Home Tags Posts tagged with "crisi economica"

crisi economica

Crisi – Ancora una brutta notizia legata alla crisi. Un uomo di 39 anni, disoccupato da tempo, separato e con una bimba, ha deciso di darsi fuoco all’interno del Municipio di Casarano, in provincia di Lecce, durante una mostra fotografica. Il folle gesto è stato compiuto in serata e ha causato parecchi problemi al corpo dell’uomo.

Crisi – gesto disperato, familiari distrutti

Il 39enne si è infatti cosparso il corpo di liquido infiammabile prima di prendere l’accendino e darsi fuoco riportando ustioni su più di metà corpo, il 60% a quanto fanno sapere dall’ospedale di Brindisi dove è stato ricoverato d’urgenza. L’uomo – come affermano i familiari – era da tempo senza un lavoro.

suicidio crisiCrisi – Continua a mietere vittime la tremenda crisi che sta colpendo tutta l’Italia a livello di posti di lavoro. Un uomo di circa 50 anni ha deciso di farla finita gettandosi da un ponte in provincia di Viterbo, precisamente dal ponte Clementino situato a Civita Castellana, una cittadina in provincia di Viterbo.

Suicidio a Viterbo – inutili i soccorsi

Dalle prime notizie, pare che si tratti di un cassaintegrato che ha compiuto il fosse gesto a causa della crisi economica che stava attraversando. L’uomo è un ceramista che lascia una moglie e tre figli. I soccorsi, arrivati immediatamente sul posto, non hanno potuto fare nulla. I carabinieri di Viterbo indagano per capire quale sia il contesto che abbia portato l’uomo a compiere il gesto disperato.

islanda-mutuiIn Islanda lo Stato ha deciso di aiutare i cittadini in difficoltà pagando loro il mutuo. Ecco, la notizia che mentre ci lascia a bocca aperta,  ci riempie anche di “sana” invidia, va data così: in modo diretto e senza fronzoli.

Ovviamente, non c’è nulla di divino. I miracoli, quelli veri, non avvengono mai con lo schiocco delle dita, ma si costruiscono con il tempo e la consapevolezza dei propri diritti. E uno di questi è il diritto a una vita dignitosa. Il popolo islandese ha acquisito da tempo questa consapevolezza. Perciò non ha esitato ad opporsi  ai  banchieri che gli volevano far pagare una crisi di cui non avevano colpa. Come? Decidendo di non pagare di tasca loro il debito estero contratto da politici e banchieri. I cittadini islandesi con questa ribellione  hanno evitato di sottostare a decenni di pesantissima austerity. Davanti a tanta determinazione, il governo non poteva fare altro che stare dalla loro parte. Con grande senso di responsabilità, ha capito che il peso del mutuo sul bilancio familiare era divenuto davvero insostenibile, anche in  considerazione del fatto che in Islanda la stragrande maggioranza dei mutui era stata contratta in valute straniere e, a causa della svalutazione della “Corona islandese”.  E così, è stato deciso di cancellare i mutui ipotecari dei cittadini in difficoltà, un’operazione che riguarda un islandese su quattro. Per questa operazione  il governo ha investito il 13% del PIL nazionale (come se il governo italiano stanziasse circa 250 miliardi di euro).

Una decisione coraggiosa, dunque, forse anche rischiosa ma che di sicuro ha pagato. Se lo stato islandese avesse scelto di pagare il debito seguendo il volere delle istituzioni sovranazionali (BCE, FMI), dell’Inghilterra e dell’Olanda, probabilmente adesso si ritroverebbe nelle stesse condizioni della Grecia.  Per fortuna,  invece, adottando questa misura non solo è stata salvata la casa di migliaia di famiglie, ma è stata data anche una grossa spinta alla ripresa del Paese.

Ci voleva la visita del Papa ad Arezzo per destare Mario Monti da quel sonno catalettico che gli impediva di vedere cosa gli stava accadendo intorno. Assopito e distratto, fino a ora, ha continuato ad arrovellarsi il cervello per trovare il modo di ricavare ancora succo da limoni fin troppo spremuti, nel tentativo di sanare una situazione ereditata già incancrenita.

Ma ora il Premier apre gli occhi e, finalmente, si accorge che “Il presente dell’Italia è segnato da forti tensioni dovute alla crisi economica e alla crisi generata da rapide trasformazioni che generano disorientamento” e che “Con la crisi e la precarietà è inevitabile che cresca il disagio sociale, aumenti il malessere e ci siano segni a volte gravi d’incrinatura nella coesione sociale. Nessuno accetta volentieri i sacrifici e le restrizioni economiche, si tende a diffidare degli altri, l’insicurezza genera ripiegamento su se stessi, frustrazione, aggressività”.

Che cosa ha avuto su Monti l’effetto di un caffè doppio? E’ stata la visita del Papa nel capoluogo aretino a fare questo “miracolo ad Arezzo”, oppure, molto più realisticamente, anche a Palazzo Chigi si sono sentiti i boati della nuova ondata di violenza sociale che, anche se fa ricordare i periodi più bui degli anni ’70, per alcuni versi è peggiore. Come ignorare, infatti, che in pochissimo tempo dalla rivolta individuale passata attraverso i suicidi di piccoli imprenditori e semplici contribuenti strozzati dalle cartelle di Equitalia, siamo già a forme di ribellione violenta. Torna la parola “gambizzato”, tornano le maxi scorte, torna il terrore. E questa volta la rivolta non è contro il “regime”, ma contro “gabelle e i gabellieri”. Corsi e ricorsi storici: 2012 come il 1647, altro che 1970! Solo che oggi non c’è un Masaniello che raduna i popolani per bruciare i banchi del dazio a Piazza del Mercato.

Per Mario Monti si può uscire da questa situazione solo se si recupera la fiducia nel nostro Paese: “Se continuiamo a guardarci con reciproco sospetto, si alimenta la paura e s’indeboliscono le nostre forze. Non dobbiamo arrenderci, ma reagire insieme”. Facile a dirsi, più difficile a farsi. Difficile reagire se non si hanno le energie per farlo. Difficile avere fiducia se non si ha un lavoro e nessuna prospettiva. Difficile essere ottimisti quando ti viene negato tutto, anche il futuro.

suicida per la pensioneSi continua a morire per colpa della crisi, stavolta a togliersi la vita non è stato un imprenditore sull’orlo del fallimento o un pover’ uomo che ha perso il lavoro. L’ennesima vittima di questa sconvolgente crisi è un’anziana donna di ottanta anni. La signora si è tolta la vita, perché le avevano diminuito la pensione da ottocento euro a seicento euro.

Nunzia, questo il nome della donna, non ha retto alla notizia che l’Inps le aveva diminuito la sua già esigua pensione, è salita sul terrazzo della sua casa a Gela, in Sicilia  e si è gettata nel vuoto dal quarto piano, morendo sul colpo.

I familiari della donna accusano lo Stato per la morte della madre, la donna aveva paura di morire in povertà. La notizia del taglio della sua pensione e tutte le notizie  che continuava a sentire in televisione, sulla crisi che sta attanagliando il nostro paese l’avrebbero portato a compire il folle gesto, un’ altra assurda morte per colpa della crisi.

Un segnale allarmante da non sottovalutare, un fenomeno che dovrebbe preoccupare lo Stato e gli organi competenti.