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orlandi_rossellaMatteo Renzi nel consiglio dei ministri ha nominato a capo dell’agenzia delle entrate una donna, l’empolese Rossella Orlandi.

Il governo con questa nomina ha voluto dare un segno netto di rinnovamento, la Orlandi nata a Empoli nel 1956, nel 1980 si laurea in giurisprudenza all’università di Firenze, iniziando a lavorare subito dopo nell’Ufficio imposte dirette di Empoli con il ruolo di vice direttore tributario, nel duemila diventa dirigente di seconda fascia, con l’incarico di Capo ufficio controlli fiscali della direzione regionale della Toscana, nel 2006 viene chiamata a Roma da Massimo Romano allora dirigente dell’agenzia, che la promuove dirigente generale con le funzioni di Direttore centrale aggiunto dell’Accertamento.

Come direttore generale promuove la lotta all’evasione in modo specifico verso i grandi evasori, contribuendo fattivamente alla riorganizzazione di questo delicato settore e alla realizzazione di innovative tecniche di controllo quali il tutoraggio delle imprese di maggiore dimensione, dal 2011 è in Piemonte come direttore regionale.

Le nomine decise dal consiglio dei ministri oltre a Rossella Orlandi, che sostituirà Attilio Befera alla direzione dell’Agenzia delle Entrate,  c’è  Anna Genovese, nuova componente della commissione sulla Borsa. Ai vertici dell’agenzia del Demanio e dell’Istat andranno invece due uomini, Stefano Scalera e Giorgio Alleva.

Per quanto riguarda le altre nomine attese, decise ieri dall’Esecutivo,  all’Autorità anticorruzione sono stati nominati, oltre a Cantone, Michele Corradino, Francesco Merloni, Ida Angela Nicotra, Nicoletta Parisi. Di queste nomine si avvia la procedura che deve essere confermata in Parlamento. All’Enit andrà Cristiano Radaell.

Giornata-Mondiale-della-Gentilezza-634x396E’ stato papa Francesco ad invocare per tutti, non solo per i cristiani l’uso di tre semplici parole: grazie, permesso e scusa. Tre vocaboli che non siamo più capaci di pronunciare.

La gentilezza è sparita, se chiediamo un’informazione, quando interrompiamo chi cerca di parlarci, quando spintoniamo qualcuno per la fretta di arrivare, poi chissà dove?. Per non parlare poi dei cellulari o dei clacson, pensate quanto tempo intercorre da quando scatta il verde e il colpo di clacson dell’auto alle vostre spalle, una frazione di secondo.

I cellulari poi imperversano ovunque in modo fastidioso, nelle sale d’attesa, al ristorante, in treno, in ospedale, a scuola, ovunque, e tutti urlano e se ne fregano di chi gli sta intorno ed è disturbato da tutto questo frastuono.

L’eclissi della gentilezza, secondo una ricerca che promuove uno stile di vita fondato sulle buone maniere, è stata rimossa in quasi la metà delle famiglie italiane. Questa deriva è stata certamente accelerata dalla crisi di questi ultimi anni, con tutte le incognite sul futuro che hanno alimentato invidia sociale, risentimento, rabbia e indignazione.

Per non parlare poi della perdita progressiva del senso civico, ormai il turpiloquio è diventato di moda nel dibattito pubblico della classe dirigente nazionale, nei talk show, nei discorsi si insultano senza un po’ di pudore, senza un autocritica, la parola scusa è dimenticata, ministri, capi partito, capi d’azienda, intellettuali, icone dello spettacolo e della cronaca rosa, parlano come scaricatori di porto, o come se avessero alzato il gomito; eppure loro sono la prima linea della classe dirigente del paese. CHE MALINCONIA!

E cosa dire delle parolacce sul web, non bastava la TV, a diffondere il nuovo linguaggio dell’insulto ora c’è il web, facebook serve anche a sfogare, spesso in modo anonimo, la rabbia incontrollata e le minacce.

Per fortuna nelle grandi crisi il cambiamento passa attraverso il filo dell’utilità, e allora lentamente ci accorgiamo che essere gentili conviene e non costa nulla, invece non esserlo è un grosso spreco in termini di qualità della vita, della salute e dei sentimenti.

Essere educati e gentili fa bene alla salute.