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Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani accusati dell’omicidio di due pescatori, hanno presentato oggi una richiesta per ottenere un permesso speciale per andare a casa e poter quindi trascorrere il Natale con le loro famiglie. I giudici locali hanno accettato l’istanza: l’udienza si terrà la prossima settimana. La richiesta è stata presentata all’Alta Corte del Kerala, che ha sede a Kochi, dall’avvocato Udey Banu. I due marò sono accusati di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati somali il 15 febbraio mentre si trovavano al largo della costa indiana in acque internazionali a bordo di una petroliera italiana. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dal 30 maggio vivono nella condizione di libertà vigilata dietro cauzione, e risiedono in un hotel di Kochi. Non possono allontanarsi dalla circoscrizione della polizia di Kochi e per tale tagione è stato loro ritirato il passaporto, inoltre sono obbligati a presentarsi quotidianamente al commissariato locale per la firma di presenza. Secondo quanto precisa la Pti, la polizia aveva rifiutato in passato di concedere maggiore libertà di movimento per il timore di fuga dei due marò italiani.

islanda-mutuiIn Islanda lo Stato ha deciso di aiutare i cittadini in difficoltà pagando loro il mutuo. Ecco, la notizia che mentre ci lascia a bocca aperta,  ci riempie anche di “sana” invidia, va data così: in modo diretto e senza fronzoli.

Ovviamente, non c’è nulla di divino. I miracoli, quelli veri, non avvengono mai con lo schiocco delle dita, ma si costruiscono con il tempo e la consapevolezza dei propri diritti. E uno di questi è il diritto a una vita dignitosa. Il popolo islandese ha acquisito da tempo questa consapevolezza. Perciò non ha esitato ad opporsi  ai  banchieri che gli volevano far pagare una crisi di cui non avevano colpa. Come? Decidendo di non pagare di tasca loro il debito estero contratto da politici e banchieri. I cittadini islandesi con questa ribellione  hanno evitato di sottostare a decenni di pesantissima austerity. Davanti a tanta determinazione, il governo non poteva fare altro che stare dalla loro parte. Con grande senso di responsabilità, ha capito che il peso del mutuo sul bilancio familiare era divenuto davvero insostenibile, anche in  considerazione del fatto che in Islanda la stragrande maggioranza dei mutui era stata contratta in valute straniere e, a causa della svalutazione della “Corona islandese”.  E così, è stato deciso di cancellare i mutui ipotecari dei cittadini in difficoltà, un’operazione che riguarda un islandese su quattro. Per questa operazione  il governo ha investito il 13% del PIL nazionale (come se il governo italiano stanziasse circa 250 miliardi di euro).

Una decisione coraggiosa, dunque, forse anche rischiosa ma che di sicuro ha pagato. Se lo stato islandese avesse scelto di pagare il debito seguendo il volere delle istituzioni sovranazionali (BCE, FMI), dell’Inghilterra e dell’Olanda, probabilmente adesso si ritroverebbe nelle stesse condizioni della Grecia.  Per fortuna,  invece, adottando questa misura non solo è stata salvata la casa di migliaia di famiglie, ma è stata data anche una grossa spinta alla ripresa del Paese.