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imageJim Morrison si è spento a 27 anni, a Parigi, in un maledetto giorno del 1971. Il mistero sulla sua morte ne ha alimentato ulteriormente il mito e a distanza di 40 anni inquietanti rivelazioni emergono sul leader dei Doors.

A rompere il silenzio su quanto veramente accadde è la cantante Marianne Faithfull, la quale ha rivelato durante un’intervista come a uccidere Morrison fosse stato il suo compagno dell’epoca, Jean de Breiteuil.

La cantante ha ricordato di essersi recata a Parigi in compagnia di de Breteuil e di essere rimasta da sola in hotel, mentre l’uomo andava a trovare Morrison nel suo appartamento.
“Sentivo istintivamente che qualcosa non andava”, ha dichiarato: “Presi dei barbiturici e mi addormentai, mentre lui andò a trovare Jim Morrison e lo uccise. Voglio dire, sono sicura che fu un incidente. Povero idiota. La dose era troppo forte? Sì. E lui morì. E io non ne sapevo niente. Comunque sia, tutti quelli che hanno avuto a che fare con la morte di quel povero ragazzo, sono morti ora. Tranne me.”

All’epoca dei fatti Jim Morrison viveva con Pamela Courson a Parigi, dove cercava di trovare pace dedicandosi alla musica e smettendo di bere. Il 3 luglio del 1971 il cantante e leader dei Doors venne ritrovato da Pamela nella vasca da bagno del loro appartamento, Morrison aveva solo 27 anni.

La morte di Jim Morrison è rimasta avvolta nel mistero, si parlò di arresto cardiaco anche se non venne mai fatta un’autopsia per confermarlo. In molti sostengono che Jim Morrison sia ancora vivo e abbia voluto inscenare la sua morte, come si dice anche di Elvis Presley, per allontanarsi dalla pressione della popolarità.

L’overdose di eroina è, però, una delle tesi più acclamate, e Jean de Breteuil sembrava sapere che era stata la sua dose ad uccidere il cantante, lo spacciatore scappò infatti con Marianne Faithful a Casablanca subito dopo la morte di Morrison, Breteuil morì pochi mesi dopo anche lui per una overdose di eroina.

MUSICA: HEINEKEN JAMMIN FESTIVALVasco Rossi il 25 giugno parte dallo stadio Olimpico di Roma con il concerto  “Live Kom 014 , poi sarà la volta di San Siro a Milano il 4 luglio, per sette date.
Vasco  rilascia un’intervista a Vanity Fair, che gli dedica la copertina, in cui parla del suo matrimonio, del tour e dell’effetto che gli fanno i commenti sul web.

A 24 anni dalla prima volta che mise piede in uno stadio da protagonista il San Siro di Milano: “A quei tempi, gli stadi li facevano solo gli stranieri, noi italiani suonavamo nelle grandi discoteche o alle feste dell’Unità. Alla fine degli anni Ottanta ricordo che feci 15 mila persone a Reggio Emilia. Pensavo di aver raggiunto il massimo”. Oggi è il primo  rocker d’Italia.

Durante la lunga intervista al mensile Vasco racconta del suo matrimonio con Laura Schmidt, “l’ho fatto per metterla tranquilla, per motivi burocratici, perché bisogna far così. La fede non la porto, ma solo perché ho il terrore degli anelli”, una paura che deriva da un racconto che gli fece il padre: “Mi disse che un tizio si era strappato un dito saltando giù da un camion perché l’anello era rimasto impigliato da qualche parte. Ma, comunque, la fede la porto sempre con me in una borsina, è il mio portafortuna”

Nell’intervista a Vanity Fair sulla politica dice:

“In Italia bisognerebbe cambiare praticamente tutto. Intanto la burocrazia: farraginosa, costosa e inefficiente” e poi la giustizia, con processi troppo lenti, mentre di Renzi dice: “Si muove bene, sa comunicare, ha portato in politica una generazione di giovani. Sono contento che stia cercando di dare una sterzata, anche se ho il dubbio che siamo al punto in cui la macchina va fuori strada comunque”; il problema, comunque, alla fine è che ”la politica o la fai o stai zitto, perché è lo stesso che discutere di calcio davanti alla Tv: non serve a niente, visto che l’allenatore non siamo né io né lei.

E poi meglio cambiar discorso sennò finisco nei guai. Già l’estrema sinistra mi odia” dice spiegando che è così perché non è un militante, ma “un artista libero e indipendente” e ricorda di quando venne a sapere che volevano contestarlo durante la sua partecipazione del 2009 al Concertone del Primo maggio a Roma, una contestazione di cui nessuno si accorse perché erano pochi, il “genere che su internet, siccome c’è l’anonimato, crede di poter scrivere quello che gli pare. Se uno mi incontra non è che mi dice: ‘Mi fai schifo, sei una merda, muori’, però lo scrive”.

Gli insulti che legge , come quando in uno dei commenti a uno dei suoi video su YouTube lesse “Spero che ti venga un ictus vecchio drogato di merda”, frase che lo turbò, almeno per una notte, poi se ne capacitò e rispose, tra sé, in maniera ironica: “Vecchio, be’, non posso certo dire di essere giovane. Drogato lo ero vent’anni fa, se lo ero, perché sono sempre stato un tossico indipendente, nel senso che l’eroina non l’ho mai toccata. Diciamo che ho fatto le mie esperienze, non me ne vanto, ma neanche me ne vergogno. Quanto all’ictus, anch’io spero che mi venga.

Robbie Williams – E’ uno dei cantanti più famosi in tutto il Mondo, ciò nonostante spesso si è trovato al centro delle polemiche per la vita da lui condotta. Stiamo parlando di Robbie Williams, un padre fuori dal comune. Il cantante in passato ha ammesso di aver fatto uso di cocaina ed eroina e, in una intervista rilasciata a New Magazine, ha rivelato che, qualora Theodora (che ora ha 9 mesi) decidesse di provare a drogarsi, lui le consiglierebbe quali sono le migliori.

Robbie Williams e figlia – tra droghe e spasimanti

Robbie Williams poi, stempera gli animi e si auspica che sua figlia non prenda la strada intrapresa da lui anni fa: “Dubito che lei sarà come me e mettendoci tanto amore e tanta fortuna, lei non ci cadrà e non dovrà caderci”. Parlando sempre della figlia, Robbie Williams rivela di averle già trovato un fidanzatino, ovvero il figlio di Adele, da lui soprannominato Nocciolina: “Suo figlio e mia figlia hanno appuntamenti di gioco. Nocciolina è sulla lista dei potenziali pretendenti di Teddy”.

  Ancona: eroina per 3 milioni di euro. Non ce l’ha fatta una coppia di greci ad eludere le forze dell’ordine e a passare inosservata con al seguito un quantitativo di eroina dal valore di circa 3 milioni di euro. I due viaggiavano con 31 kg di droga nascosta in un doppiofondo del bagaglio della loro automobile, imbarcata sul traghetto sbarcato nel capoluogo marchigiano. E’ stato il fiuto del cane antidroga “Zicana” ad inviduare i 60 panetti di eroina, nonostante la coppia greca avesse tentato di camuffarli cospargendoli di dentifricio.

I due sono finiti entrambi in manette grazie ad un’operazione a cui ha preso parte anche la Dogana. Si stima che il carico di droga avrebbe fruttato una volta sul mercato circa 3,5 milioni di euro.