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wwfIl consumo pro capite di acqua è di seimila litri al giorno. I dati sono stati forniti dal WWF e annunciati al rapporto per la Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo.

“Il rapporto mostra per la prima volta quanta acqua è nascosta nel cibo prodotto sul nostro territorio o importato e sottolinea la necessità di essere più consapevoli quando si sceglie la consueta fettina di carne, la pasta o la frutta esotica”.

I litri di acqua consumati da ognuno di noi, sono nascosti anche nel cibo che mangiamo. Le nostre falde acquifere sono a rischio. L’Italia è il terzo paese che importa acqua, attraverso i cibi. Circa 62miliardi di metri cubi l’anno.

L’acqua dolce disponibile per ogni cittadini è in diminuzione. La popolazione globale è in crescita. Il rapporto del Wwf si chiama, Impronta idrica dell’Italia.

Ci sono due componenti che contribuiscono a fornire il totale del dato, pari al volume totale di acqua dolce per i prodotti sul territorio e l’impronta idrica del consumo di acqua, cioè quella utilizzata per i beni di consumo. Questa componente include l’acqua impiegata negli altri paesi per produrre i prodotti che importiamo.

L’impronta idrica della produzione in Italia è di circa 70 miliardi di m3 di acqua l’anno.

“L’agricoltura è il settore economico più assetato d’Italia con l’85% dell’impronta idrica della produzione, comprendendo l’uso di acqua per la produzione di colture destinate all’alimentazione umana e al mangime per il bestiame (75%), e per pascolo e allevamento (10%). Il restante 15% dell’impronta idrica della produzione è suddiviso tra produzione industriale (8%) e uso domestico (7%)”.

logo-wwfIl Wwf rende noti i dati raccolti sul tema della biodiversità dai quali emerge che sono 84 gli habitat e 1107 le specie censite in più rispetto a quanto previsto dai Formulari ufficiali di Rete Natura 2000; un dato negativo ha invece evidenziato che in Italia 10 habitat e 176 specie sono scomparsi, mentre 791 specie e 75 habitat hanno uno status peggiore rispetto ai dati registrati in passato. Durante il convegno Wwf “Il monitoraggio della biodiversità nella Rete Naturale 2000” sono stati illustrati i risultati ottenuti attraverso un monitoraggio che potrà anche essere adoperato dagli enti pubblici e privati che amministrano il patrimonio della biodiversità. I principali nemici che minano le condizioni di salute della natura e dei suoi abitanti sono in primis: agricoltura, incendi, regolazione delle acque, turismo, caccia, consumo del suolo.

 

Fulco Pratesi, Presidente onorario Wwf Italia, ha dichiarato a proposito della biodiversità del nostro territorio – “Le nostre 114 oasi sono rappresentative di tutta la Natura italiana e con i loro 35.000 ettari sono come un grande parco nazionale diffuso dalle Alpi alla Sicilia. I dati raccolti sottolineano ancora una volta la grande responsabilità che abbiamo come associazione chiamata a proteggere la biodiversità custodita nelle oasi sotto la nostra gestione. Questo vale ancora di più per quelle specie come il cervo sardo o la testuggine palustre siciliana che vivono solo in piccolissime aree del nostro paese”.