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delitto melania rea

Salvatore Parolisi è stato condannato dal Gup di Teramo alla pena massima dell’ergastolo per l’omicidio della moglie e madre di sua figlia Melania Rea. Ieri il giudice ha finalmente depositato le motivazioni e tanti sono i particolari che emergono dalla ricostruzione fatta dagli inquirenti.

Salvatore Parolisi in quei giorni quando venne ritrovato il corpo della giovane donna, si confidò con lo zio di Melania, Gennaro Rea, quasi a voler incosciamente giustificare ciò che aveva fatto, affermò che ormai era diverso tempo che lui e sua moglie non avevano rapporti intimi, – che lei gli negava – sostenendo che Melania Rea con il suo atteggiamento lo umiliasse.

Secondo il Gup, la personalità dominante della coppia era proprio Melania, e Salvatore Parolisi stanco si subire questa dominanza psicologica in un raptus di follia ha ucciso la povera donna, oltretutto oltraggiandone il corpo tant’è che proprio il vilipendio del cadavere ha fatto si che la pena inflittagli raggiugesse il massimo.

Per quanto riguarda l’amante Ludovica, e le dinamiche interne alla caserma, secondo il giudice Salvatore non l’amava e mai avrebbe lasciato sua moglie Melania Rea per lei o per un’altra donna, anche per ragioni economiche.

Melania Rea sarebbe stata uccisa dal marito Salvatore Parolisi perchè gli avrebbe negato un rapporto sessuale, anche in malo modo, questo è quanto emerge dalle motivazioni depositate ieri dal Gup di Teramo, Marina Tommolini, che con sentenza emessa il 26 ottobre 2012 ha condannato il caporal maggiore alla pena massima dell’ergastolo.

Melania Rea e Salvatore Parolisi, secondo la ricostruzione del Gup si sarebbero effettivamente recati a Ripe di Civitella dove è stato ritrovato il cadavere della donna, e lei avendo esigenza di andare in bagno si è appartata dietro il chioschetto, dove il marito vedendola seminuda si sarebbe eccitato e quindi avrebbe cercato di avere un rapporto sessuale, che lei ha negato anche aspramente. Salvatore ferito nel suo orgoglio maschile ha sferrato i primi colpi.

L’omicidio di Melania Rea è quindi un delitto d’impeto che niente ha a che vedere con le dinamiche interne alla caserma e con le relazioni extraconiugali di Parolisi.

delitto melania rea spunta un nuovo testimoneSecondo le dichiarazioni rilasciate dall’Avvocato Walter Biscotti legale di Salvatore Parolisi, unico colpevole dell’omicidio della moglie Melania Rea condannato venerdì scoro all’ergastolo, parla di una testimonianza di un collaboratore di giustizia sulla quale non sono state fatte ulteriori indagini, avendo scelto il rito abbreviato.

Il legale afferma che questo collaboratore conosce la verità e che ricorrendo in appello Salvatore Parolisi sarà assolto per non aver commesso l’atroce delitto di aver ucciso la moglie con numerose coltellate. Secondo le dichiarazioni di questo pentito, sentito in merito a un’inchiesta condotta dalla Procura militare di Roma, indicherebbe altri colpevoli della morte di Melania.

Da alcune indiscrezioni, si parla addirittura di un clan camorristico della provincia di Caserta, che avrebbe avuto un ruolo fondamentale nel delitto della giovane mamma di Somma Vesuviana.

delitto melania rea parolisi non molla

Salvatore Parolisi, condannato all’ergastolo per la morte di sua moglie Melania Rea, continua a gridare la sua innocenza, le parole dette al suo legale sono state “Io non mollo, è una condanna ingiusta no sono stato io ad uccidere Melania”.

Le motivazioni del giudice, per le quali l’hanno condannato all’ergastolo, saranno disponibili tra novanta giorni. Intanto il padre della vittima Gennaro Rea, ha dichiarato che  non c’è nessun vincitore in questa triste e dolorosa vicenda, la famiglia ora vuole solo sapere il perché lui abbia compiuto questo atroce gesto.

Il papà di Melania, chiede a Parolisi di dire tutta la verità e che si ravveda dicendo dalla sua bocca il perché lo ha fatto. Per la famiglia di Melania, Salvatore è l’assassino della figlia e non hanno dubbi sul colpevole che ha portato via loro la giovane Melania.

omicidio-melania-reaLa sentenza arriva alle ore 19.55. Ergastolo per il caporalmaggiore Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea, la donna uccisa il 18 aprile del 2011.

Gli avvocati della difesa aveva chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto, una lunga requisitoria nel Tribunale di Teramo.

E’ da poco arrivata la sentenza per il delitto della giovane Melania Rea, la donna è stata assassinata il 18 aprile del 2011 a Ripe di Civitelle.

Per Parolisi, marito della vittima e unico indagato dell’omicidio della donna, l’accusa aveva chiesto l’ergastolo.

Il giudice Marina Tommolini, dopo una lunga camera di consiglio ha emesso la sentenza  per Salvatore Parolisi, che è stato condannato all’ergastolo per l’uccisione della giovane moglie.

 

melania-rea-incerta-lora-del-decessoSabato 29 settembre riprenderà il processo nel Tribunale di Teramo, per l’assassinio di Melania Rea, in cui l’unico indagato è il marito Salvatore Parolisi. Il corpo di Melania è stato rinvenuto nel Bosco di Ripe della Civitella, il 20 aprile del 2011. Parolisi resta in carcere dal luglio 2011. La superperizia è stata depositata in questi giorni, ma i periti, Gianluca Bruno e la genetista Sara Gino, non sono riusciti a chiarire l’orario del decesso. Il giorno del decesso di Melania, è stato fissato al 18 aprile con certezza, ma non altrettanto certa è l’ora. Non si conosce l’ora dell’ultimo pasto della mamma di Somma Vesuviana, né la dose di caffeina assorbita. In base alla caffeina Antonio Tagliabracci, anatomopatologo, aveva fissato l’ora tra le 14,30 e le 14,50 del 18 aprile. La caffeina è assorbita al massimo in 45 minuti, è dunque un ottimo indicatore. Ma non è nota la quantità di caffeina assunta.

Si tratta dunque di un processo indiziario? Del delitto è accusato solo il marito, il caporalmaggiore Salvatore Parolisi. L’entomologo Stefano Vanin, terzo perito, aveva già evidenziato questa incertezza circa l’orario. Il perito ha dedotto che la morte può essere avvenuto prima del tramonto, il 18 aprile. questa deduzione è stata ricavata dallo studio delle larve, ma chi assicura che queste non sia prolificate anche nella sala dell’obitorio in ospedale?

melania-rea-somma-vesuviana-fiaccolata Un anno fa Melania Rea, che era andata a fare una gita a Colle San Marco (Ascoli Piceno), con il marito, Salvatore Parolisi, e la figlioletta Vittoria, è stata uccisa; il suo corpo martoriato da trentacinque coltellate.

Il corpo seminudo fu ritrovato, grazie ad una segnalazione anonima, presso il Chiosco delle Casermette di Teramo. L’assassino infierì dopo aver ucciso la donna, per confondere le tracce, con una siringa che le fu conficcata nel cuore ed un laccio emostatico attorno al braccio.

Le indagini iniziarono subito dopo, con una prima ipotesi di assassinio avvenuto altrove, poi smentita e di nuovo le indagini passarono alla procura di Teramo, con audizioni, intercettazioni telefoniche, perizie. La storia del tradimento del caporalmaggiore, la soldatessa Ludovica. Poi le analisi dei Ris che trovarono sul corpo della donna, una traccia di DNA, sulla bocca di Melania, come segno di un ultimo bacio di Parolisi.

Ancora il riscontro dei Ros dei tabulati telefonici, ed ultime in ordine di tempo, le analisi del DNA di tre macedoni, che dormivano nei pressi del Chiosco di Colle San Marco, le cui tracce furono ritrovate dai cani molecolari. I tre operai macedoni prontamente si sono sottoposti alle analisi ed hanno provato la propria innocenza.

Il caporalmaggiore, Salvatore Parolisi per la Procura di Teramo è l’unico indagato e unico colpevole, in carcere dal 19 luglio, si dichiara innocente e fa richiesta del rito abbreviato, che produrrebbe uno sconto di pena, nel caso di condanna. Per la difesa il colpevole resta ancora fuori in libertà. Il processo il 13 luglio.

Oggi, a distanza di un anno, a Somma Vesuviana è stata organizzata una fiaccolata per non dimenticare la giovane donna uccisa a soli 29 anni, e sarà anche annunciata la nascita di una Onlus in nome di Melania Rea, che si occuperà di casi come quello di Melania, aggiunge il fratello Michele. 

Un video ripercorrerà tutta la storia che ancora non è terminata, ma prima la funzione religiosa presso la Chiesa di San Giorgio Martire.