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La nota attivista antisemita italiana, Samantha Comizzoli, è stata arresta oggi pomeriggio in Isreale, a Nablus, ufficialmente perché aveva il passaposto scaduto. L’agitatrice era arrivata mesi fa in Israele con un visto turistico della durata di tre mesi e, quando questo era scaduto, non si era preoccupata di chiedere un rinnovo.

In tutto questo tempo la Comizzoli si è aggirata per la Giudea e la Samaria appoggiando le frange arabe più estreme e violente e partecipando anche a scontri violenti con i soldati dell’esercito di Israele.

Oggi la notizia dell’arresto, ci sarebbe anche l’accusa (più che giustificata) di supporto alle attività terroristiche. L’agitatrice, probabilmente, sarà condannata semplicemente all’espulsione e quindi dovrebbe tornare presto in Italia. Veramente un peccato, perché passare qualche mese nelle carceri di Israele probabilmente le avrebbe fatto più che bene.

La Comizzoli era salita agli onori della cronaca già l’anno scorso, quando in occasione del rapimento e del barbaro assasinio di tre ragazzini ebrei, Eyal Yifrah (19 anni) Gilad Shaar (16) e Naftali Fraenkel (16), aveva pubblicamente festeggiato e si era anche fatta riprendere in una foto in cui faceva il segno del 3 con le dita a indicare i tre ragazzi morti.

Ancora peggio, si era fatta fotografare con alle spalle un forno,
un barbaro e crudele riferimento ai forni crematori in cui furono bruciati i tanti ebrei vittime della matta bestialità dei nazisti.

E’ morto Günter Grass, scrittore tedesco di grande successo e premio Nobel nel 1999 per la letteratura. Sicuramente si tratta di un grande artista ma sul suo passato ci sono delle macchie pesantissime, che non si possono dimenticare e che anzi vanno ricordate proprio adesso in cui la celebrazione buonista è più forte che mai. La prima macchia indelebile di Günter Grass è la sua appassionata militanza nei reparti combattenti delle SS. Una militanza che lui stesso ha rivendicato in un’intervista rilasciata nel 2007.

Altre macchie indelebili sono costituiti poi dai vari scritti contro lo Stato di Israele. Purtroppo l’antisemitismo viene ormai mascherato da antisionismo e quindi è normale che un ex (?) nazista attacchi lo Stato di Israele con l’ipocrita scusa che sta attaccando solo lo Stato e non l’intero popolo. Ed è altrettanto normale visto che si schieri con gli islamici contro Isreale visto che proprio nelle SS ebbe come camerati moltissimi islamici, capeggiati da una grande autorità morale (e zio materno di Arafat), il gran Muftì di Gerusalemme.

Sono considerazioni scomode, che pochi hanno il coraggio di fare, ma che noi di TuttoNews ci sentiamo assolutamente in dovere di fare perché il nostro primo obiettivo è lottare per il trionfo della verità, sempre e a qualunque costo. Se Günter Grass per la sinistra era un eroe, per noi rimane un ex SS che, deposto il fucile, ha continuato a lottare contro gli Ebrei usando i suoi scritti e persino le sue poesie. La goccia che ha fatto traboccare il vaso (e che lo ha fatto definire persona non grata da Israele) è uno scritto in cui accusa proprio Israele di voler scatenare la terza guerra mondiale con il pretesto di impedire all’Iran di costruire la bomba atomica. Insomma, per Günter Grass il mondo è migliore se pazzi scatenati e sanguinari, che stanno infiammando il medio oriente intero con guerre locali a ripetizione, dispongono della bomba atomica.

E ovviamente chi si oppone a questi disegni criminali è un nemico della pace, un perfido giudeo usando un’espresione che almeno per il momento la sinistra non ha ancora avuto il coraggio di usare. Per il momento si accontentano della parola sionista ma diamo tempo al tempo…

Sono tanti gli italiani, di solito appartenenti a centri sociali e frange estremistiche, che si spostano in Giudea e Samaria o a Gaza per esprimere il loro sostegno alla violenza palestinese. Questi pacifinti a senso unico di solito si tengono a distanza dagli scontri visto che il coraggio non è la loro virtù principale. Ma qualche volta capita che tocca anche a loro prendersi le responsabilità delle loro azioni. E quindi un italiano è stato ferito (bisognerebbe vedere da chi e in che circostanze) durante gli scontri organizzati da estremisti palestinesi.

L’italiano è stato curato e premiato degnamente con la cittadinanza palestinese: a questo punto speriamo che decida di trasferirsi a Gaza, visto che ama così tanto il sistema di governo palestinese. Meglio per lui che non sia omosessuale (visto che gli omosessuali vengono condannati a morte), che non abbia per caso una SIM israeliana (che è più economica) perché anche per questo reato c’è la condanna a morte e magari che si converta direttamente all’ISLAM.

Se è questo il mondo che vogliono i pacifinti si accomodino pure a Gaza, dovrebbe essere la loro terra promessa, a Gaza non ci sono più soldati nè residenti isrealiani da quando il grandissimo e compianto Ariel Sharon decise il ritiro unilaterale. E a Gaza arrivano così tanti aiuti internazionali che tutti dovrebbero essere ricchi. Peccato che gli aiuti internazionali siano utilizzati più che altro per comprare missili che servono a colpire obiettivi civili in Israele.

142928601-1cf78ed8-6999-48a7-bbde-316651357348Continuano i combattimenti nella Striscia di Gaza dove l’offensiva israeliana è giunta al 24.mo giorno,Dopo il bombardamento della scuola gestita dall’Onu nel quale sono morte 23 persone e la continua strage di bambini, la pressione internazionale per un cessate il fuoco si fa sempre più forte ma l’esercito israeliano non ha nessuna intenzione di fermarsi.

Le Nazioni Unite contro gli Usa: “Forniscono armi a Israele”.

Il massacro dei bambini che dormivano nella scuola Onu a Gaza ieri è stato duramente condannato da tutte le cariche delle Nazioni Unite, dal segretario generale Ban Ki-moon in giù che ieri dal Costa Rica ha definito l’attacco “vergognoso”.

Qualche ora dopo Chris Gunness, portavoce dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che aiuta i palestinesi a Gaza, scoppia in lacrime in diretta tv mentre è intervistato da al Jazeera sul bombardaento della scuola gestita dall’Onu e usata come rifugio dai palestinesi.

Oggi l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, torna ad accusare Israele di violare deliberatamente il diritto internazionale nelle operazioni militari in corso nel Striscia di Gaza che, dice Pillay, hanno come obiettivi case, scuole, ospedali, centri Onu. “Nessuno di questi attacchi è sembrato casuale, ma un atto di deliberata violazione del diritto internazionale” ha detto.

Ma Pillay accusa anche Hamas: le due parti “commettono gravi violazioni dei diritti dell’uomo, che potrebbero costituire crimini contro l’umanità”.

“Gli Usa hanno influenza su Israele e dovrebbero fare di piu’ per fermare le morti, per mettere le parti nel conflitto (sedute a un tavolo) a dialogare”, ha detto Navi Pillay. Nel corso di una conferenza stampa, l’Alto Commissario Onu ha anche ricordato gli aiuti finanziari e la consegna di materiale bellico dagli Stati Uniti a Tel Aviv. “Ma non e’ solo questo”, ha aggiunto.

“Non solo forniscono a Israele artiglieria pesante usata da Israele a Gaza, ma hanno prestato quasi un miliardi di dollari perchè Israele creasse una protezione contro i razzi per proteggere la popolazione civile israeliana. Una protezione su cui non possono contare i civili a Gaza”.

L'udienza generale di Papa FrancescoIl Santo Padre andrà in visita in Terra Santa dal 24 al 26 maggio, lo ha comunicato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, sottolineando che il Papa si sposterà nelle tre tappe del viaggio, Giordania, Palestina e Israele, con auto normale o jeep aperta. I momenti previsti per la jeep scoperta sono due: allo stadio di Amman, in Giordania, durante la messa del sabato pomeriggio e, la mattina dopo, domenica, sulla piazza della Mangiatoia a Betlemme, in Palestina. Tranquilli,” sarà un viaggio molto intenso ma sicuro” ha rassicurato  Lombardi. E a chi domandava se vi fosse preoccupazione per gli atti di vandalismo contro i luoghi cristiani da parte di estremisti israeliani, ha risposto che tutto rientra nella norma e alla fine “il viaggio si svolgerà in un clima sereno: non abbiamo motivo di dubitarne”.

Il motivo che porta Papa Francesco a compiere questo viaggio in Terra Santa è storico e commemorativo: esattamente cinquant’ anni fa  Papa Paolo VI incontrava per la prima volta il Patriarca Atenagora. “Presso il Santo Sepolcro – ha spiegato lo stesso Bergoglio – celebreremo un incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli”.

Bergoglio è il quarto Papa ad andare in Terra Santa, nel 1964 Paolo VI, dopo la seconda sessione del Concilio Vaticano II, andò nella terra in cui, per i cristiani, Gesù diede a Pietro il compito di “confermare i fratelli nella fede”. Nel 2000 fu Giovanni Paolo II  a ripercorrere in un lungo pellegrinaggio le strade della Terra Santa. Nel 2009 fu Benedetto XV ad andare in Terra Santa, storico il suo appello per la pace tra israeliani e palestinesi,  “ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all’interno di confini sicuri e internazionalmente riconosciuti”.

Ancora una volta Bergoglio ci sorprende e ci affascina con il suo modo di fare , la sua voglia di stare a stretto contatto con tutta la gente , senza nessun filtro,  neanche un vetro, quelle mani rivolte verso di Lui le vuole toccare, sentire il calore e l’amore che lo circonda e infondere speranza con il suo sorriso,le sue preghiere, la sua benedizione.

Papa Francesco in questo viaggio ha deciso di includere nella delegazione pontificia anche un rabbino e un imam, entrambi amici argentini dai tempi di Buenos Aires.

Nell’agosto del 2006, nel corso di una guerra combattuta da Israele contro Hezbollah in Libano, muore colpito da un missile anticarro Uri, figlio del celebre scrittore David Grossman. Caduto fuori dal tempo è il libro edito da Mondadori in cui l’autore scava nelle profondità del dolore di un lutto, e lo fa attraverso una narrazione a più voci, in una città immaginaria.

Un padre decide di affrontare a viso aperto il proprio passato e va a cercare il figlio morto in un luogo al di là della valle, che egli chiama “laggiù”, in quel luogo in cui le terre dei vivi e degli estinti confinano. La madre resta tra le mura domestiche, per non rivivere una seconda volta la straziante perdita. Tutti i personaggi sono accomunati dall’elaborazione del lutto: una levatrice, un ciabattino, un anziano maestro di aritmetica in balia del ricordo del figlio suicidatosi e la tragica e al contempo straordinaria figura che in città chiamano Centauro: uno scrittore metà uomo metà scrivania che accumula in casa qualunque oggetto dal figlio ucciso. Scrivere è l’unica maniera che conosce per potersi rapportare a quella sofferenza, il solo modo per poterla descrivere nella sua assurdità al di fuori della comprensibilità umana. Grossman, dopo La lingua speciale di Uri, torna a confrontarsi con il tema della morte, attraverso una narrazione scarna e lirica che restituisce in tutta la sua consistenza il vuoto della perdita e l’inanità che solca un’esistenza segnata dal lutto.