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Tutte le ultime novità del mondo dei computer.

Il progetto si chiama Lingue in pericolo ed è finanziato da Google che ha messo a disposizione di studiosi e volontari gli strumenti tecnici che permetteranno alle generazioni future di conoscere i dialetti e le lingue in pericolo tramite un nuovo sito Web.

Il gruppo Internet, nato a tal proposito, ha dichiarato e promesso che intende trasferire la gestione del sito entro pochi mesi a un laboratorio universitario, l’Istituto per la Tecnologia e le Informazioni linguistiche dell’Università dell’Est Michigan.

Un lavoro assolutamente importante e da non sottovalutare visto che secondo uno studio recente, sarebbero circa tremila le lingue in via di estinzione al giorno d’oggi, di cui quasi la metà ancora parlate in alcune zone della Terra.

Tutto morto, nessun cinguettio e nessun messaggio per quasi un’ora e mezza di tempo. Nel tardo pomeriggio di ieri – alle diciotto per l’esattezza – Twitter ha smesso di funzionare.

Verso le diciannove e venti il servizio di microblogging ha ripreso a funzionare regolarmente, dopo aver però causato un vero trauma a quegli utenti che mai si sarebbero aspettati di non poter comunicare con i loro classici messaggini di 140 caratteri per così tanto tempo.

I commenti, naturalmente, una volta che il servizio ha ripreso a funzionare si sono sprecati, con L’ashtag: #TwitterDown sommerso da testi disperati con gente in preda al panico, testi ironici legati a Microsoft, senza escludere quelli bizzarri e sarcastici sulla profezia dei Maya.

Facebook ormai è dappertutto, soprattutto per quanto riguarda l’uso dei social button.
Secondo i numeri pubblicati da Pingdom, infatti, il 24% dei primi 10.000 siti al mondo (la classifica è elaborata da Alexa) presenta sulla pagina principale un pulsante Facebook.

Il numero sale poi vertiginosamente al 49.3% quando si tratta di prendere in considerazione link regolari al social network.

L’uso e la proliferazione dei social button quindi, in aggiunta di altri plug-in, si sta confermando una tendenza e un aspetto del cambiamento del web in questi ultimi.

Dietro a Facebook ci sono tutti i diretti concorrenti, da Twitter, Google+ e LinkedIn. Twitter è fermo al 10% dei siti presi in esame, ma ha una presenza che sale al 41.9% con i link di collegamento.

Secondo una ricerca condotta da Redshift Research per Intel risulta che il comportamento degli utenti italiani in facebook è alquanto sorprendente.

Era prevedibile ma risulta che circa la metà degli utenti che hanno un profilo nel social network di Zuckerberg ha dichiarato di aver barato almeno una volta sull’autenticità del proprio profilo,.

Anche se in buona fede, sono gli uomini i più bugiardi (circa il 53%) confessando di costruire sul Web un’immagine diversa dalla realtà aggiungendo interessi ed esperienze mai vissute.

Il fenomeno non è solo italiano naturalmente. Gli olandesi risultano i più onesti, mentre gli arabi raggiungono una percentuale del 76%.

Il motivo? Catturare l’interesse degli amici e nascondere le proprie insicurezze.

Al mondo ci sono circa 350 milioni di utenti registrati al servizio di web mail di Microsoft denominato hotmail, recentemente però sono comparse su Internet – secondo indiscrezioni pubblicate dal sito Liveside – delle immagini che mostrerebbero una nuova interfaccia grafica che presto cambiare anche nel nome diventando NewMail.

Il motivo sarebbe dettato dal bisogno di adeguarsi – dopo quindici anni dal lancio del servizio – a Windows 8 facendo in modo che per gli utenti vi sia una continuità tra il funzionamento del sistema operativo e quello del servizio online.

La nuova Hotmail sarà probabilmente disponibile solo a scelta, almeno inizialmente e gli utenti potranno effettuare il passaggio al nuovo layout oppure decidere di continuare ad utilizzare la vecchia versione del servizio.

Non sono ancora note eventuali altre nuove funzioni.

Massimo Marchiori, l’informatico padovano celebre per aver ispirato l’algoritmo alla base di Google e ideatore del motore di Volunia, lascia la sua creatura.

La notizia di abbandono, comunicata attraverso una lunga e appassionata lettera, arriva a pochi giorni dal previsto lancio della nuova versione di quello che è stato presentato come il primo motore di ricerca tutto italiano: un prodotto che unisce ricerca, chat e social network.

A quanto pare la sofferta decisione di abbondare è subita e non voluta, perché secondo il matematico – considerato tra i cento giovani ricercatori più innovatori al mondo – qualcun altro vuole poter decidere tutto al posto suo.

Si tratta dunque dell’amaro epilogo di un’avventura nata nel 2008 insieme a Mariano Pireddu, imprenditore sardo che ha finanziato l’impresa.

In questi giorni Twitter festeggia per aver superato i 500 milioni di utenti, ma non contento di questo nuovo record il noto social network esegue per la terza vola un restyling su proprio logo.

Larry – l’uccellino che accompagna gli utenti del popolare servizio di microblogging dal 2006, così chiamato in onore del cestista Larry Bird – è, adesso, senza ciuffo, più leggero, curato ed elegante.

Il nuovo uccellino che rappresenta il nuovo logo sarà frutto dell’unione di tre cerchi, a rappresentare le reti, gli interessi e le idee che ogni giorno viaggiano attraverso i tweet.

Dopotutto la semplicità è la parola chiave di Twitter e lo si vede non solo nella struttura del canale sociale ma anche nel proprio logo, per un social network che mira ormai a diventare un servizio che anche gli utenti poco esperti del Web possano sfruttare al meglio.

Se siete tra coloro che utilizzano Linkedin – il servizio impiegato principalmente per la costruzione reti di contatti professionali – correte subito ai ripari visto che la rete sociale ha comunicato tramite Twitter di aver subito un attacco da hacker e di essersi visto rubare qualcosa come 6.4 milioni di password.

La veridicità del documento è ancora tutta da confermare, ma l’ipotesi appare verosimile sulla base di alcuni indizi raccolti tra le password elencate improvvisamente in alcuni forum russi.

Ora secondo gli esperti, la protezione utilizzata da Linkedin potrebbe non essere sufficientemente sicura e quindi si consiglia di modificare subito la password utilizzata su linkedin e altri account – come Google – al fine di evitare spiacevoli inconvenienti non solo professionali.