche sono davvero confuse: si parla di 437 persone che sono state ritrovate ma c’è chi dice che ci sono attualmente 38 dispersi (ben più di 10), il che è davvero oltre la misura necessaria per il traghetto che doveva trasportare il tutto verso Ancona. Ma allora ci sono ancora dei tasselli da collegare in quest’evento? Ricordiamo che l’incendio è probabilmente di natura dolosa e non accidentale, ed il fatto che vi erano persone non registrate a bordo della nave può avere delle implicazioni.

Il Ministro della Difesa Pinotti afferma che si continuerà a scandagliare il fondo per cercare eventuali corpi. In questo momento, il comandante della nave e l’armatore sono indagati per naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Accuse che pendono sulla loro testa piuttosto pesanti, ma non ancora accertate. Per il momento il traghetto è ancora al largo, ma verrà al più presto riportato in un molo sicuro dove attraccare, dove verranno finalmente condotte alcune indagini serie.

Altre cose che poi non tornano: il Norman Atlantic il 19 dicembre era stata sottoposta ad un piccolo test di revisione, nel quale sono stati riscontrati sei difetti totali nel traghetto. Porte tagliafuoco malfunzionanti, la batteria delle luci da risistemare e l’intera struttura della nave non propriamente adatta allo scopo. E nonostante tutto il viaggio è stato autorizzato, la nave è partita ed il risultato l’abbiamo visto tutti. Se la nave aveva dei difetti strutturali, perché si trovava ancora in mare e non sotto sequestro? Non stiamo parlando solo di malfunzionamenti tecnici: è sotto l’occhio di tutti quelli che abbiano la briga di andare a verificare gli esiti della revisione, ufficiali.

Tutte queste domande un giorno avranno la loro meritata risposta.

Purtroppo non tutti gli incidenti sono così innocui da non mietere vittime. Il Norman Atlantic, il traghetto che ha bruciato per diverse ore al largo delle coste greche e che doveva arrivare ad Ancona, ha visto dei gran brutti momenti. Equipaggio e passeggeri hanno dovuto collaborare per mantenere la barca in buone condizioni mentre il salvataggio avveniva nella tempesta, fra navi che non potevano attraccare e elicotteri che non potevano stare in aria per via del forte vento che spazza la zona.
Per fortuna l’impegno avuto e combinato dell’Italia e della Grecia ha portato in salvo 363 passeggeri. Ancora 115 hanno bisogno di essere portati in salvo. Durante le operazioni le diverse scialuppe di salvataggio hanno subito gravi danni o si sono rovesciate, provocando così un’ulteriore emergenza per i passeggeri che erano riusciti almeno ad andare via dal traghetto incendiato.
Al momento tanti feriti, sia per l’incendio avvenuto che per il panico. Ma ci sono anche le vittime di quest’evento: una vittima è stata confermata, anche se una persona ha affermato di aver visto ben quattro morti. “Sono sicurissimo, erano davanti a me: ho visto quattro persone morte” e nel mentre di tutto questo il tempo continua a rendere difficili le operazioni, ben ricordando che a bordo della nave vi erano oltre 450 persone in tutto fra equipaggio e passeggeri.
“Molta gente è caduta in mare” afferma un altro “Ho visto una decina di persone che erano a bordo d’una lancia e poi sono finite in mare. Sentivamo urlare Fire, fire, fire (al fuoco) ed in poco tempo tutta la nave era in fiamme: tutto buio e molto fumo”.
L’incendio, come già affermato, è iniziato dal Garage. Diverse autovetture sono al suo interno e le fiamme non possono che significare un grosso guaio, considerata la quantità di benzina presente all’interno d’ogni macchina.
“Bruceremo come topi, siamo in pericolo e non so quanto resisteremo”.