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salario-minimoIl Big Mac Index è un indice molto particolare, che risponde alla domanda: quanti minuti ci vogliono per comprare un hamburger? Se a primo acchito il quesito può non avere senso, in realtà si tratta di una scala che permette di illustrare concretamente quanto vale un salario minimo, ovvero il lavoro pagato a chi svolge professioni poco qualificate, senza le quali il mondo non potrebbe però andare avanti.

Il Big Mac Index è quindi un indice che interessa il salario minimo e che è stato stillato dalla rivista economica Financial Times. Secondo questo indice, chi nel regno Unito svolge un lavoro normale con salario minimo deve lavorare ben 26 minuti per potersi permettere di acquistare il pasto nella catena McDonalds, che notoriamente è una delle più popolari ed economiche del mondo. A conti fatti, il salario minimo è quindi di 6 sterline e 70. Si tratta di una paga allineata con i dati francesi, dove per acquistare un Big Mac servono 25 minuti di lavoro e in Germania dove servono 26 minuti. In Spagna l’ambito panino può essere comprato con 48 minuti di lavoro, negli Stati Uniti con 41 minuti e i picchi si raggiungono ovviamente ne paesi più poveri, come ad esempio la Russia dove servono 191 minuti o il Messico dove servono 280 minuti.

Ovviamente l’indice è solo una base teorica, perché tutto deve essere proporzionato con il costo della vita, con la politica di tassazione e con tanti altri fattori. La Gran Bretagna ha però deciso di cambiare rotta e il governo di David Cameron si appresta nella settimana in corso a lanciare la proposta di aumentare il salario minimo mediante una serie di incrementi graduali. Il primo step dovrebbe interessare un aumento di una sterlina e quindi portare il minimo a 7 sterline e 20. Entro il 2020 la cifra dovrebbe raggiungere le 9 sterline all’ora, per portare quindi il Big Mac Index a 18 minuti, pari a quello di paesi molto avanzati come la Danimarca, dove per compare il panino servono 16 minuti di lavoro.

La decisione non è stata presa per pure politiche sociali, ma a fronte delle accuse mosse al governo sul crescente problema del gap fra ricchi e poveri che sta interessando il Regno Unito. Secondo la popolazione, chi svolge mestieri non qualificati viene pagato troppo poco e non ha abbastanza potere di acquisto per potere condurre una vita dignitosa. L’aumento del salario minimo si pone quindi come una delle scelte più efficaci per incrementare la paga della maggioranza dei sudditi di sua maestà. La manovra chiede però di essere ponderata, per non abbassare la produttività e costare posti di lavoro, come potrebbe avvenire nel settore alberghiero e turistico secondo gli economisti del paese.

Il jobs act probabilmente non lascerà i nostri “salotti” sino all’inizio dell’anno nuovo. Ciò che ci ha reso più tranquilli è che nulla toccherà i vecchi contratti, non avendo la norma nessun effetto retroattivo. Non che questo ci debba rendere particolarmente ottimisti perché pensate un po’ alla confusione che regnerà in seno alla magistratura, in caso di giudizi per licenziamento illegittimo.
Sono nulli i licenziamenti, ove il fatto materiale addotto non sussiste e chiaramente quelli discriminatori (ma questa è più una tautologia).
E su questo non c’è più alcun dubbio.
Qualche ulteriore novità che ha destato nuovo interesse da parte dei lavoratori? Il nuovo sussidio. Perché coniare un altro nome per reintrodurre un ammortizzatore sociale che non introduce grosse rivoluzioni in campo, se non delle varianti? Ma su questo non faremo mai luce perché ormai ciò fa parte di abitudini radicate nella nostra politica: tutto deve avere un nuovo nome.
Intanto, facciamo un breve lavoro di sintesi e cerchiamo di capire quali sono le caratteristiche del Naspi (Nuova assicurazione di protezione sociale per l’impiego):
– bisogna dimostrare che lo stato di disoccupazione è involontario. Quindi, la solita routine dei corsi di formazione messi a disposizione dalle regioni (speriamo finanziati o comunque gratuiti) per attestare che ci si sta impegnando a reinserirsi nel lavoro. Sappiamo l’utilità delle agenzie di collocamento pubbliche, ormai superate rispetto all’evoluzione dei mezzi di comunicazione odierni!
– l’aspetto economico. Chiaramente, bisogna che siano stati versati un minimo di contributi per averne diritto. Quindi, assunzione regolare a tutti gli effetti. Purtroppo, in Italia il “lavoro nero” ed irregolare è in gran parte predominante. Ma una buona fetta di occupazione è rappresentata anche dal lavoro atipico, quello senza contratto, le collaborazioni occasionali. Bene,anche in questo caso si può richiedere la Naspi. I contributi a quanto devono ammontare? Non molti per fortuna. Sono sufficienti 13 settimane nell’arco del quadriennio precedente la richiesta. Meno di un mese di lavoro è richiesto nell’anno precedente alla domanda.
– la regressività della Naspi. Man mano che passa il tempo, tale ammortizzatore sociale, e qui sta la differenza rispetto alle misure solitamente adottate, è caratterizzato da importi decrescenti, sino a che bisogna eventualmente richiederne la conferma, decorsi 2 anni dalla perdita del lavoro. Ma ciò non è scontato e non verrà stanziato un nuovo sussidio, nelle vesti della Naspi, perché la durata massima è di 2 anni, sempre però in funzione dei contributi già versati (e si parla di settimane, appunto per includere anche i nuovi lavori a tempo determinato o a progetto)
– Ciò che non convince è che sin da subito comincia a ridursi l’importo della Naspi, ovvero già dopo i primi 5 mesi. Mese per mese, scatta la tagliola del 3% che depaupera non di poco quanto si ha diritto.In ogni caso, si comincia a percepire il 75% del salario corrisposto. Capiamo che i lavoratori atipici o le collaborazioni spesso non percepiscono uno stipendio ma provvigioni sul lavoro. Come si può rendere adeguata la nuova Naspi anche a tali contesti di inserimento lavorativo, la nuova realtà italiana (il lavoro a progetto), se si continua a parlare del classico salario?

Tali nuovi meccanismi non soddisfano del tutto chi è abituato alle vecchie regole della Cassa Integrazione e mobilità né chi vive situazioni diverse da quelle ordinarie, a cui i lavoratori, per lunghe generazioni, sono abituati. E’ tempo di cambiamenti (come dice Renzi: il lavoro fisso non è più la regola) oppure di ritorno al passato?

  3 arrestati: picchiano un uomo per anticipo del salario. Sequestrato e picchiato per costringerlo ad anticipare un salario. Questo quando accaduto ad un uomo a Catanzaro. La persona in questione, di 67 anni, è stata rinchiusa nella propria roulette e picchiata per tutta la notte allo scopo di estorcerle del denaro. I responsabili sono un romeno di 46 anni, la moglie e la nipote, tutti e tre sono stati arrestati dalle forze dell’ordine per sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni.

Il romeno e la moglie che hanno picchiato l’uomo per farsi anticipare lo stipendio, erano stati assunti dalla vittima nei mesi scorsi con la mansione di badare ad alcuni capi di bestiame.