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fisco-irregolaritàUn giro di affari di 50 miliardi, che coinvolge il paese da nord a sud. Si tratta di uno scandalo che sta uscendo allo scoperto a poco a poco, e che secondo il magistrato Di Pietro assomiglia moltissimo all’operazione Mani Pulite, che negli anni ’90 tenne con il fiato sospeso l’intero paese.

A Milano avvocati, giudici, commercialisti e professori universitari sembrano essere in grado di spostare con la loro firma milioni di euro, facendoli migrare in un baleno e con il minimo sforzo dalle casse dello Stato ai propri conti privati. Qualcuno l’ha ribattezzata la Tangentopoli fiscale, un sistema di corruzione che da nord a sud si è basato su una falla, i contenziosi tributari, che finora si è rivelata essere intoccabile dalla stessa magistratura e da ogni forma della politica.

Nel 2015 oltre 581mila contenziosi, per un valore complessivo di 50 miliardi, sarebbero stati in mano ai professionisti, che a loro volta li avrebbero gestiti facendo girare fra di loro un vero e proprio tesoro, favorendo appalti e creando un sistema difficile da scoprire in quanto perfettamente congegnato e condotto da persone insospettabili. Questa è la Nuova Mani Pulite che sta vivendo il nostro paese, un sistema che vede al suo centro professionisti operanti ad ogni livello rubare soldi allo Stato.

Cambiano i metodi ma non cambia il modo di intascare le mazzette, e così come avvenne negli anni ’90, quando gli interessati vennero ‘pizzicati’ con i soldi nella giacca, lo stesso è accaduto nei mesi scorsi, durante la manovra che indusse all’arresto di Luigi Vassalli ad opera dei militari della Guardia di Finanza.

L’uomo venne infatti pizzicato con € 5.000 nella giacca, considerati la prima rata di una maxi mazzetta da 30mila euro versata per attuare un intervento veloce a favore di una nota azienda chimica. E non si tratta certamente di un episodio isolato, perché nello stesso periodo i pm hanno lavorato a Catania, arrestando un avvocato implicato in una sentenza di corruzione. I protagonisti del nuovo corso sembrano quindi essere loro, i professionisti che si muovono ad ogni livello, dal più basso fino al più alto, con lo scopo comune di rubare soldi pubblici per farli confluire nelle casse dei privati, instaurando un clima di malaffare che fa tornare l’Italia al vortice tossico delle vicende degli anni ’90.