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Studenti

scuola-6753L’OMS ha recentemente pubblicato il suo studio sul benessere e sulla salute degli adolescenti europei in ambito scolastico. Dal report è uscito un ritratto problematico dei ragazzi italiani, dipinti come stressati dal carico di lavoro scolastico e caratterizzati da un pessimo rapporto con la scuola e le istituzioni scolastiche.

Lo studio ha rivelato che solo il 26% dei ragazzi che hanno 11 anni e femmine e il 17% dei maschi è contento della scuola e la frequenta con piacere. A 15 anni di età il dato scende in modo clamoroso e la percentuale degli studenti italiani che dichiarano di amare la scuola si pone al 10% per le femmine e all’8% per quanto riguarda i maschi. Lo studio si è impegnato ad analizzare i dati raccolti nel biennio 2013-2014 fra gli studenti europei, concentrandosi sui ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 15 anni.

L’Italia si pone quindi in coda alla classifica, perché la fiducia sulla scuola è percepita in modo più negativo solo dai belgi, dagli estoni e dai greci, mentre i ragazzi europei che più amano studiare si sono dimostrati gli armeni, che nel 68% e 48% dei casi si sono dichiarati felici di studiare e contenti delle strutture scolastiche a loro disposizione.

Dati poco incoraggianti arrivano anche dalla questione stress. Il 72% delle ragazze quindicenni e il 51% dei ragazzi di questa età percepiscono infatti di essere stressati. Interessante è notare è il mancato supporto da parte dei compagni di classe, perché l’aiuto dei coetanei viene percepito da tre quarti dei ragazzi a 11 anni e scende a poco più del 60% per i ragazzi che si apprestano a frequentare le scuole superiori.
Secondo gli esperti si tratta di dati molto preoccupanti, che avallano quelli raccolti nel precedente rapporto. La pressione avvertita dai ragazzi, ma soprattutto il fatto che i giovanissimi vanno a scuola malvolentieri è infatti lo specchio di una scuola che non funziona e che non sa accogliere gli studenti nel modo giusto, incoraggiandoli all’istruzione, ma soprattutto alla costruzione di positivi rapporti personali e sociali.

torino scontri studenti 2014Una giornata di scontri e di tensione, quella di oggi a Torino. Ha avuto luogo infatti il corteo degli studenti, che protestavano in una manifestazione contro il vertice dei ministri europei del Lavoro. Il summit si terrà oggi pomeriggio e domani al Teatro Regio di Torino. E’ rimasto ferito anche il questore vicario di Torino, Giuseppe Ferrari, a causa dell’esplosione di una bomba carta.

Cinque persone sono stati fermate dalle forze dell’ordine, e sono in corso le identificazioni di altri ragazzi, protagonisti degli scontri più violenti. A quanto pare, il primo scontro si è avuto nella piazza Castello, la più centrale di Torino. I manifestanti hanno rimosso alcune transenne che sbarravano la strada verso il Teatro Regio e hanno lanciato poi pomodori contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con i lacrimogeni. Tante bombe carta, tre feriti, almeno secondo il bilancio provvisorio di questa triste giornata. Il segretario della Fiom Landini ha comunque finito il comizio, nonostante i manifestanti cercassero di bloccare il suo intervento.

Sono stati migliaia i lavoratori che hanno seguito la manifestazione regionale della Fiom contro la riforma del lavoro proposta dal governo Renzi. Al corteo erano presenti anche gli esponenti della Cgil di Torino e del Piemonte, nonché della scuola, dei pensionati e tanti altri. C’erano anche alcune bandiere di Rifondazione Comunista. Stando a quanto riferito dalla questura, si è verificato oggi un attacco di circa 300 persone di area autonoma e anarchica, giunto a sorpresa in coda al corteo, quando la manifestazione, come spesso accade, si stava svolgendo in modo del tutto pacifico. Tre poliziotti di Padova sono stati feriti per lo scoppio di bombe carta, sei autonomi sono stati fermati. Ferito anche il vicario del Questore di Torino, colpito alla gamba sinistra. Intanto avverrà comunque l’incontro del ministro Poletti con una delegazione di lavoratori e della Fiom.

valutati-non-schedatiScioperi bianchi, presidi, assemblee, flash mob, gli studenti con la bocca coperta da un panno bianco e con sopra una X protestano a Roma, Milano, Siena, Genova, Pisa, Napoli, Bari, Catania, Torino, Cagliari, L’Aquila, Salerno e molte altre città.

“Valutati non schedati” con questo slogan in molte scuole superiori dove si svolgevano le prove Invalsi gli studenti hanno lasciato fogli  i in bianco o hanno abbandonato i banchi di scuola.

Gli invalsi sono dei test che servono per valutare i livelli di apprendimento degli studenti.

l’Unione degli Studenti : “Abbiamo deciso di disobbedire, di rifiutarci di sottoporci ad un meccanismo di valutazione escludente e ingiusto che mira a rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test – ha affermato Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – siamo l’unico Paese in Europa che somministra agli studenti in maniera censuaria e non campionaria dei test assolutamente inutili, che non tengono conto delle condizioni sociali ed economiche degli studenti e che aprono pericolosamente le porte a dei criteri premiali per le scuole che eccellono. A fronte di tutto ciò riteniamo veramente inaccettabile che si spendano 16 milioni di euro per finanziare questo strumento di valutazione dannoso e inutile”. 

Studenti guardoni – Come molti di voi ricorderanno, nel febbraio scorso alcuni studenti dell’Itas Galileo Galilei di Jesi, ad Ancona, filmarono le loro compagne seminude mentre si cambiavano per l’ora di educazione fisica. Il video, ripreso con un cellulare attraverso la serratura di una porta, venne poi messo su Facebook. La bravata compiuta dagli studenti guardoni però, non è costata loro la bocciatura, anzi sono stati tutti promossi, salvo 3 studenti bocciati a causa dei voti nelle singole materie.

Studenti guardoni – nessuna bocciatura

Insomma, gli studenti sono stati graziati dai professori, per loro nessun 5 in condotta che avrebbe causato inevitabilmente la bocciatura. A riguardo della vicenda, ha parlato Floriano Tittarelli, dirigente scolastico dell’Itas Galileo Galilei: “Il voto in condotta e il profitto viaggiano su binari diversi solo con il 5 in condotta si viene bocciati, ma a nessuno dei ragazzi coinvolti è stato assegnato questo voto”.

Maturità 2013 – E’ una vera e propria vigilia di fuoco quella che oggi ha accompagnato tutti coloro che domani dovranno sostenere la prima prova della Maturità 2013. Il caldo torrido che in questi giorni sta colpendo l’Italia non aiuta certo gli studenti, soprattutto visto che secondo i meteorologi i prossimi giorni saranno da record con temperature che supereranno i 35 gradi.

Maturità 2013 – studenti in protesta sul web

Sono 491mila gli studenti impegnati in tutta Italia con la Maturità 2013: mercoledì la prova di italiano, giovedì la seconda prova. Per quanto concerne la terza prova invece, accompagnata dalle commissioni interne, si passa a lunedì. Il caldo presente nelle aule non aiuterà certo gli studenti a concentrarsi, tant’è che sul web sono stati lanciati appelli affinché vengono aperte le finestre di tutte quelle aule e scuole sprovviste di condizionamento, ovvero l’80% delle scuole presenti sul territorio.

Si è svolta ieri, a Roma, la manifestazione “No Monti Day” contro la finanza mondiale, dove non sono mancati disordini: prese di mira specialmente le banche come Unipol, Monte dei Paschi di Siena e Unicredit, con lancio di uova, bottiglie e petardi.

In 150.000 hanno detto no alle politiche dell’attuale Governo. ”Con l’Europa che si ribella, cacciamo il governo Monti”, questo lo slogan dei manifestanti contro la crescente disoccupazione, precarietà e licenziamenti.

Al corteo – organizzato da sindacati, partiti politici e movimenti – si sono unite diverse categorie di cittadini, provenienti anche da varie località italiane. Tra questi gli studenti, col loro striscione: ”Piazze invase contro la troika. E’ l’Europa che ce lo chiede”.

Si aggiungono i manifesti del sindacato Usb di Taranto: “Vogliamo morire di salute”. Sulla scia delle proteste i cartelli dei disabili guidati dal Comitato 16 Novembre Onlus: “Più assistenza domiciliare, meno strutture residenziali”, nonchè dei  terremotati emiliani del Comitato Sisma.12: “L’Emilia è ancora scossa, diamoci una mossa!”.

Il disappunto si è anche allargato a tutti gli schieramenti politici: “Queste politiche stanno devastando interi paesi dell’Europa, i partiti in Parlamento hanno letteralmente calato le mutande davanti a Monti. E’ un esecutivo di banchieri e ricchissimi. E noi siamo in piazza per dire no a questo scandalo.”

La manifestazione ha creato disagi alla circolazione della capitale, blindata per l’occasione. Arterie principali tra cui la Tiburtina, l’ingresso della A24 e la Tangelziale est sono state bloccate dai cortei, nodi cruciali in cui si sono verificati scontri con le forze dell’ordine. Il movimentato fiume di manifestanti si  è sciolto intorno alle 19, senza gravi conseguenze.