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Grandi Speranze – dal 6 dicembre al cinema

GENERE: Drammatico

REGIA: Mike Newell

SCENEGGIATURA: David Nicholls

ATTORI: Helena Bonham Carter, Ralph Fiennes, Jason Flemyng, Holliday Grainger, Robbie Coltrane, Jeremy Irvine, Ewen Bremner, Sally Hawkins, David Walliams, Jessie Cave

PRODUZIONE: BBC Films, Lipsync Productions, Number 9 Films, Unison Films
DISTRIBUZIONE: Videa CDE
PAESE: Gran Bretagna, USA 2012
DURATA: 128 Min
FORMATO: Colore

 

 

 

Pip (Jeremy IRVINE) un giovane ragazzo di umili origini, dopo essere rimasto orfano viene aiutato da un benefattore sconosciuto a riscattare la sua posizione sociale. Il giovane Pip divenuto un gentiluomo inizia a corteggiare la viziata e bella Estella (Holliday GRAINGER) ereditiera educata per essere fredda e distaccata con chi la circonda, dalla quale il giovane Pip è segretamente innamorato sin dall’infanzia. Ma dietro la grande fortuna ricevuta in dono si cela una sconvolgente verità che porterà gravi conseguenze per tutti.

Grandi Speranze, l’ultimo lungometraggio diretto da Mike NEWELL, regista di “Quattro matrimoni e un funerale” (due candidature all’Oscar), “Un incantevole aprile” (tre nominations all’Oscar), “Amore e rabbia” e “Donnie Brasco”, in questo suo ultimo lavoro si cimenta in un capolavoro ottocentesco di grande rilievo.

Il film è tratto dal libro di Charles Dickens, nella quale il regista è stato fedele alla trasposizione del testo letterario, senza però imprimere una impostazione registica originale e personale. Esaltante risultano invece le interpretazioni degli attori, valorizzate da una regia piuttosto tradizionale.

La Settima arte sembra fare affidamento, ora più che mai, ai grandi classici del secolo scorso, in grado di dare quella robustezza narrativa che sembra essere pericolante nell’industria cinematografica di oggi.

 

La qualità dell’intreccio narrativo che ritroviamo nei classici della letteratura ottocentesca danno sempre più la spinta a registi e sceneggiatori del grande schermo di riadattare le storie di questi grandi autori che oggi, causa forse della crisi economica e scarsità di idee originali, non troviamo quasi più. Basti pensare agli ultimi film di successo come Bel Ami – storia di un seduttore oppure la trasposizione sul grande schermo di Dorian Gray.

Questa volta, in occasione dei duecento anni dalla nascita di Dickens è toccato al regista Mike Newell riadattare il capolavoro del 1860.

Si tratta di un romanzo alquanto oscuro, dove emerge un quadro della vita sociale di fine ottocento ostile, istituzionalmente represso e circondato da atmosfere che hanno un sentore semi-horror.

Il tessuto narrativo non manca di riferimenti a un’umanità cinica, senza scrupoli e algida.

Ne esce un ritratto piuttosto impetuoso dai tratti gotici per la società dell’epoca.

Impresa non facile per il regista Newell, adattare il contenuto del romanzo alla nostra attualità senza dimenticare di sottolineare i tratti distintivi che caratterizzano l’opera prima.

Il senso di profondità morale e sociale intrinseca nel romanzo non viene trascurata nella pellicola, così come la filosofica trasparenza dei linguaggi che trovano magistralmente spazio nelle interpretazioni di un cast d’eccezione.

In Grandi speranze manca, però quella creatività registica che per esempio, troviamo in registi come Roman Polanski nella direzione di “Oliver Twist”.

Se pur riconosciamo una notevole maestria nel valorizzare ambienti lugubri e scenografie caratteristiche dell’epoca, in Grandi Speranze manca quella verve narrativa cinematografica necessaria a consacrare il film come un capolavoro.

Un lungometraggio, questo, che non dimentica il valore supremo riconosciuto ai grandi classici della letteratura con un omaggio alla grandezza di Charles Dickens.

 

di Maria Teresa Bianco