Home Tags Posts tagged with "trump"

trump

US-BRAZIL-POLITICS-CLINTONIl Super Tuesday ha proclamato ancora una volta due vincitori assoluti alle primarie USA. Hillary Clinton e Donald Trump si sono aggiudicati tanti Stati, anzi tantissimi, sbaragliando gli avversari e preparandosi a correre verso la Casa Bianca. Il martedì infuocato della politica americana si è ancora una volta proposto come il test più importante dopo il precedente super tuesday che si è tenuto il 1° marzo.

I risultati hanno visto Donald Trump resistere, dopo una settimana in cui si è scatenato usando parole anche violente contro i suoi avversari e attacchi a non finire verso tutte le altre forze politiche. Trump si è portato a casa la Florida, uno fra gli Stati più ambiti e anche tutti gli altri tranne l’Ohio che è andato all’ex governatore John Kasich. Marco Rubio si è quindi ritirato dopo la sconfitta sonora in Florida e Kasich si propone come l’unico sfidante abbastanza forte da potersela giocare con Trump.

L’establishement repubblicano è però in rivolta, si rivela confuso e non sa chi appoggiare, perché se il fenomeno Trump sta conquistando molti elettori, nella pratica i danni che potrebbe fare non sono poca cosa da considerare, molto probabilmente anche per gli stessi vertici del suo partito. È interessante notare che tanti votanti hanno preferito Trump perché sembra essere uno che ‘dice le cose come stanno’, ovvero che sa arrivare dritto al cuore degli elettori anche se le sue idee sono razziste e anti immigrati, violente e a detta di alcuni decisamente pericolose.

Dal lato opposto la Clinton ha vinto con ampio margine in tutti gli Stati del sud, confermando la sua potenza in queste terre. L’unico Stato che non si è aggiudicata è l’Ohio, ma ormai il suo stacco con Bernie Sanders non la impensierisce e molto probabilmente sarà lei la candidata democratica per la corsa verso la Casa Bianca.

ClintonGunControlProsegue incessante la corsa delle primarie USA, che decreterà i candidati alla futura presidenza della Casa Bianca. Donald Trump ha vinto in alcuni Stati ‘chiave ‘ come il Michigan e il Mississippi, mentre il rivale di Hillary Clinton Bernie Sanders si è inaspettatamente conquistato la roccaforte dell’industria automobilistica Detroit.

Queste sono le novità più importanti del round che si è tenuto nei giorni scorsi, che ha visto profilarsi una gara a due fra i repubblicani, con Marco Rubio praticamente fuori gioco e Trump e Ted Cruz a giocarsi gli Stati che rimangono. I sondaggi danno per favorito il tycoon anche in Florida, Stato molto importante e che andrà alle urne il 15 marzo.

L’elettorato repubblicano sembra quindi avere le idee ben chiare, stando almeno ai verdetti dell’8 marzo, e il pubblico degli elettori di destra sembra essere passato sopra alle recenti e pesantissime accuse di Mitt Romney e molti altri notabili contro Trump. La base del partito prosegue infatti nel suo appoggio al tycoon, nonostante il comitato di azione politica dei miliardari gli sia apertamente contro e il vertice segreto della Silicon Valley non sia certamente a favore della sua candidatura.

Cruciale si è rivelata la vittoria di Trump in Michigan, soprattutto nella sua capitale Detroit. Questa città è infatti da sempre una roccaforte del partito democratico, retaggio di tanti impiegati che hanno creduto nel partito durante gli anni buoni dell’industria automobilistica. Dopo il fallimento e le disastrose conseguenze urbane, sembra proprio che una buona fetta di elettorato si sia spostato a destra, molto probabilmente attratto dalle promesse razziste di Trump e anti-liberoscambio che sembrano attirare e convincere la fascia di operai bianchi che possono fare la differenza.

Ma gli stessi operai hanno dimostrato di accarezzare le idee politiche socialiste di Bernie Sanders e i suoi slogan contro Wall Street, perché l’America vanta da sempre una bella memoria storica e sa da dove possono arrivare i suoi guai. La sfida in questi Stati si rivela essere quanto mai interessante, perché sarà utile capire se questa città e questo Stato così speciali cederanno alle lusinghe razziste e di Trump o cercheranno di costruirsi un futuro basato su una politica di ricostruzione solida e legata ai vertici di Washington.

ClintonGunControlSi chiama ‘super tuesday’ e nella colorata corsa alle presidenziali USA è un appuntamento molto importante per capire chi potrebbe farcela a superare le primarie e quindi a concorrere per diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.

I vincitori del super martedì sono stati Donald Trump per il partito repubblicano e Hillary Clinton per il partito democratico, perché i due si sono aggiudicati 6 Stati ciascuno, mentre per gli altri candidati il conteggio deve ancora essere completato.

Da ruggente donna in corsa per le presidenziali, la Clinton ha fatto un discorso di vittoria, pregustandosi la corsa alla Casa Bianca, ma gli esperti l’hanno avvertita di fare attenzione ai risultati, perché in due Stati dove era stata data per super favorita, ovvero il Colorado e l’Oklahoma, ha vinto il suo sfidante Berrie Sanders.

La sfida fra il magnate e l’ex segretario di Stato è comunque probabile e Trump si è apprestato a vincere le primarie in molti Stati chiave, quali il Massachusetts, il Tennessee, la Virginia, la Georgia, l’Arkansas e l’Alabama. Attesa e confermata è stata la vittoria di Cruz nel Texas, che è il suo Stato di origine, mentre Marco Rubio ha sconfitto tutti in Minnesota, registrando la sua prima vittoria elettorale dell’anno.

Bernie Sanders si è portato a casa stati chiave come il Vermont dove è senatore, ma anche il Minnesota e il Colorado. Dopo il super tuesday la profilazione dei candidati alla Casa Bianca diventa quindi più chiara e fra qualche colpo di scena e tante conferme sembra proprio che Trump e Clinton saranno i nomi in lizza per diventare i nuovi presidenti americani. L’America sta vivendo un anno fremente, perché fra il colorato e spesso fuori luogo comportamento di Trump e il roccioso lavoro di Hillary Clinton i colpi di scena si stanno alternando e gli americani non corrono certamente il rischio di annoiarsi, almeno fino a novembre, quando sarà eletto il successore di Barak Obama.