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Mesozoico: gas serra e innalzamento della temperatura , dinosauri erbivori la causa

dinosauri-erbivori-mesozoicoI cambiamenti climatici avvenuti nel Mesozoico sembra siano stati provocati dai gas dell’antichità, cioè le flatulenze dei grossi dinosauri, in particolare sauropodi, enormi erbivori.

I sauropodi sarebbero vissuti circa 150 milioni di anni fa e sarebbero la causa dell’immissione nell’atmosfera di gas metano. Lungo 150 metri, ed il cui peso arrivava anche a 45 tonnellate, secondo uno studio effettuato su un modello matematico, si sarebbe arrivati a quest’ipotesi. Il Mesozoico, tra 250 e 65 milioni di anni fa, avrebbe vissuto il global warning causato dal metano emesso dai sauropodi, finito nell’atmosfera in maniera naturale.

Così come le mucche e gli altri ruminanti oggi producono circa 45-90 milioni di tonnellate di metano, secondi gli studiosi, i sauropodi avrebbero contribuito ad aumentare la concentrazione di metano di una-due parti per milione, amplificati da incendi e dal clima umido.

I batteri che erano all’interno del sistema digerente dei dinosauri, aiutano gli animali a digerire il cibo, e di conseguenza le emissioni di metano, gas serra, avrebbe una grossa capacità di intrappolare il calore, molto più dell’anidride carbonica.

Il Dottor Wilkinson ed il collega Graeme Ruxton, hanno focalizzato la loro attenzione sui quantitativi di gas eliminati dagli animali, di grosse dimensioni del periodo mesozoico. Partendo dalla massa totale dell’animale, che è nota, e dalle abitudini di vita dei sauropodi, che vivevano in branchi, tanto da calcolare che potessero essere presenti poche decine di esemplari per ogni chilometro quadrato. Le emissioni globali di metano sarebbero state circa 472 milioni di tonnellate l’anno.

Il dato delle emissioni di gas serra sarebbe pari ai quantitativi emessi oggi, mentre prima dell’era industriale il quantitativo era pari 180 milioni di tonnellate l’anno.

I risultati della ricerca sull’effetto serra causato dall’emissione di metano da parte dei sauropodi sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology.