Home Tags Posts tagged with "italiani"

italiani

fuga dei cervelli

Aumentano sempre di più gli italiani, di ogni età, sesso e condizione sociale, che decidono di andare all’estero per trovare un lavoro. Fuga di cervelli, ma non solo: anche i pensionati decidono di trascorrere la vecchiaia in qualche altro Paese dove la vita costa di meno, per poter vivere più serenamente gli ultimi anni di vita. Se infatti in Italia una pensione da 500 euro è considerata misera, in Ungheria è oro.

E se ci lamentiamo continuamente degli immigrati che arrivano ogni giorno in Italia, è bene sapere che il numero di italiani che emigrano all’estero è superiore. I dati sono stati rilasciati oggi nel Rapporto Italiani nel Mondo, pubblicato dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. Nel 2013 sono partite dall’Italia ben 94 mila persone, mentre i lavoratori stranieri immigrati sono stati 43 mila nel 2010, esclusi ovviamente i clandestini. Nel mondo oggi sono 4.482.115 i cittadini italiani residenti.

Di questi ‘cervelli in fuga’, la maggior parte sono uomini (56,3 per cento), non sposati nel 60 per cento dei casi, e appartenenti alla fascia d’età che va dai 18 ai 34 anni (36,2 per cento). Il Paese in cui gli italiani emigrano più facilmente è il Regno Unito, evidentemente per le buone opportunità di lavoro che lì si trovano, seguito da Germania, Svizzera e Francia. Le motivazioni per cui si parte sono le più svariate, ma a giudicare dalla fascia d’età e dal fatto che siano molti uomini non sposati a partire, spesso con alti livelli di istruzione, possiamo capire come la crisi economica e la ricerca di un lavoro più adeguato alle proprie capacità siano le spinte principali alla fuga. A partire sono anche coppie e nuclei familiari interi, oltre a, come si è detto, i pensionati. Questi ultimi cercano di vivere con la pensione che percepiscono una vita migliore in altri Paesi europei e non, dove il costo medio della vita è più basso.

ccvqpvetb1btxb4ykyyia1z320130806104320In vacanza per l’ora di pranzo sotto l’ombrellone la classica macedonia seguita dall’insalata e la caprese portate da casa.

Secondo uno studio di Coldiretti quasi la metà, il 48%, degli italiani in vacanza porta con sé la colazione o il pranzo al sacco. Il cibo portato da casa insomma ritorna nelle abitudini collettive, sicuramente per risparmiare ma anche per essere sicuri di quel che si mangia, roba genuina e di alta qualità. A guadagnarci sono le tasche delle famiglie, a perderci il settore della ristorazione.

Gli italiani che scelgono di mangiare al sacco in spiaggia, portandosi il cibo già pronto da casa ed evitando così di spendere soldi presso ristoranti, bar o stabilimenti balneari sono uno su due.

All’interno del comunicato pubblicato sul proprio sito, la Coldiretti ha stilato anche una classifica dei cibi da spiaggia maggiormente apprezzati nel Bel Paese. Per il 61% degli intervistati il menù sotto l’ombrellone è composto da cibi semplici e veloci, come il classico panino imbottito di affettato o la fetta di pizza e focaccia.

Al primo posto della classifica composta da piatti un po’ più elaborati c’è la macedonia di frutta, gradita dal 29% del campione esaminato. Seguono le ricette tipiche della tradizione popolare italiana, come la frittata di verdure o la pasta, indicate dal 17% degli individui con età superiore ai 65 anni, mentre l’onnipresente parmigiana conquista il 5% degli italiani.

Secondo il sondaggio Coldiretti / IXE’ gli italiani avrebbero destinato al comparto food circa un terzo del proprio budget di spesa, che ammonta a quasi 5 miliardi di euro. In questo modo, le spese per il cibo sono divenute la voce principale di spesa per chi si reca in vacanza, mentre quelle per l’alloggio ammontano a circa un quinto del budget complessivo.

Molto gettonate risultano forme alternative di turismo, come quelle offerte da agriturismi e bed & breakfast. Secondo quanto affermato sul sito di Coldiretti: “oltre la metà degli italiani (51 per cento) in vacanza nell’estate 2014 mangia soprattutto in casa di proprietà, affitto o di parenti e amici mentre solo il 36 per cento si reca in ristoranti, trattorie, osterie e il 6 per cento negli agriturismi che coniugano buon cibo ed ospitalità”.

2011_tablets_preco_isencao_fiscal_f_001In un Italia dove l’economia galleggia e la disoccupazione è ai massimi storici arriva un record che farà discutere la spesa media per i dispositivi tecnologici è la più alta d’Europa. Un record a cui corrisponde anche un elevato utilizzo giornaliero di smartphone, tablet e di tutti i prodotti hi-tech, almeno otto ore tutti i giorni.

Secondo una ricerca di Samsung Technomic Index, che offre una panoramica sugli stili di vita delle persone in rapporto alla tecnologia, lo studio evidenzia che le persone in Italia sono disposte a pagare più di qualsiasi altro cittadino europeo per avere nuovi dispositivi tecnologici.

In tre mesi, infatti, la spesa media degli italiani in prodotti hi-tech è stata nettamente superiore a quella europea, con circa 559 euro destinati all’acquisto di nuovi dispositivi contro i 360 euro degli spagnoli, i 323 euro dei tedeschi, i 274 degli inglesi e i 223 euro dei francesi.

In questo contesto, emerge che in Italia – dove si possiedono in media 16 dispositivi per nucleo famigliare, in linea con i 18 del resto d’Europa – le persone trascorrono ogni giorno quasi un terzo del proprio tempo (7,8 ore) utilizzando smartphone, TV, apparecchi elettrodomestici e altri device.

Quasi il 50% degli italiani, inoltre, possiede un tablet tra le pareti domestiche a conferma del crescente ruolo di questo dispositivo nella vita delle persone, un trend in linea con il resto d’Europa dove si registra una media del 53% di possessori.

Il tablet emerge come un “must have” da regalare alle persone speciali, considerato superiore a qualsiasi altra tecnologia (16%), mentre dallo smartphone le persone vogliono performance sempre più alte e per questo sono disposte a comprarne uno nuovo pur di poter usare le ultime funzioni (26%) o fare tutte le attività in modo veloce e efficiente (32%).

In Italia smartphone, tablet e PC vengono usati soprattutto per navigare in Internet (91%), ma anche per fruire di applicazioni (79%), scattare immagini (79%), acquistare prodotti o servizi (70%), scaricare o fruire in streaming di contenuti musicali o video (58%). Inoltre, sempre più italiani controllano lo status del proprio conto in banca ed effettuano pagamenti dal proprio dispositivo – sia esso un tablet, telefonino o un PC (70% e 68%) – mentre si registra un utilizzo elevato dei social network (71%) e dei servizi di instant messaging (72%) da tutti questi tre dispositivi.

Vicino svizzea-kUbD-U10301511347631IbG-428x240@LaStampa.itViene trasmesso in questi giorni in Svizzera sulla tv Rsi e Teleticino uno spot promosso dalla Camera di Commercio del Canton Ticino che dice: “non annaffiate il giardino italiano”. Si tratta di una campagna mediatica contro le delocalizzazioni di imprese.

Il bersaglio sono coloro che vengono soprannominati “padroncini italiani”. Lo spot fa vedere un uomo che dal suo giardino sta annaffiando distrattamente  puntando il getto d’acqua più verso quello del vicino, invece che sul  proprio, ormai secco. “Ogni goccia che cade lontano rende il vostro prato meno verde. Investire nel giardino del vicino può essere pericoloso”, commenta una voce fuori campo, mentre l’uomo viene colpito in faccia da una pallonata. 

Implicitamente viene sottinteso essere un vicino italiano, “investire nel giardino del vicino può essere pericoloso” Da questo mese e fino a ottobre sui canali La1 e La2 della Rsi e sull’emittente Teleticino andrà in onda uno spot che invita i cittadini elvetici a non far lavorare gli artigiani italiani. A non chiamare cioè  giardinieri, piastrellisti, falegnami, imbianchini,  idraulici o muratori comaschi perché altrimenti il proprio prato, ovvero il Ticino, si inaridisce.
Nel mirino dunque non vi sono i frontalieri, ma gli artigiani che dalle province italiane di confine sempre più spesso ottengono commesse da parte di cittadini elvetici, sottraendo lavoro alle ditte svizzere.

Il cantone elvetico ha da tempo dichiarato guerra contro l’invasione di lavoratori italiani, un fenomeno che negli ultimi anni si è intensificato a causa della crisi nel nostro Paese, si arricchisce di un nuovo episodio, infatti questa volta non bastano i manifesti come quelli ” la campagna “Balairatt” dell’Udc, con i frontalieri italiani rappresentati come topi che rubavano il formaggio svizzero, usano addirittura gli spot televisivi patrocinati dalla Camera di Commercio del Canton Ticino.

Los Roques – Il 4 gennaio del 2008, l’aereo con a bordo 14 passeggeri, tra cui 8 italiani, sparì nel nulla mentre era in volo da Caracas verso l’arcipelago di Los Roques. Dopo più di 5 anni, il relitto dell’aereo è stato ritrovato, ma restano ancora ignote le cause dell’incidente. A bordo erano presenti anche due donne italiane, di Bologna, ovvero Rita Calanni e Annalisa Montanari. A dare l’annuncio del ritrovamento del bimotore Let 410-YV-2081 sono state le autorità venezuelane.

Los Roques – relitto a 970 metri di profondità

Il ritrovamento del relitto è stato permesso grazie ad una nave oceanografica americana Sea Scout, che ha individuato il bimotore ad una profondità di quasi 1000 metri. A bordo del bimotore si trovavano 8 italiani, ovvero Fabiola Napoli, Stefano Frangione, Paola Durante, Bruna Guarnieri con le figlie Emma e Sofia e le due bolognesi Rita Calanni e Annalisa Montanari.

Turismo sessuale – E’ una pratica che purtroppo dilaga in modo esponenziale col passare degli anni. E’ il turismo sessuale, qualcosa di davvero osceno in cui gli italiani si trovano al primo posto. Accade soprattutto a Santo Domingo, il Colombia, in Brasile. Gli italiani che vanno a caccia di bambine, è brutto da dirsi, ma purtroppo è così. Accade anche in Kenya, dove il turismo sessuale dilaga giorno dopo giorno e dove gli italiani sono i primi pedofili.

Turismo sessuale – paura per i Mondiali in Brasile

Generalmente queste piccole schiave del sesso hanno tra i 12 e i 15 anni, ma possono averne anche meno, purtroppo. In rete si trovano forum e siti appositi per i viaggi sessuali nel Sud del mondo. E’ per questo che l’Ecpat, organizzazione contro lo sfruttamento sessuale, ha deciso di muoversi in anticipo mobilitandosi soprattutto in Brasile, dove l’anno prossimo si disputerà il Mondiale. Il mercato del turismo sessuale sta rifornendo il Brasile, sebbene siano già 50.000 i bimbi sfruttati. E il turismo sessuale è possibile anche senza pagare il biglietto e farsi 14 ore di volo. Sì, perché si trovano anche in Italia: nomadi, migranti, persone in vendita, anche nel nostro “Bel Paese”.

  Pasqua: sono pochi gli italiani in viaggio. Saranno delle vacanze pasquali poco movimentate per gli italiani. Il classico bisogno di sfruttare qualsiasi festività per “staccare la spina”, quest’anno verrà soddisfatto solamente in minima parte. Saranno infatti pochi i nostri connazionali che si concederanno un viaggio per la Pasqua; e coloro che partiranno rimarranno in gran parte nei confini italiani, mentre i pochi che azzarderanno un’uscita al di fuori dell’Italia, resteranno probabilmente solo per un fine settimana in qualche capitale europea.

I motivi? La crisi economica in primis, ma anche il maltempo, lo stato politico e lo stesso calendario, che quest’anno ha fatto sì che la Pasqua cadesse prima del solito, cioè l’ultima domenica di marzo, il 31.