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renziPoderoso discorso per il premier Matteo Renzi, che ieri ha tirato le fila del lavoro del suo governo nel corso dell’anno. Il premier ha accompagnato le sue dichiarazioni con tanto di slide esplicative, e molti sono stati i punti toccati, i quali sono stati ampiamente affrontati dal punto di vista economico, sociale e relativo al welfare. Tutto ha avuto inizio con l’aumento del PIL dello 0.8%, con l’abolizione della tassa sulla prima casa e con le due super leggi che hanno cambiato molte carte in tavola nel mondo del lavoro e della legislatura, ovvero il Jobs Act e la nuova legge elettorale.

Renzi ha quindi calcato la mano sulle somme che sono state spese e che verranno destinate da parte del governo alla cultura e all’istruzione. Queste sono state le vittorie che il presidente del Consiglio ha declamato nel suo discorso di fine anno, dove un bel pesciolino rosso augurale ha surclassato le immagini del ‘gufetto’ che non voleva che le riforme avessero luogo nel corso del 2015.

Graficamente e dialetticamente, il premier ha dimostrato quali sono stati i traguardi raggiunti e quali saranno gli obiettivi prefissati per il nuovo anno. Renzi ha sottolineato che l’Italia sta uscendo dalla recessione e che nel prossimo anno potrà diventare più forte, ovvero diventare leader in Europa e quindi giocarsi per bene tutte le sue carte vincenti.

L’Italicum è stato definito un capolavoro parlamentare, che ha snellito e portato chiarezza su una situazione che si rivelava essere stagnante da tempo. E ancora, tanto è stato fatto in merito al lavoro, tema centrale della politica nel corso dell’anno, anche se molto deve ancora essere fatto per abbassare la soglia della disoccupazione e per appianare la questione delle pensioni, che si propone come una delle più spinose da affrontare.

Il premier ha quindi affrontato l’argomento dei decreti relativi alla Pubblica Amministrazione e il ruolo che l’Italia sta giocando all’interno della Comunità europea, un ruolo che finora è stato di minoranza, ma che grazie alla crescita può tornare ad essere di leadership, perché l’Italia possa riacquistare alla luce delle sue vittorie il rispetto che merita agli occhi dell’Europa.

GrilloRenzi-640x391Lorenzo Guerini, non aveva ancora finito di rispondere a Di Maio dicendo che “anche noi non vogliamo far saltare il tavolo” quando Beppe Grillo ha messo un macigno sulla trattativa Pd-M5S su riforme e legge elettorale.:

“Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile”. Questo il messaggio sul blog, dove il leader M5S attacca: “Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge”.

“Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto democratico e che l’Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze”, ha scritto ancora Grillo sul blog.

“Renzi è un ebetone pericolosissimo, quindi molto sottovalutato anche da me, e questo me ne dispiace, ma andiamo verso veramente una grande criminalità organizzata di stampo democratico, quindi io esorto veramente le persone, i cittadini, anche i componenti di altri partiti, se hanno ancora un po’ di barlume di democrazia dentro, non si può fare fuori l’opposizione così, fare finta, questa è gente falsa, ipocrita”: lo afferma Beppe Grillo in una telefonata con ‘La Cosa’ pubblicata sul blog del leader dei 5 Stelle.
“Per chi non ha capito, o non ha voluto capire, tra il mio intervento di oggi e la conferenza stampa di Di Maio e Toninelli non vi sono contraddizioni, le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5S sono sempre aperte, né mai le ha chiuse nonostante continue provocazioni”. Così Beppe Grillo sul blog.

Anche Matteo Renzi,per rispondere, sceglie il social media da lui prediletto, twitter. “Pochechiacchiere”, ashtagga con senso della sintesi, “Non e’ uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla”

Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui è pronto a votare con noi?

 

clionapolitano3Il presidente della Repubblica compie 89 anni, essendo nato a Napoli il 29 giugno 1925,  è l’undicesimo e più vecchio capo dello stato nella storia della Repubblica italiana, in carica dal 15 maggio 2006. Prima di lui solo Sandro Pertini aveva superato gli 88 anni al termine del suo mandato, ma non ne aveva ancora compiuti 89.
L’inquilino che vigila dal Colle sugli italiani è ancora lui, re Giorgio. Napolitano trascorrerà questa giornata festiva insieme ai familiari nella tenuta presidenziale di Castelporziano.
Forse nemmeno lui pensava di dover vivere un secondo settennato al Quirinale (caso finora unico in Italia), anche se nei momenti di scoramento “Re Giogio” fa trapelare la sua voglia di tornare alla vita privata e ai suoi familiari.

Sembra passata un’eternità da quel 29 giugno dell’anno scorso quando l’intera classe politica  ancora frastornata dal siluramento nel segreto dell’urna di Romano Prodi, candidato del Pd al Quirinale, un vero terremoto politico che portò alla storica rielezione di Napolitano allo scranno più alto, voluto da tutti i partiti per uscire dalla crisi economica e procedere alle riforme istituzionali . Un bis mai verificatosi nella storia repubblicana e che ha aperto una fase politica in chiaro-scuro per Napolitano.

Ora le riforme sembrano avviate seppure tra mille difficoltà,  è   lo stesso Napolitano a sembrare ottimista: infatti ha detto poco tempo fa che si avvicina il momento in cui lui potrà passare la mano, cioè dimettersi. Sperando che questa volta i partiti siano capaci di trovare un sostituto, possibilmente più giovane.

CONVEGNO CONTRO IL RAZZISMODopo una riunione di due ore i 14 senatori che avevano deciso di sospendersi per contestare la sostituzione di Chiti e Mineo in Commissione Affari Costituzionali, decidono di rientrare nel gruppo del PD.
La presidente della Commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro ha commentato:  “E’ davvero un’ottima notizia. Ora il Pd è più forte, E’ importante che i dem arrivino uniti alla discussione sulle riforme.

In una nota congiunta i senatori Chiti, Corsini, D’Adda, Dirindin, Gatti, Giacobbe, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Tocci, Turano, dichiarano “Abbiamo preso atto delle dichiarazioni del presidente del gruppo Pd del Senato, Luigi Zanda.

Le riteniamo positive su due punti di grande rilievo, riteniamo non positiva, invece – sottolineano i 14 senatori Pd – la decisione di confermare le sostituzioni di Corradino Mineo e di Vannino Chiti nella Commissione Affari Costituzionali. Con questa seria riserva, riteniamo che le dichiarazioni del presidente Zanda ci consentano comunque di riprendere il lavoro all’interno del gruppo Pd del Senato”.

La sospensione rientra ma “si continuerà a dar battaglia all’interno del Pd””Abbiamo presentato i nostri 25 emendamenti in commissione -spiega Massimo Mucchetti- e se non verranno approvati, li ripresenteremo in aula. Oggi più che mai, portiamo avanti la nostra battaglia anche perchè le cose sono in movimento. Il governo sta per incontrare i cinquestelle, c’è un dialogo con la Lega… insomma, vediamo che cosa accade”. Quanto alla decisione di rientrare nel gruppo, Mucchetti dice: “Nessuno di noi ha mai pensato di lasciare il gruppo del Pd. Non siamo mica Turigliatto…”Felice Casson non era presente alla riunione perchè impegnato all’estero.

Premier Letta – Dopo la chiusura della procedura UE in merito all’extradeficit dell’Italia, ora il Governo si deve rimettere in marcia per le riforme. E’ questo il pensiero espresso quest’oggi dal Premier Enrico Letta al Senato: “Non possiamo cominciare oggi un percorso dai tempi ancora indefiniti. Servono tempi certi, 18 mesi per me sono un tempo giusto”.

Letta – legge elettorale da cambiare

L’argomento sulla legge elettorale è senza dubbio uno degli argomenti più caldi di questo nuovo Governo, motivo per cui Letta vuole dare una svolta al programma: “La legge elettorale va cambiate e sarà una parte fondamentale del processo di riforme perché quella attuale non è giusto per le esigenze. Va cambiata ma bisogna fare in modo che sia un percorso fatto con larga condivisione”.