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erri de lucaIl processo allo scrittore napoletano Erri de Luca era molto più che una semplice convocazione dell’aula per reati di istigazione, ma un vero e proprio attacco alla libertà di parola e di espressione. Questo è ciò che hanno pensato e pensano tuttora i suoi tanti estimatori, soprattutto oltralpe, che si sono schierati con l’uomo di lettere sul caso no Tav.

All’epoca dei fatti Erri de Luca si era schierato contro il progetto ad alta velocità che ha diviso fortemente tutta Italia e soprattutto condotto gli abitanti delle zone interessate a manifestare in ogni modo la loro volontà di non veder deturpato in territorio dove vivono. La procura aveva quindi aperto un’inchiesta, accusando Erri de Luca di istigazione a delinquere per le sue parole pronunciate a favore del sabotaggio dei cantieri.

Al tempo l’opinione pubblica si era sollevata e tanti scrittori e persone di lettere avevano manifestato la loro vicinanza morale allo scrittore, il quale ha scelto di affrontare il processo e di ribadire la sua completa innocenza. Le parole usate dal colto Erri de Luca sono state intense, perché lo scrittore ha spiegato il significato del verbo ‘sabotare’ alla giuria, dichiarando che si tratta di un verbo nobile e democratico, impiegato nel passato da leader come Mandela e Ghandi.

Lo scrittore non è mai arretrato di un passo sulle sue convinzioni, dichiarando che la sua libertà di parola era stata violata dal processo. Dopo mesi di aula, lo scrittore è stato quindi prosciolto e non dovrà scontare gli otto mesi di carcere che il pm aveva chiesto. Non si tratta di una vittoria, ma di una mancata ingiustizia secondo Erri de Luca, che ora si prepara ad andare in Val di Susa per abbracciare gli amici che lo hanno sostenuto, italiani e anche francesi.

Molte, anzi moltissime, sono le persone che non vogliono la TAV in Italia, che non vogliono vedere deturpata la rigogliosa natura delle loro valli in nome di un’alta velocità che porterebbe profitto, secondo il loro punto di vista, solo a pochi e selezionati uomini di affari, minando per sempre la bellezza e anche la stabilità di un territorio fra i più belli di tutto il paese.

berlusconi-silvio-forza-italia-e1400658629749Berlusconi assolto, questa la decisione dei giudici della Corte d’appello di Milano nell’ambito del processo Ruby. L’ex premier era accusato di concussione e prostituzione minorile in primo grado era stato condannato a 7 anni.
Il leader di Forza Italia è stato assolto dal reato di concussione perché “il fatto non sussiste” mentre per il reato di prostituzione il fatto “non costituisce reato”. Per l’ex presidente del Consiglio il sostituto pg di Milano, Piero De Petris, aveva chiesto di confermare i 7 anni di carcere inflitti in primo grado.

La decisione dei giudici della Corte d’appello per il processo Ruby irrompe nell’aula del Tribunale alle 13 e in diretta tv.

“Il fatto non sussiste” (concussione) e “il fatto non costituisce reato” (prostituzione minorile). Silvio Berlusconi incassa nella sua carriera di imputato una assoluzione piena. Ed è un verdetto che arriva dai tanto vituperati magistrati di Milano.

“È una sentenza che va oltre le più rosee previsioni”, esulta l’avvocato Coppi. Berlusconi negli stessi minuti della lettura del verdetto lasciava la Sacra Famiglia di Cesano Boscone (dove è assegnato ai servizi sociali per la condanna definitiva a 4 anni per i diritti tv Mediaset) senza rilasciare dichiarazioni.
Ha solo fatto fermare l’auto, abbassando il finestrino, per salutare la “pasionaria”, la sua sostenitrice a cui ha stretto la mano ringraziandola.
Forza Italia canta vittoria: Finalmente giustizia, c’è un giudice a Berlino, speriamo che sia la fine di una persecuzione giudiziaria, esultano gli azzurri. Michaela Biancofiore, parlamentare FI e responsabile nazionale Risorse Umane afferma:

“Emozione e soddisfazione sono i sentimenti che caratterizzano questi minuti tutti passati dalla notizia di assoluzione nel processo Ruby di Silvio Berlusconi . Sentimenti condivisi da tutto il popolo azzurro dal quale piovono messaggi di amore e felicità per Berlusconi”.

“Ma credo che la cosa più importante da sottolineare è che esiste una giustizia giusta anche in Italia e che questa sentenza restituisce grande fiducia nella magistratura e onore al pluri-presidente del Consiglio e all’Italia”.

160021426-defaultDopo un lungo periodo è riapparso in aula Fabrizio Corona, maglietta bianca capelli e barba lunga. E’ stato assolto.

Il pm aveva chiesto per Corona una condanna a un anno e nove mesi di reclusione per un’evasione fiscale da un milione e 300 mila euro compiuta, secondo l’ accusa, nel biennio 2007/2008 nell’ambito delle attività della sua agenzia.

Ex fotografo che sta scontando una condanna di 15anni di reclusione per estorsioni ai danni di diversi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport, condanna che sta attualmente scontando nel carcere di Opera, dal 17 marzo 2013.

“È stato assolto perché il fatto non sussiste – ha spiegato il suo legale, Ivano Chiesa -, e sono state accolte tutte le nostre richieste” “In passato gli sono state inflitte pene troppo alte a partire da quella per il caso Trezeguet – ha proseguito il legale -, stiamo pensando di chiedere la revisione del processo. Chiesa ha aggiunto che Corona  è un detenuto modello . In carcere ha scritto un libro – ha concluso -, partecipa a varie iniziative, gioca a calcio e ha fatto anche lo “spesino”, portando da mangiare ai detenuti”.

Un mese fa Corona ha scritto una lettera indirizzata alla trasmissione Chiambretti Supermarket, della quale sono stati letti alcuni stralci. “Quando sono entrato in carcere sapevo sarebbe stata una battaglia, e in una battaglia ci sono i momenti di inevitabile sconforto, la sensazione di non farcela, ma l’orgoglioso progetto di ricostruzione che ho deciso di fare su me stesso è stato più forte di tutta la m… che mi hanno tirato addosso in questi 480 giorni di galera”, ha scritto tra l’altro Corona. E ancora: “Mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto: possibile che alla tua età (ha compiuto 40 anni a marzo) non abbia ancora capito e apprezzato i veri valori della vita? Sei così effimero, così superficiale? Davvero vuoi sprecare la tua vita così? Tra sesso, droga, rock’ n’ roll, sentimenti “patinati” opportunistici e fasulli? Non ci credo. Quanto tempo dovrai stare in carcere per capire quello che veramente stai perdendo? Credi di essere immortale? E se Corona morisse domani che ne sarebbe della sua vita? Cosa ricorderebbero le persone che ti amano di te? Cosa hai lasciato di buono alle tue spalle? Possibile che tu sia così ottuso? Non credo…”.

 

Giuseppe GulottaGiuseppe Gulotta, il muratore di Certaldo, accusato di aver partecipato alla strage dei due carabinieri nella caserma di Alcamo Marina (Trapani) del 1976, quando aveva solo 18 anni, dopo aver passato 22 anni in carcere, da uomo innocente, è stato assolto il 13 febbraio del 2011 dalla Corte di assise d’appello di Reggio Calabria. Ora, a circa un anno di distanza dalla fine del suo calvario personale, l’uomo chiede allo Stato un risarcimento di 69 milioni di euro, questa la richiesta che i legali dell’uomo hanno fatto al ministero della Giustizia secondo quanto riportato sul quotidiano “La Nazione”. Un maxi risarcimento che fa discutere e che anima la querelle tra chi è solidale con l’ingiustizia subita da Giuseppe Gulotta e chi invece appare sconcertato da una cifra di tale entità chiesta come risarcimento per la privazione della libertà per 22 anni.

 

“La riparazione dell’errore giudiziario – spiega l’avvocato Pardo Cellini al quotidiano “La Nazione” – va commisurata alla durata dell’espiazione della pena e alle conseguenze personali e familiari derivanti dall’ingiusta condanna. Tenuto conto della durata della grave vicenda e del periodo di detenzione patito, il danno complessivo è enorme”.