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ferreroOgni anno il Reputation Institute si prodiga per stilare la classifica delle imprese che godono di migliore reputazione, a livello nazionale per i singoli stati e globale. In Italia il podio è stato raggiunto da Ferrero, che si è conquistata la medaglia d’oro, seguita dalla maison Armani e dalle aziende Pirelli, Barilla e Lavazza. Si tratta del ‘Global RepTrak’ un valore molto importante per le aziende che si lega ad una crescita nelle redditività e nei margini compresa fra le percentuali 27 e il 37%.

A livello globale, la prima azienda salita sul podio è Rolex, seguita da Walt Disney e Google. È interessante notare che il global rep tank si rivela essere molto legato ai fatti di cronaca e anche alle vicende del mercato, prova ne è il crollo di Volkswagen, che dal settimo posto conseguito nel 2014 è crollata al 123simo posto. Non potrebbe essere altrimenti, dopo il tremendo dieselgate che l’ha interessata, ma la classifica si occupa di analizzare diversi fattori e viene redatta sulla base di indagini effettuate su campioni dei consumatori nei Paesi del ‘G8’, i quattro paesi che vengono considerati ‘Bric’, più la Corea del Sud e il Messico.

Rolex, stimata come l’azienda che nel 2016 gode quindi della migliore reputazione al mondo ed era quarta l’anno scorso. Un forte passo in avanti è stato segnato anche da Walt Disney, che è volata dall’undicesimo al secondo posto, mentre Google ha perso una posizione, perché nel 2015 si era aggiudicata la medaglia d’argento. In pesante calo tutto il settore automobilistico, perché oltre al crollo annunciato di Volkswagen, la classifica ha visto scendere Bmw al quarto posto mentre l’anno scorso era prima e Daimler che è passata da terza a quinta. Anche in questi due casi si tratta di potenti retaggi del dieselgate, che ha fatto affossare non solo la diretta interessata, ma anche le società che vi gravitano attorno.

Per quanto riguarda lo scenario Italiano, Ferrero si è aggiudicata il primo podio nazionale ed è ventesima per quanto riguarda la classifica globale, mentre Armani è seconda e 37esima a livello internazionale. È interessante notare che Barilla ha faticato a riprendersi dopo l’annuncio di voler inserire solo ‘famiglie tradizionali’ nelle sue pubblicità, dichiarazioni che l’avevano fatta crollare al 55esimo posto per risalire alla 43esima posizione attuale. Secondo l’indice, i valori della borsa che hanno interessato in sei anni i maggiori venti gruppi industriali del nostro paese sono in media raddoppiati, mentre l’indice Ftse Mib è rimasto praticamente fermo.

Pane-e-NutellaUn articolo su “Le Parisien” ha messo in agitazione i milioni di amanti della Nutella, è a rischio in tutto il mondo la produzione di Nutella c’è mancanza di nocciole, materia prima fondamentale per la produzione della crema spalmabile di cioccolato più nota al mondo, prodotta dalla Ferrero.

La causa della carenza di nocciole è il maltempo che ha flagellato nelle scorse settimane la Turchia, il più grande produttore al mondo di nocciole, con oltre il 70% di raccolto mondiale.
I produttori già all’inizio della primavera avevano lanciato l’allarme, quando una durissima gelata a marzo aveva distrutto oltre due terzi dei fiori di nocciolo. Il deficit di produzione, secondo il sito specializzato TechTimes è stimato in 260mila tonnellate. Ovviamente questa carenza ha immediatamente determinato una impennata dei prezzi: una tonnellata di noci è schizzata alle stelle passando da 5.000 a 8.500 euro.

“Tutti gli occhi – scrive Le Parisien – sono ora puntati su Ferrero”. Secondo l’Agenzia Italiana per il Commercio Estero, Ferrero acquista il 25% di nocciole prodotte in tutto il mondo.

Non è la prima volta che Ferrero si trova ad avere a che fare con una crisi del genere: già durante il 2003 e il 2004, i frutteti del Mar Nero erano stati colpiti da gelate e il prezzo della nocciola turca era aumentato vertiginosamente, determinando un leggero aumento del prezzo di Nutella (che quest’anno ha celebrato il suo mezzo secolo di vita) “già minacciato a lungo termine dalla carenza di cacao su base globale annunciata da dieci anni”, scrive il giornale parigino.

Speriamo che la Ferrero trovi nel mondo altri produttori di nocciole e che continui a deliziarci con la deliziosa Nutella.

nutella-cambia-sede-va-in-turchiaAnche la Ferrero trasloca! La produzione della Nutella si sposta in Turchia, ad Ankara, abbandonando la sua sede storica di Alba. Il motivo è, come sempre, contenere le spese. La Ferrero sta dunque valutando la possibilità di trasferire la propria sede. Dopo la morte del patron Pietro Ferrero, sono gli altri membri della famiglia che gestiscono i bilanci. Le nocciole utilizzate nella crema sono turche, ecco forse giustificato il trasferimento.  La linea industriale potrebbe essere simile, ma la sede trasloca. Queste sono indiscrezioni che sono giunte dal consiglio di amministrazione della fabbrica.  Nessuna conferma dalla capitale del tartufo bianco.