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Aung San Suu KyiBuone notizie arrivano dalla Birmania, paese da sempre tormentato da una sanguinosa dittatura militare, che grazie alle prime elezioni libere della sua storia può ora svoltare pagina e costruire un futuro migliore. Tutto può iniziare con la nomina di Aung San Suu Kyi nel nuovo governo di Myanmar. Il premio Nobel per la pace è stata infatti nominata ministra degli Esteri e sarà l’unica donna presente nel parlamento, composto da un totale di 18 ministri. Il leader Kyaw è stato eletto dal popolo e si rivela essere il primo civile chiamato a governare il paese dopo una dittatura militare che lo ha messo in ginocchio per oltre cinquant’anni.

Il partito condotto da Kyaw si è aggiudicato una vittoria schiacciante, ma Aung San Suu Kyi non ha potuto candidarsi alla presidenza. La ragione è dovuta alla presenza di una norma del vecchio regime militare che vieta l’accesso alla massima carica dello stato qualora abbia il marito o i figli di nazionalità straniera. Questo era ed è tuttora il caso di Aung San Suu Kyi, ma la questione è stata risolta con l’elezione dell’uomo chiave a lei vicino, che ha permesso lo svolgimento di elezioni serene e la sua nomina in un ministero chiave per la Birmania.

A dare l’annuncio della nomina del premio Nobel è stato il portavoce della lega nazionale per la democrazia, la NDL Zaw Myint Maung, il quale ha aggiunto che Aung San Suu Kyi ricoprirà un ruolo chiave anche in altri ministeri. Ora l’elenco delle personalità ammesse alla guida del governo birmano deve essere sottoposto al Parlamento, perché la legge dello stato prevede che se qualche membro nutre delle perplessità sui candidati i nomi possano essere rivisti. A conclusione di questo iter legislativo, il nuovo direttivo potrà quindi insediarsi tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, segnando l’inizio di una nuova era politica e sociale per lo stato della Birmania.

india terremoto sismaUna forte scossa di magnitudo 6.7 è stata registrata lunedì 4 gennaio nello Stato nord orientale di Manipur, il quale si trova al confine fra India, Bangladesh e Birmania. L’evento è stato riportato dall’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e secondo i rilevamenti finora effettuati si tratta di un terremoto molto potente, che ha avuto un ipocentro fra i 20 e i 35 metri di profondità e un epicentro registrato a 33 km dalla città indiana di Imphal. Purtroppo il terremoto si è scatenato in ora notturna, quando tutti gli abitanti della zona e in particolare del villaggio di Nungba stavano dormendo, quindi le vittime potrebbero essere numerose, anche se non è ancora stato diramato un bollettino sull’accaduto.

La polizia ha diffuso alcune informazioni che riportano una dozzina di vittime, ma gli effetti del sisma sono stati molti gravi e hanno portato alla distruzione di molte case, di edifici pubblici e anche di ospedali, con conseguenti problemi per i malati e per le persone dei villaggi vicini, che ora si trovano privi di un punto di riferimento sanitario in loco. Sotto le macerie si presuppone inoltre che vi siano persone ferite e anche decedute.

Secondo Anurag Gupta, responsabile dell’agenzia per la gestione delle catastrofi naturali, “cinque persone sono morte e altre 33 sono rimaste ferite”. Questo il bollettino più vicino alla realtà che è stato diramato finora, ma purtroppo catastrofi naturali del genere ci insegnano che molto spesso le vittime possono aumentare nel corso dei giorni, in quanto la città e i villaggi che ruotano attorno all’epicentro si trovano ricoperti da macerie e le operazioni di salvataggio sono moto difficili da portare avanti.

La scossa si è rivelata infatti molto potente, ed è stata avvertita fino alla città di Calcutta, quindi si attendono nuove notizie sulle situazioni del territorio e degli abitanti, in attesa che vengano predisposti dei convogli internazionali per aiutare le persone in difficoltà.

Una violente scossa di magnitudo 6.8 della scala richter è stata registrata in Birmania mentre in Italia era ancora notte (7:42 ora birmana) ed altre due di intensità minore si sono registrate nelle ore successive.

 L’epicentro del violento sisma è situato nella regione mineraria a nord della città di Mandalay, la seconda città del paese per numero di abitanti, dove la scossa è stata avvertita con particolare intensità, seminando panico.

Poche ed incerte risultano al momento le informazioni su i danni. Le vittime ufficiali attualmente sono 13, ma centinaia sono i dispersi e si teme dunque che il bilancio possa salire rapidamente. La regione colpita, l’epicentro è a Shwebo (nord diMandalay),  un’importante area mineraria per l’estrazione dell’oro, è poco sviluppata e le informazioni arrivano con difficoltà.

Dalle prime informazioni risulterebbe che le vittime finora accertate, siano state registrate nel crollo di un ponte e di una miniera d’oro nel distretto di Sinktu.

Sicuramente ingenti sono i datti al patrimonio storico artistico del paese. Numerose pagode e antichi templi buddisti risultano danneggiati e crollati, suscitando allarme negli abitanti del luogo che interpretano ciò come cattivo auspicio.

Il territorio Birmano, non è nuovo a questi eventi, ma di certo non pronto a fronteggiarli. Nel 1988, un terremoto di pari intensità nella regione a confine con la Cina, aveva procurato al paese 1000 vittime.