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giochi per cellulare i migliori sitiPressanti e continue sono le richieste che il partito Forza Italia sta facendo in questi giorni al governo Renzi, per ricevere delucidazioni in merito allo scandalo delle intercettazioni USA al leader Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio Renzi ha quindi commentato che il governo sta chiedendo informazioni in tutte le sedi, anche muovendosi con passi formali. La vicenda rischia infatti di essere una vera e propria miccia, che potrebbe innescare problemi e fraintendimenti diplomatici fra gli Stati coinvolti.

Le intercettazioni avrebbero infatti interessato il fu presidente del consiglio Berlusconi e i vertici del suo partito nel periodo in cui era al governo e la vicenda è stata svelata dai giornalisti de La Repubblica e del settimanale L’Espresso. Si tratta dell’ennesimo flusso di file che sarebbe emerso da Wikileaks e lo steso Renzi ha anticipato in Senato che la Farnesina prenderà una secca presa di posizione sulla vicenda nel corso delle prossime ore. E’ quindi partita la convocazione dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia John Phillips, per chiedere chiarimenti sulle indiscrezioni che sono recentemente apparse sugli organi di stampa.

Nel frattempo è intervenuto il portavoce del dipartimento di Stato americano Mark Toner, il quale ha dichiarato che gli USA non attuano sorveglianza di intelligence, a meno che non sussistano ragioni legate alla sicurezza nazionale e questa regola, secondo Toner, viene applicata ai cittadini comuni così come ai leader politici. Il portavoce ha quindi sottolineato l’importanza di chiarire la questione e di proseguire sulla via giusta, che vede l’America e l’Italia collaborare su fronti comuni per proteggere la sicurezza di entrambi gli Stati.

Anche il presidente della camera Laura Boldrini si è espressa sull’argomento, chiedendo che venga fatta la massima chiarezza sulla vicenda, perché operazioni di spionaggio da parte di paesi alleati devono essere considerate come inaccettabili ad ogni livello, quindi le posizioni degli attori del tempo deve essere chiarita al più presto, per far luce a livello internazionale su questa spinosa questione di politica estera.

ceo apple tim cook gay“Un eccesso da parte del governo e un passo che minaccia la sicurezza dei nostri clienti”. Queste sono state le parole pronunciate da Tim Cook, Ceo di Apple, in seguito alla richiesta di decrittare il telefono del killer di San Bernardino. La questione si propone alquanto spinosa, perché l’azienda di Cupertino si è opposta all’ordinanza del giudice che ha intimato ad Apple di fornire tutta l’assistenza tecnica del caso, necessaria per decrittare i dati che erano contenuti nell’iPhone del terrorista Syed Rizwan Farook, colpevole di aver assaltato il centro di assistenza di San Bernardino il 2 dicembre dello scorso anno.

Spinosa perché gli interessi in gioco sono molti e, secondo il Ceo di Apple Tim Cook, si tratterebbe di un ‘precedente pericoloso’, di una richiesta che da parte di Apple è stata percepita come un’ingerenza troppo massiva del governo USA. Da un lato Apple ha dichiarato che la decisione di opporsi non è stata certamente presa a cuor leggero, ma l’opinione pubblica è subito insorta, a partire dal candidato alla Casa Bianca Donald Trump che ha intimato ad Apple di non ‘tirarsela troppo’ e di iniziare a collaborare con le forze dell’ordine nella lotta contro il terrorismo.

Secondo Cook si tratterebbe invece di un passo che può minare la sicurezza dei suoi clienti e che potrebbe portare a conseguenze che vanno ben oltre la pura decrittazione di un telefono cellulare. Il Ceo di Apple sta infatti guardando avanti, perché se il software cadesse nelle mani sbagliate avrebbe il potere di bloccare ogni telefono o sistema Apple presente in circolazione, con danni incalcolabili per l’azienda e per gli stessi fruitori dei dispositivi.

Anche se il governo degli Stati Uniti ha dichiarato che il controllo sarebbe limitato a questo caso Apple non ci sta, o meglio non si fida, quindi l’azienda ha scelto di portare avanti la sua battaglia in nome della protezione del business e del diritto al controllo che può esercitare sui software di sua esclusiva produzione.