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Caso marò

Marò italiani, è stata emessa la sentenza dei giudici Altamas Kabir e J.Chelameswar, che hanno escluso la competenza dello stato del Kerala,  perchè il fatto non era avvenuto in acque territoriali indiane ritendono invece che la stessa spetti allo stato centrale dell’India. Si riconosce finalmente che l’incidente è avvenuto in acque internazionali.

Il caso dei Marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, dovrà essere trattato a New Delhi, presso un tribunale speciale appositamente istituito in coordinamento tra lo stesso governo e la Corte Suprema.  Tale tribunale dovrà prima risolvere l’annossa questione circa la sussistenza della giurisdizione e poi liddove questa venga riconosciuta, si passerà all’esame del merito della questione.

Nella sentenza si legge anche che secondo la Corte nel loro servizio sulla Enrica Lexie i marò non godevano di quella immunità sovrana che avrebbe comportato l’applicazione della giurisdizione italiana.

 

I due Marò saranno in giornata trasferiti a New Delhi ed in attesa che inizino i lavori del nuovo tribunale avrannno piena libertà di movimento nel territorio indiano.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani accusati dell’omicidio di due pescatori, hanno presentato oggi una richiesta per ottenere un permesso speciale per andare a casa e poter quindi trascorrere il Natale con le loro famiglie. I giudici locali hanno accettato l’istanza: l’udienza si terrà la prossima settimana. La richiesta è stata presentata all’Alta Corte del Kerala, che ha sede a Kochi, dall’avvocato Udey Banu. I due marò sono accusati di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati somali il 15 febbraio mentre si trovavano al largo della costa indiana in acque internazionali a bordo di una petroliera italiana. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dal 30 maggio vivono nella condizione di libertà vigilata dietro cauzione, e risiedono in un hotel di Kochi. Non possono allontanarsi dalla circoscrizione della polizia di Kochi e per tale tagione è stato loro ritirato il passaporto, inoltre sono obbligati a presentarsi quotidianamente al commissariato locale per la firma di presenza. Secondo quanto precisa la Pti, la polizia aveva rifiutato in passato di concedere maggiore libertà di movimento per il timore di fuga dei due marò italiani.