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napolitano-berlusconiIl presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scioglierà le Camere solo se sarà impossibile dare un governo al Paese. Berlusconi ha aperto la crisi di governo, costringendo i ministri del Pdl a dare le dimissioni.

Napolitano in serata ne parlerà con il premier Letta al Colle. Berlusconi ha rotto il silenzio con una telefonata a una manifestazione di Forza Italia, in cui ha detto che è “pronto alla battaglia, non sono stanco di combattere. Non accetteremo la responsabilità per l’aumento delle tasse. Le mie vicende non c’entrano. Sono venute meno le condizioni di sostegno a questo governo, ci siamo trovati davanti a una sinistra che continua a mettere le mani nelle tasche degli italiani”. Berlusconi  ha così chiesto “elezioni al più presto possibile, le vinceremo”.

Cicchitto ha così commentato la presa di posizione di Berlusconi: “non ha bisogno di un partito di alcuni estremisti che nelle occasioni cruciali parlano con un linguaggio di estrema destra dall’inaccettabile tonalità anche nel confronto con gli avversari politici, che non dobbiamo imitare nelle loro espressioni peggiori”.

Quirinale - ConsultazioniLetta ha deciso di bloccare l’aumento dell’Iva, che dovrebbe passare dal 21 al 22 per cento, fino al 31 dicembre.

Questo costerà al governo un miliardo di euro ma serve comunque a evitare la crisi che stava prendendo forma in queste ore, soprattutto dopo l’ultimatum del ministro Saccomanni, che aveva detto, in un’intervista al “Corriere  della Sera”: “l’Italia mantenga gli impegni sui conti pubblici o mi dimetto”.

Così il premier Letta è venuto incontro a Saccomani, garantendogli “piena copertura politica” e “ampie garanzie” sul rientro al 3% del rapporto deficit/pil.

Letta ha dichiarato che intende stilare un nuovo programma di governo e poi presentarsi alle Camere per chiedere ai partiti una nuova fiducia. Il premier non intende fare la fine di Mario Monti e vuole proporre un nuovo programma di governo che si muova intorno alla legge di stabilità.

 

Napolitano – La recessione che da tempo ormai sta colpendo l’Italia sembra non volersi fermare. Con il governo Letta si stanno provando manovre per ottenere posti di lavoro, ma non è certo semplice. Il Governo comunque sembra darsi da fare, come a più riprese ha sottolineato lo stesso Napolitano, colui che ha incaricato Letta per il nuovo governo per uscire dalla crisi.

Napolitano – combattere la crisi con il lavoro

Oggi, in un messaggio durante la presentazione del rapporto Istat, Napolitano ha lanciato un messaggio eloquente che fa ben sperare per i mesi a venire: “Ora occorre creare le condizioni di una ripresa economica che fornisca, specie alle generazioni più giovani, concrete prospettive di lavoro nell’ambito di una crescita sostenibile ed equa”.

  Cardinale Bagnasco: “Paese ha bisogno di stabilità”. A margine del convegno “Felici di crescere”, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha risposto a delle domande riguardo al nuovo governo del Paese. ”Il Paese ha bisogno di un Governo stabile per affrontare i problemi dell’occupazione e le riforme strutturali“, il pensiero del cardinale, che ha poi aggiunto: “Auguri al prossimo Governo? Prima bisogna che ci sia un governo“. Il presidente della Cei ha poi puntualizzato: “l’augurio e’ di far fronte alle esigenze perche’ qualunque sia il governo ci auguriamo che riesca a rispondere efficacemente a queste esigenze”. Per uscire dalla crisi economica, il cardinale Bagnasco ha invitato tutti i presenti a “guardarsi con maggiore fiducia“.

Nella giornata di oggi il governo ha posto in esame la questione di fiducia sul decreto legge dello scorso 3 dicembre 2012 che rende possibile per il gruppo siderurgico italiano Ilva, facente capo al gruppo industriale Riva, continuare nella sua attività di produzione di acciaio negli storici impianti dello stabilimento Ilva di Taranto, mentre sono ancora in corso i dovuti lavori di bonifica dell’ambiente circostante alle strutture dell’impianto siderurgico. La fiducia del governo sarà votata comunque durante la serata, mentre già a partire da domani è in programma la sessione di voto finale di Montecitorio, prima che il provvedimento passi dalla Camera al Senato per la sessione finale che ne stabilisca la definitiva approvazione. Nel frattempo, in attesa che sul decreto legge che riguarda l’Ilva, il governo ponga la sua fiducia, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha introdotto, già nel corso della scorsa settimana, nella legge di conversione del decreto uno speciale emendamento in base al quale la società italiana sarebbe autorizzata a commercializzare anche i prodotti realizzati prima dell’entrata in vigore del decreto legge, in modo da superare il blocco della magistratura.