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queenChiamatelo come volete: “Ultimo immortale”, “colui che voleva vivere per sempre”, istrionica rock star indiana naturalizzata inglese o potete ricordarlo semplicemente, con il nome d’arte con cui Farrokh Bulsara era conosciuto in tutto il mondo, Freddie Mercury.

Negli anni ’70 i Queen hanno spezzato tutti gli schemi del rock classico beatlesiano e hanno introdotto un nuovo modo di fare rock ‘n roll. Se Freddie Mercury fosse ancora vivo sicuramente avrebbe continuato a esibirsi e a vivere “come se fosse l’ultimo giorno di vita”, come fino a prima della sua morte, sopraggiunta il 24 novembre 1991 per Aids.

Oggi sono tante le band tributo che ricordano Freddie e il suo gruppo. I Queen of Bulsara sono una di queste. Tribute band partenopea ufficiale in Campania e tra le più prestigiose tribute band italiane. Ieri hanno suonato al Goodfellas di Napoli e non è un’esagerazione dire che la birreria vomerese sembrava uno dei locali londinesi, dove i Queen hanno mosso i primi passi.

I Queen of Bulsara sono Ottavio Liguori (batteria, cori), Vito Di Costanzo (chitarra), Stefano Di Meglio (basso e cori), Salvo Schiano (tastiere e programmazioni) e Vincenzo Castello, che non solo ha una grande voce, presenza scenica e carisma ma la sua somiglianza con Freddie Mercury è impressionante.

Il live si è aperto con “Flash”, colonna sonora dell’omonimo film, che è servita a riscaldare gli animi dei numerosi fan accorsi ieri sera. I Queen of Bulsara hanno eseguito pezzi del repertorio classico dei loro beniamini come “Radio ga ga”, “I want to break free”, “A kind of Magic”, “Crazy little thing called love”, “Don’t stop me now”, “Bohemian Rhapsody” ma anche brani meno noti a chi non è cresciuto a pane e Queen come “You don’t fool me”. Tra una “Somebody to love” passando per “Living on my on” e “Under pressure”,  l’atmosfera si è scaldata per poi esplodere, nel finale, in un liberatorio “We are the champions”.

Certo nessuno può equiparare gli originali Queen e il loro indiscusso leader ma per i nostalgici come noi, che non hanno mai smesso di cantare le loro canzoni e ricordare ogni 5 settembre (giorno di nascita di Freddie Mercury), i Queen of Bulsara sono una bella scoperta.

IMG-20130920-WA0006Ieri sera, il Blasco è piombato al Goodfellas, un locale di Napoli, nei panni di Enzo Serio, voce della VASCOver band.

Un gruppo che non ha nulla da invidiare ai musicisti professionisti ma che soprattutto ha centrato l’obiettivo di emozionare e scatenare il suo pubblico proprio come in un vero e proprio live di Vasco.

La VASCOver band apre l’esibizione con “Basta poco”, singolo estratto dall’album del 2008, “Il mondo che vorrei”, per poi continuare con “Cosa c’è”: canzone del disco “Cosa succede in città”, in cui Vasco fa un’autoriflessione sul suo gesto di aver consegnato spontaneamente ventisei grammi di cocaina a un poliziotto a seguito di un controllo. Per questo il rocker emiliano fu arrestato e passò ventidue giorni in carcere.

Il brano è stato scritto da Vasco proprio pochi giorni dopo il suo periodo di reclusione e consacra il suo ritorno sulla scena musicale dopo quest’episodio.

Il gruppo nasce nel 2009 da un’idea che ha Enzo Serio durante un’occupazione a scuola, dove cantava i pezzi di Vasco.

Oltre alla voce del leader, la VASCOver band è composta da Gaetano Sprandi (tastiere), Enrico Dello Iacovo (chitarra), Rosario Pellegrino (chitarra), Francesco Corato (batteria) e Corrado Calignano (basso).

La VASCOver band si esibisce prettamente in Campania ma da circa un anno viene chiamata per varie manifestazioni dedicate al Blasco, essendo l’unico gruppo tributo presente sul sito ufficiale di Vasco Rossi.

La VASCOver band infatti ha suonato al “Vasco Day” e al “Be bop”, il locale dove Vasco ha fatto le sue prime serate. La band tributo napoletana è  quindi molto conosciuta  nel nord Italia e soprattutto nel modenese, zona in cui è nato il Blasco.

Il live di ieri sera si è arricchito dei pezzi più ricercati e datati di Vasco, come la prima canzone del primo album, “La nostra relazione” e “Liberi Liberi” ma non sono mancati i nuovi successi come l’inno di rinascita “Eh già” e l’ultima hit, “L’uomo più semplice”. IMG-20130920-WA0002

Enzo Serio canta Vasco dal 1987 e se qualcuno lo associa al suo beniamino, cosa che capita spesso, per lui è una grande soddisfazione. Sorride quando gli chiedo di dirmi qual è la sua canzone preferita: “Come faccio a dire il mio pezzo preferito? – dichiara Enzo SerioAmo molto una canzone, “Dillo alla luna”, che significa molto per me a livello personale. I tributi a Vasco nascono come funghi – continua Enzo Serio -, visto che sembra un personaggio semplice da interpretare ma in realtà non è vero ed è molto facile rischiare di “sciommiottarlo”. Molte persone che ci seguono -prosegue il leader della VASCOver band – sono concordi a dire di assistere a un vero e proprio live di Vasco, tant’è che a volte pensano che suoniamo in play back, perché siamo molto attenti agli arrangiamenti e io chiedo alla band di suonare come i live di Vasco, per creare uno spettacolo quanto più credibile è possibile. Quindi il seguito nel pubblico si è creato e c’è“.

E infatti ieri la platea del Goodfellas si è scatenata al ritmo incalzante di brani come “Domenica lunatica”, “Gli spari sopra” e “Lunedì”. Ma si è anche emozionata e si è unita in coro, cantando pezzi di indicibile bellezza come “Ogni volta”, “Stupendo”, “Senza parole”, Canzone”, “Siamo soli” e l’immancabile “Vita spericolata”.

Sulle note dell’evergreen “Albachiara” la VASCOver chiude l’esibizione.

Quando salgo sul palco – conclude Enzo Serio dimentico di essere me stesso. L’importante è ricordarselo quando finisce il live. Perché c’è chi non ricorda più chi è e quindi cade nel ridicolo. E’ come un attore che recita un ruolo. La differenza è che l’attore sente la parte, io sento la musica“.

 

incassavano-tributi-per-conto-dei-comuni-ma-poi-li-intascavanoLa Guardia di Finanza di Genova ha accertato che ammonta a 100 milioni di euro il danno che la società Tributi Italia spa, che riscuoteva i tributi per 400 comuni, ha provocato. La società indagata era incaricata di riscuotere l’Ici ed altri tributi a livello nazionale e locale, di circa 400 comuni. Le fiamme gialle hanno arrestato cinque persone, tra cui l’amministratore della società Giuseppe Saggese.

L’azienda aveva sede legale a Roma e su incarico delle amministrazioni di riscossioni locali, ICI, TOSAP ecc acquisiva le imposte, e poi e le tratteneva sui propri conti correnti. I Comuni, vittime del raggiro, hanno denunciato la società di Chiavari ed hanno revocato la concessione per l’esazione tributaria. Ora la società è in stato d’insolvenza e dichiara il fallimento presso il tribunale di Roma.

Sono stati scoperti un ammontare di fondi pari a circa 20 milioni di euro. Sono nove persone indagate, quattro a piede libero, accusate di peculato e reati fiscali. L’amministratore della società, Saggese prelevava ogni giorno cifre pari a 10.000 euro per autovetture di lusso, soggiorni in località rinomate, yatch senza preoccuparsi di nulla. Mille i dipendenti della Tributi Italia Spa licenziati ed in cassa integrazione. Tanti i comuni sull’orlo del dissesto finanziario.