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1458207376-giorgia-meloni-ospiteUna folla di giornalisti e di simpatizzanti ha accolto Giorgia Meloni alla Rotonda del Pantheon a Roma, dove mercoledì ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Roma. La Meloni ha dichiarato di avere ponderato per bene la sua candidatura e che quello che sta facendo è prima di tutto un gesto d’amore per la sua città, per combattere attivamente il governo Renzi e dare dignità alla capitale.

Durante il suo annuncio, la Meloni è tornata sul tema della gravidanza, a pochi giorni dall’annuncio fatto da Bertolaso, che aveva dichiarato che una donna ‘ o fa il sindaco o fa la mamma’. Parole sessiste e anche un po’ retrograde, che in ogni altra parte del mondo verrebbero riprese come antiquate e forse offensive.

La Meloni ha quindi dichiarato che ogni donna deve essere libera di vivere la sua gravidanza e Bertolaso non può certo dirle cosa deve fare. La novella candidata ha quindi fatto un appello alle forze di centro destra, invitando Berlusconi e Salvini a sostenerla. Senza il loro aiuto la sinistra o il movimento 5 stelle potrebbero prendersi la capitale e questo, alla Meloni non va proprio giù. La richiesta è quindi di correre uniti e di chiedere agli elettori di appoggiarono, perché la sua vittoria possa essere più probabile.
Ai cronisti presenti la Meloni ha quindi riposto con pacatezza alle domande riguardo al giunta Alemanno. La novella candidata ha dichiarato che non ci sarà nessuna continuità col passato, con una giunta che è stata legata al malaffare e che poco ha fatto per la capitale e per i cittadini romani. A Bertolaso, infine, è arrivato l’invito ad appoggiarla e a non correre da solo, perché spaccare il centrodestra potrebbe significare consegnare la città in mano alla sinistra.

Ignazio-Marino-nuovo-sindaco-di-romaGiornata storica per la capitale ieri, giovedì 8 ottobre, quando in serata è arrivata la decisione del sindaco Ignazio Marino di dimettersi dalla poltrona di primo cittadino della capitale. Rumors avevano anticipato la notizia già verso il tardo pomeriggio, ma la conferma è arrivata solo alle 19.30: Marino non è più il sindaco di Roma.

La decisione è stata presa in seguito allo scandalo degli scontrini, ovvero dopo l’interrogazione del Movimento 5 Stelle e di Fratelli d’Italia, che avevano chiesto un chiarimento sulle spese pazze del primo cittadino, pagate con la carta di credito del comune e molto spesso effettuate per scopi personali. Da una cena organizzata in favore di una nota comunità italiana, costata più di 3.000 euro e scoosciuta alla comunità stessa, fino alla lauta cena di pesce che l’ex sindaco aveva consumato nel ristorante sotto casa. Poca rappresentanza in questo caso, perché gli invitati erano lui e la moglie.

Mentre il governo taglia e cuce, il sindaco non ha quindi fatto un buon uso delle risorse romane e il Pd ha deciso di dissociarsi. Nessuna richiesta ufficiale è arrivata dai vertici del partito, ma molto probabilmente la richiesta era nell’aria e prima di sentirselo dire Marino ha deciso di dimettersi. Nelle ore precedenti alla notizia, già tre dei suoi avevano lasciato la barca che stava affondando, fra i quali il vicesindaco della capitale, affermando che non c’erano più i presupposti per continuare con l’attività amministrativa a Roma.

Dallo scandalo dei Casamonica fino all’ultimo episodio del viaggio a Philadelphia, dalle cene ai banchetti organizzati in tutta Italia molte sono state le spese e le vicende contestate in quest’ultimo anno di mandato. A detta di Marino, le spese sono servite per rilanciare la capitale e per attuare operazioni di rappresentanza che stavano già dando i loro frutti, come la costosissima kermesse organizzata per il mecenate Usmanov. L’ex sindaco ha quindi dichiarato che tutto è stato fatto per ‘il bene’ della capitale, e si è riservato 20 giorni per cambiare idea. La sua carriera potrebbe però fermarsi in questo caldo autunno romano, perché Renzi sembra già avere pronto il nome di un sostituto per la poltrona più ambita e forse più importante di tutto il paese.

Ignazio-Marino-nuovo-sindaco-di-romaScandali, ruberie e malaffare sono all’ordine del giorno a Roma in queste giornate bollenti, dopo la scoperta che il sindaco Marino ha usato la carta di credito comunale come se fosse un pozzo senza fondo. Si tratta di un episodio che ha ulteriormente scosso la Capitale, già colma di problemi e con il giubileo che si propone alle porte.

Il sindaco Marino è stato accusato di avere impiegato soldi comunali per cene ed eventi, senza badare tanto all’importo dei conti e impiegando le risorse per gli affari propri. Le prove ci sono eccome, ma Marino ha scelto di andare avanti a testa alta, affermando che nei due anni del suo mandato ha speso circa 20mila euro per spese di rappresentanza ‘utili per la città’, ma dopo avere considerato che ciò non è stato accettato, ha deciso di mettere di tasca propria questi soldi, rinunciando alla carta di credito, ma non certo alla poltrona di primo cittadino.

Secondo Marino, si tratta di spese che sono servite per migliorare le condizioni della città, come la cena con il mecenate Usmanov, costata ben 3.540 euro, che secondo il primo cittadino ha permesso di restaurare la fontana del Quirinale e di beneficiare di circa due milioni di euro che sono finiti dritti nelle casse del Campidoglio. Marino è quindi pronto a fare i conti e ha incaricato la ragioneria del comune di conteggiare al centesimo le sue spese, per staccare un assegno personale che le coprirà interamente.

Se lo scandalo non fosse venuto alla luce, queste spese sarebbero però gravate sulle casse del paese, quindi cosa c’è di vero e cosa c’è di montato in questa vicenda? Sicuramente gli scontrini dei locali non mentono, così non come non mente il rappresentante della comunità di Sant’Egidio che afferma di non aver mai partecipato o beneficiato di cene organizzate dal sindaco. La ‘mazzata’ è arrivata dal ristoratore sotto casa, che ha affermato di avere assistito ad una bella cena fra Marino e la moglie a base di pesce, costata 150 euro e pagata con la carta di credito del comune di Roma.

Ad aprire lo scandalo è stata l’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia e del Movimento 5 Stelle, i primi che hanno alzato il polverone sulle spese pazze del sindaco, che ammonterebbero a ben 175mila euro annuali, circa 12.500 euro al mese, una cifra ben lontana dai 20mila euro totali dichiarati dal primo cittadino della capitale.

sindaco MontaquilaIn una residenza sociale assistenziale di Montaquila, in provincia di Isernia, si sono scoperti orrori a danni dei pazienti anziani e malati psichiatrici, ospitit della struttura, i quali venivano maltrattati. Con una operazione congiunta, i Carabinieri dei Nas hanno arrestato 13 persone, tra cui il sindaco della cittadina Francesco Rossi. L’accusa per tutti è di maltrattamenti, sequestro di persona, lesioni, percosse ed abbandono di incapace.

Le indagini sono partite da alcuni familiari che avevano notato segni sul corpo dei loro malati, in cura presso la Residenza sociale assistenziale di Montaquila, che si chiama Villa Flora. Coinvolti nella vicenda sono medici, infermieri ed operatori socio-sanitari. Il sindaco è stato arrestato anch’egli in quanto è il titolare della struttura.

Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri dei Nas di Campobasso, Napoli, Bari, Salerno e Foggia hanno eseguito i 13 arresti domiciliari con i colleghi dell’Arma territoriale. Per le ore 11 è prevista la conferenza stampa, durante la quale verranno descritti i particolari della vicenda.

Suicidio fioraio – Gesto folle quello che si è verificato questa mattina ad Ercolano (Napoli), dove il titolare di un negozio di fiori è entrato nell’ufficio del sindaco minacciando i presenti con un coltello. Dopo di che si è cosparso con un liquido infiammabile e si è dato fuoco. Mentre prendeva fuoco, l’uomo si è lanciato dalla finestra: è stato trasportato all’Ospedale Cardarelli di Napoli, dove è morto poco dopo.

Fioraio – si da fuoco e si lancia dalla finestra

Dalle prime ricostruzioni è emerso come il fioraio sia andato dal sindaco di Ercolano per discutere della negata concessione di un suolo adiacente al suo negozio. Appena l’uomo si è dato fuoco e si è lanciato dalla finestra, qualcuno dagli uffici ha lanciato un estintore per permettere di soccorrere l’uomo, ma l’estintore avrebbe colpito in pieno ad una persona, che è rimasta ferita. Folla di 300 persone davanti gli uffici del sindaco, tutti sbigottiti per quanto accaduto e in protesta, tanto da voler entrare nella sede comunale per vendicarsi.

De Magistris – Due anni fa venne eletto sindaco di Napoli e il primo giugno festeggiò la sua elezione. Oggi torna a parlare di questi due anni al servizio della città di Napoli come primo cittadino. Stiamo ovviamente parlando di Luigi de Magistris che, nonostante le critiche e le avversità, è riuscito ad andare avanti e a svolgere il suo lavoro, anche con pochi soldi: “La forza e l’energia sono le stesse. Sono stati anni difficili ma sono abituato a superare gli ostacoli”.

De Magistris – daremo le risposte ai cittadini

De Magistris poi, si sofferma sul futuro e sui prossimi anni che si spera, siano meglio dei due precedenti, soprattutto per Napoli per i partenopei: “Abbiamo cambiato la città, ma ci sono ancora molte problematiche da affrontare. Appena avremo un po’ di risorse lavoreremo per dare le risposte”.

  Frana Sarno: condanna definitiva per il sindaco. Ci sono voluti 15 anni o quasi per ottenere una condanna definitiva, ma alla fine è arrivata. L’ex sindaco di Sarno Gerardo Basile dovrà scontare cinque anni di reclusione, pena comminata dalla Corte d’Appello di Napoli nel dicembre 2011 e confermata ora dalla Corte di Cassazione, che ha rigettato i ricorsi di Basile e dei responsabili civili, la presidenza del Consiglio, i ministeri degli Interni e dell’Economia. La vicenda è legata all’alluvione di Sarno, evento che nel 5 maggio del 1998 costò la vita a 137 persone.

La Corte d’Appello di Napoli che comminato la pena aveva riconosciuto l’allora sindaco Gerardo Basile colpevole di condotta negligente per non aver ordinato l’evacuazione della popolazione nella notte tra il 4 e il 5 maggio del 1998.

Roma – Le squadre italiane si stanno modernizzando e presto avranno gli stadi di proprietà, come già avviene nella maggior parte dei campionati di calcio europei. Tra queste c’è anche la Roma che, nonostante le presunte difficoltà legate al progetto, avrà il suo stadio come stabilito. A sgombrare il campo dai dubbi è il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno.

Roma – stadio a Tor di Valle

Ecco le parole di Alemanno, che una volte per tutte mette fine alle polemiche: “Lo stadio della Roma si farà a Tor di Valle. Tra qualche settimana verrà presentato il progetto: non c’è alcun ripensamento”. In merito ai presunti problemi di costruzione, Alemanno risponde così: “Ho parlato con i costruttori e con la società, sono tutte balle”.