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Louvre

1259052_ratatouille-tuttacronaca_thumb_bigNuove attrazioni al Louvre,il famosissimo museo parigino nei suoi giardini non ha esposte nuove opere d’arte, ma ha come ospiti non invitati un esercito di topi.

Xavier Francolon, fotografo dell’agenzia Sipa e il primo ad accorgersi dell’insolita fauna cittadina, racconta: “A Parigi è abbastanza facile incrociare topi di notte, più strano vederli girare tranquillamente durante il giorno passeggiando, senza timidezza, tra le persone impegnate nei picnic”.

“Ma è Ratatouille” urlano i bambini indicando un topo che corre proprio di fronte a loro. Uno, due, tre. La conta del nascondino si trasforma nella conta di tutti gli esemplari di ratti che incrociano, mentre cercano di non farsi trovare dai compagni di gioco. È così che scoprono una vera invasione.

L’organizzazione museale sta cercando di risolvere il problema, ma intanto i ratti proliferano. “La loro presenza – spiega un addetto del Louvre, uno dei più importanti musei del mondo – non è certo gradita alle tante persone che vengono nel nostro giardino, anche per fare dei picnic”. Ad attrarre quindi i roditori sarebbero gli avanzi dei turisti.

I turisti che passeggiano a migliaia tra la torre Eiffel,  la piramide del Louvre i  jardins du Carrousel  con i prati, siepi tagliate che  sono in paradiso per i picnickers urbani umani ma anche per i grossi roditori, che ormai non esitano a mostrarsi alla luce del giorno.

Cécile Aurouze, la portavoce di una società di derattizzazione che lavora anche per il Comune di Parigi, ha detto che «Di notte, vedere i ratti a Parigi è normale. Ma quel che sorprende è che non esitano a mostrarsi alla luce del giorno.

Vorrei anche dire che hanno smesso di aver paura degli esseri umani. Il grande problema di Parigi è che non siamo in grado di controllarli tutti. D’altronde ci sono nettamente meno cittadini che ratti: ci sono almeno due ratti per ogni parigino». Quindi la capitale della Francia ospiterebbe almeno 5 milioni di ratti.

Eppure la città e la Prefettura di Parigi effettuano regolari campagne di disinfestazione dei ratti, l’ultima delle quali realizzate tra il 14 aprile e il 13 giugno, ma che non sembrano dare risultati visibili.

19206-nikeNike di Samotracia – 29 tonnellate di marmo scolpite 2.700 anni fa in modo così magistrale da sembrare seta – è tornata al suo posto d’onore in cima alla maestosa scalinata Daru del Louvre di Parigi dopo lavori di restauro durati un anno .

La Nike di Samotracia, ingiallita da decenni di polvere e grasso, ha ritrovato tutte le sfumature del marmo bianco di Paro, il più pregiato dell’epoca, nel quale Pitocrito l’ha scolpita nel II secolo a.C, come ha spiegato Ludovic Laugier, uno dei curatori del restauro, costato quattro milioni di euro.

La statua era stata trasferita in una sala attigua, la salle des Sept Cheminées, il 10 settembre 2013, e smontata blocco per blocco, analizzata con video microscopio, raggi ultravioletti, lastre. Dal restauro sono emersi a sorpresa alcuni dettagli, come una ciocca di capelli che sfugge dallo chignon e tracce di blu, invisibili a occhio nudo, di una tonalità molto usata nell’antichità. Il che significa che sicuramente la statua era policroma.

L’intervento di pulitura del marmo bianco di Paros, che ha restituito il candore originario, è stato accompagnato dalla scelta di riconsegnare l’opera nella sua interezza, mantenendo l’ala e il seno destri in gesso aggiunti nell’Ottocento. E’ stato invece rimosso il piedistallo inserito negli anni ’30 del secolo scorso.

Il restauro per un importo totale di 4 milioni di euro, è stato fatto senza aiuti statali,  il Louvre è riuscito a raccogliere un milione di euro grazie a una campagna di donazioni individuali lanciata alla fine dell’anno scorso su internet e alla quale hanno partecipato 6.700 donatori.