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Sgarbi

XXVI SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO TORINO“La scelta di Vittorio Sgarbi come “ambasciatore delle belle arti” per Expo da parte della giunta lombarda di Roberto Maroni si affianca a quella del ciclista Felice Gimondi per lo sport,  Philippe Daverio per la cultura,  Carlo Cracco per il cibo e Gaetana Iacono per il vino.

Vittorio Sgarbi che, nominato dalla Regione ambasciatore in campo artistico per l’evento, è al lavoro con Palazzo Lombardia per creare percorsi che diano ai turisti la possibilità di ammirare il Cenacolo ad esempio oppure le opere custodite da Palazzo Clerici e Palazzo Bagatti Valsecchi per la cui Fondazione, Sgarbi è stato nominato membro del cda da parte della giunta Maroni.

A Palazzo Lombardia per presentare il progetto, Sgarbi, ha criticato in particolare l’Expo Gate in Largo Beltrami. “Il Castello Sforzesco – ha detto – e’ stato occultato da tralicci fatti da uno studio di deficienti” quando proprio il Castello, a suo parere si sarebbe prestato ad essere “una porta d’accesso naturale”. L’intento del lavoro portato avanti con la Regione, ha quindi precisato, e’ quello di far si’ che “non sia un’Expo degli ignoranti” e fare in modo piuttosto “che una volta usciti dall’incubo dei padiglioni merdosi che gli hanno costruito”, i visitatori possano apprezzare il patrimonio artistico di Milano “quarta’ citta’ d’arte d’Italia” dopo Firenze, Venezia e Roma.

Sgarbi ha proposto anche di portare a Milano, durante il semestre di Expo, alcune opere pittoriche dei più celebri maestri rinascimentali o post rinascimentali, ospitati alla Galleria degli Uffizi di Firenze, e persino i Bronzi di Riace, in modo che questi tesori dell’arte possano essere ammirati dai milioni di visitatori che si troveranno a Milano in quel periodo.

“Non è vero che non si possono spostare perché sono fragili – ha sottolineato Sgarbi – sono piuttosto ostaggio della ‘ndrangheta” rappresentata dagli interessi degli amministratori locali”. Poi ha spiegato che la soluzione potrebbe essere uno scambio temporaneo con la Calabria a cui in cambio delle due statue potrebbero essere prestate “due opere di Caravaggio”.

“I progetti proposti dal professor Sgarbi sono molto interessanti e utili per valorizzare Milano e la Lombardia durante Expo – ha commentato Maroni -, sono proposte che condivido e, per questo, gli ho dato l’incarico di realizzarle, insieme alla Regione Lombardia.

Mercoledì prossimo incontrerò il ministro per i Beni culturali Franceschini, per proseguire il confronto su alcune delle questioni poste dal professor Sgarbi e per coinvolgere altre Regioni, come la Toscana per gli Uffizi o la Calabria per i Bronzi di Riace. E ribadisco l’impegno della Regione Lombardia nella realizzazione dei progetti che Sgarbi ha annunciato per valorizzare Milano e il territorio lombardo in vista di Expo 2015”.

“Sgarbi andrà tenuto un po’ a freno perchè e’ anche troppo esuberante ma preferisco uno esuberante con tante idee brillanti come le sue, perchè sono cose molto interessanti e utili per la Lombardia. Poi lo fa gratis. Meglio di cosi”, conclude Maroni.

vittorio_sgarbi -Gentile-Un centinaio di opere fra dipinti, pale d’altare, tavole e affreschi staccati, sculture e oreficerie, ricostruiscono l’età dell’oro di una città oggi piegata dalla crisi del distretto elettrodomestico, che, ha detto il governatore Gian Mario Spacca, vive questo evento anche come un segnale di speranza.
“Oltre a Giotto, che io stesso ho fortemente voluto, il ricco percorso comprende anche nomi come Francescuccio Ghissi e Allegretto Nuzi, tanto per citarne alcuni.
Fra gli artisti più conosciuti, inoltre, ne spiccano altri meno conosciuti ma che in questa mostra, finalmente, vengono meritamente riscoperti per il loro grande valore”. Così il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha presentato la mostra “Da Giotto a Gentile, pittura e scultura a Fabriano tra due e trecento”, che si apre a Fabriano il 26 luglio.

“Mi riferisco al Maestro di Campodonico – ha continuato -. Il peso dei “suoi” corpi si avvicina moltissimo a quello di Giotto e Gentile” Il vero cuore dell’arte moderna è qui, a Fabriano, dove grandi artisti hanno lasciato opere straordinarie”.

Da una mostra importante, e filologicamente ponderata, come questa, dal titolo tanto ambizioso, quanto preciso, ci aspetta una parola definitiva su una questione cruciale che, da Giotto, oltre a una Scuola Umbra e a una Scuola Riminese, entrambe conclamate e definite, esca una altrettanto significativa Scuola Marchigiana, e in particolare fabrianese, del XIV secolo, dai confini ben definiti. Dopo questo grande evento finalmente nei libri della storia dell’arte troverà spazio anche la scuola di Fabriano”.

Oltre 100 le opere, e un protagonista ”titanico” come il poco noto Maestro di Campodonico, ha spiegato Sgarbi presentando la mostra insieme al governatore Gian Mario Spacca. Realizzata dalla Fondazione Carifac con Veneto Banca, è aperta fino al 30/11.