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Siamo sempre allo stesso punto. Ogni volta, il dibattito politico si concentra sui problemi di quella sorta di “regionalismo” che chiameremmo con il nome di “federalismo”, e non senza torto. Ed ogni volta, da un lato attribuiamo maggiore autonomia ai singoli livelli, dall’altro cerchiamo di riparare quelle piccole “falle” che rendono aspro ogni cammino che possa considerarsi armonioso. L’operazione di buy back riguarderà le regioni e, già che se ne parla, spieghiamo di cosa si tratta.

arton8185L’Argentina non e’ riuscita a trovare un accordo sul debito ed e’ in default per la seconda volta in 13 anni. Al termine di una maratona negoziale svoltasi a New York, la trattativa con gli hedge fund creditori si e’ conclusa senza nessun accordo.

l ministro dell’Economia argentino, Axel Kicillof, ha definito “avvoltoi” gli hedge fund americani ai quali il suo Paese deve 539 milioni di dollari di interessi dopo una sentenza emessa negli Stati Uniti.
L’Argentina avrebbe dovuto onorare il pagamento entro il 30 giugno. Kicillof ha riferito che gli interlocutori hanno rifiutato il compromesso proposto dal governo di Buenos Aires, senza descrivere la proposta nei dettagli.

Il ministro ha inoltre addossato la responsabilità della situazione anche al giudice Griesa, che nell’emettere la sentenza ha bloccato il trasferimento dei fondi depositati presso le banche per il pagamento degli interessi ai titolari di bond che hanno aderito al concambio. “Il default è quando non si paga – ha affermato Kicillof – mentre Buenos Aires ha pagato”.

Standard & Poor’s aveva tagliato il rating di Buenos Aires a “selective default” da “CCC-“. Un default selettivo, diverso da quello generale, che vuol dire che il Paese onora gli impegni su certi titoli ma non su tutti.
Diversamente da quanto accaduto nel 2001, il default riguarda una somma relativamente bassa, 539 milioni di dollari, bloccati dalla giustizia americana su un conto della Banca centrale argentina alla Bank of New York, che dovevano servire a pagare gli interessi dei creditori che avevano accettato la ristrutturazione del debito argentino nel 2005 e nel 2010.
Nel 2001 invece il governo argentino dichiarò un completo ed effettivo default perché non era più in grado di onorare titoli per 132 miliardi di dollari.
Il default colpisce un’economia già in recessione. Preoccupano anche le possibili ricadute sui prezzi al consumo, in un Paese con un’inflazione al 40%, tra le più elevate al mondo.

Alla fine del 2001 fu il governo argentino a dichiarare un completo ed effettivo default perché non era più in grado di onorare titoli per 132 miliardi di dollari. L’Argentina aveva fatto molti sforzi per tornare ad avere accesso ai mercati globali del credito. Il governo ha pagato i suoi debiti con il Fondo Monetario Internazionale e a maggio ha raggiunto un accordo con gli Stati creditori per ripagare 9,7 miliardi di dollari di debiti non pagati dal 2001. Secondo gli analisti, il nuovo default potrebbe compromettere tutti il lavoro compiuto finora