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Attacco hacker alle università italiane

Cagliari, 6 luglio
A quanto pare sono 18 gli atenei vittime dell’ attacco informatico effettuatosi oggi da uno o più hacker anonimi. Sono stati rubati dati sensibili di docenti e studenti presenti nei database delle rispettive facoltà, a rivendicare l’ attacco un gruppo che si firma “Lulzstorm”.
Scendendo nei particolari le facoltà prese di mira sarebbero quelle di Bologna (Antoniano e Unibo), Cagliari, Milano (Politecnico, Bocconi e Bicocca), Bari, Foggia, Lecce, Messina, Modena, Napoli, Pavia, Roma, Salerno, Siena, Torino e Urbino.
L’ assalto è stato affettuato nella notte, i pirati secondo quanto riconosciuto dalla polizia postale non hanno puntato a compiere sabotaggi o furti monetari ma hanno fatto quello che in gergo si dice “Dump” delle banche dati. Ovvero hanno sottratto informazioni sensibili quali username, password e recapiti; Come gia detto i pirati si sono firmati lulzstorm, un nick che richiama un gruppo già conosciuto “lulzsec” considerato una costola di Anonymous.
In qualsiasi caso gli inquirenti non hanno ancora confermato che l’ atto sia una ripercussione delle denunce effettuate ieri verso 15 appartenenti alla cellula italiana Anonymous.
L’annuncio dell’attacco è arrivato via Twitter da un account creato apposta per l’occasione: ‘Twitter@LulzStorm’. E insieme ai tweet sono stati anche resi pubblici due punti dati informatici. Nel primo punto informatico sono stati pubblicati alcuni dati sensibili rubati, quali alcune mail con le rispettive password, recapiti, codici fiscali. Infine a seguito l’ appello-comunicato di “Lulzstorm” testuale: “Italiani, come potete affidare i vostri dati a tali idioti? E’ uno scherzo? I loro siti sono pieni di debolezze. Cambiate password ragazzi; cambiate concetto di sicurezza, università. Avremmo potuto rilasciare molto di più, avremmo potuto distruggere db e reti intere. Siete pronte per tutto questo?”.
Nel secondo punto informatico invece ha svelato un unico documento contenente gli elenchi degli studenti e rispettive corrispondenze private degli stessi; nei migliori dei casi sono apparsi solo nome e informazioni, ma in alcuni peggiori sono stati rivelati in sostanza tutti i dati sensibili delle vittime.